Ataf aumenta il biglietto via sms di 30 cent e cerca di farci credere che sia una bella cosa

Come molti sapranno Ataf ha appena deciso per l’aumento dei biglietti via sms (che rappresentano il 25% del totale dei biglietti venduti) a 1,50€. La notizia, già di per sé, non è sicuramente di quelle che ti mettono il sorriso, ma Ataf riesce a peggiorare ulteriormente la situazione. Le giustificazioni che l’azienda per il trasporto cittadino ha addotto sono qualcosa di semplicemente meraviglioso, delle “supercazzole” degne del miglior Conte Mascetti, ma che purtroppo non riescono a farci ridere se non di riso amaro:

“Dopo quasi due anni dall’avvio di questo nuovo canale di vendita, Ataf Gestioni ha deciso di continuare ad investire nel biglietto mobile per migliorare ulteriormente il servizio e renderlo ancora più affidabile e funzionale alla fruibilità dei propri servizi di trasporto

“investire” sì… i nostri soldi… ma per avere un servizio migliore, ci mancherebbe! Già un anno fa Ataf tentò la stessa manovra, bloccata poi in seguito alle proteste, ma questa sembra essere la volta buona, del resto:

“Ataf è la prima azienda di trasporto in Italia ad aver reso possibile l’acquisto del biglietto da 90 minuti con un semplice sms, con addebito diretto sul conto telefonico e senza preregistrazione, il successo riscontrato ha confermato il gradimento dei clienti rispetto a questo servizio particolarmente innovativo: gli acquisti del titolo digitale sono progressivamente aumentati arrivando ad una media di 6mila biglietti venduti via sms al giorno” (fonte: repubblica.it)

Insomma, essendosi ormai abituati i passeggeri alla comodità di pagare il biglietto senza dover cercare un tabaccaio aperto, è arrivato il momento di lucrare 30 centesimi extra ad ogni obliterazione telematica. Che le conseguenze della pritazzazione di Ataf sarebbero state nefaste oltre che per i lavoratori anche per l’utenza era una previsione facile. Tuttavia lo sciopero dei tranvieri del Dicembre scorso (duramente represso dall’azienda che ha chiesto risarcimenti di circa 600€ per chi si era astenuto dal lavoro) non ha ricevuto da parte della cittadinanza un supporto di massa. Sarebbe invece auspicabile che le rivendicazioni di chi per 8 ore al giorno guida un autobus si connettessero con quelle di chi quello stesso autobus lo prende ogni mattina per andare a lavoro a scuola o all’università (ricordiamo che Ataf e Unifi sono riuscite a mettersi d’accordo per uno sconto degli abbonamenti ai soli docenti universitari, persone che guadagnano fino a 5000€ al mese…). Ad esempio non sarebbe scandaloso pretendere un biglietto della durata di mezz’ora che non costi più di 50 centesimi; Firenze non è certo una megalopoli e molto raramente la durata di un’ora e mezza del biglietto viene untilizzata per intero e ciò costituisce un altro piccolo furto (l’ennesimo) ai nostri danni.

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