Livorno. “Apre” Porta a Mare. L’ultimo capitolo di una enorme speculazione.

Giovedì 10 luglio aprirà i battenti il nuovo centro commerciale “Porta a Mare”, l’ennesima area cittadina finita nelle mani delle grandi catene commerciali, delle banche e delle multinazionali. L’ultimo capitolo di una storia decennale che ha trasformato un pezzo importante della nostra città.

Nel 2002 la cooperativa che gestiva lo storico cantiere navale Luigi Orlando attraversa una profonda crisi che porterà al fallimento definitivo di uno dei cantieri più importanti del Mediterraneo. Per molti quel fallimento fu generato da un vero e proprio “accordo” gestito sottobanco da parte di alcuni poteri forti cittadini per spartirsi un’area strategica nell’ottica di un cambio di destinazione produttiva. Non sapremo mai la verità, se potevano esserci altre vie per “salvare” le migliaia di posti di lavoro e uno storico sito produttivo. La cosa sicura è che centinaia di operai persero il proprio reddito e furono costretti a trovare impiego in altre città o ad inventarsi un nuovo lavoro dopo anni di sacrifici.

Oltre al cantiere anche una delle fabbriche di eliche più importanti in Italia ( Lips), nonostante non fosse in perdita, fini per chiudere i battenti dopo una strenua difesa da parte dei suoi operai che decisero di occuparla per alcune settimane.

Dal 2003 l’area fu interessata da una serie di trasformazioni. Il cantiere fu acquistato dalla società Azimut-Benetti che si occupava – e si occupa-  di costruire Yacht di lusso. Una buona parte dei siti produttivi furono invece acquistati dalle stesse società e grazie ad una serie di progetti e di varianti urbanistiche furono destinate alla costruzione di centinaia di abitazioni ed aree commerciali.

Di seguito il Link di un articolo del Tirreno datato 5 giugno 2004 dove l’allora sindaco di livorno Gianfranco Lamberti si dichiara soddisfatto per un progetto che “sarà un volano di sviluppo per l’interà città”.

http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2004/06/05/LX7PO_LX701.html.

Il resto della faccenda è noto a tutti. Il cantiere Benetti, tra una “crisi” e un’altra , occupa sempre qualche centinaio di operai specializzati. Decine di ditte esterne, alcune al limite dello sfruttamento selvaggio, fanno da contorno. In pochi anni sono state costruite centinaia di abitazioni residenziali,  la maggior parte ancora invendute. Prossimo capitolo sarà l’apertura di alcuni centri commerciali – tra cui una nuova Coop- che  decreteranno la fine definitiva del piccolo commercio nei quartieri limitrofi.  Nell’area ex Lips è prevista invece la costruzione di un mega albergo di lusso.

A distamza di 12 anni è legittimo domandarsi cosa hanno guadagnato i Livornesi da questa operazione. Quasi nulla probabilmente. Solo gli attuali operai Azimut possono ritenersi “fortunati”, a meno di colpi di scena, sembra che siano stati commissionati alcuni Yacht che dovrebbero “garantire” lavoro per alcuni anni. Detta così semprerebbe che sia stato un progetto sbagliato, che ci sia stato un errore di calcolo. Assolutamente no. Un pugno di speculatori ha fatto enormi profitti da questa operazione. Profitti difficili da calcolare ma sicuramente  superiori alla somma di tutti gli stipendi degli operai del cantiere nell’arco della loro intera vita. I vari passaggi di concessioni delle aree ( Benetti e cooperative), i profitti del nuovo cantiere ( 1 milione di euro circa, per ogni metro lineare di uno Yacht), le banche , i centri commercili.. Nell’operazione Porta a Mare c’è finito anche lo speculatore Americano Soros ( http://www.senzasoste.it/locale/soros-e-i-fondi-speculativi-si-prendono-un-pezzo-di-l-immobiliare-coop-e-di-porta-a-mare).

Purtroppo questa operazione non è l’unica. Le passate amministrazioni sono riuscite nell’intento di svendere un’altra enorme area battezzata “Nuovo Centro”. Decine di cantieri sono già aperti. Appalti al ribasso, lavoro nero e sottopagato, nuovi centri commerciali ( ovviamente Coop) dove lavoreranno altri dipendenti precari e sottopagati. Per qualcuno la ruota gira. Il solito pugno di speculatori incasserà i suoi milioni d’euro di profitti.

Cosa possiamo fare? Una domanda a cui dare risposta è molto difficile. Per cominciare il nostro consiglio è molto semplice. Smettiamo di credere alle baggianate che quatidianamente ci propinano sull’inesistenza delle classi sociali, sul fatto che il concetto di classe è un concetto vecchio e superato, che le società adesso sono più complesse e che non è possibile organizzarsi fuori dagli schemi “naturali” ( sindacali e politici). Sembrerà strano ma tutto cominciò proprio da qui , quello che è successo dopo fa parte della nostra storia di lavoratori.

 da http://www.livornoindipendente.it/

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