Usa – Un collettivo compra circa 4 milioni di dollari di debiti studenteschi
Tra una contraddizione e l’altra della finanza cosiddetta “creativa”, che sappiamo essere né “buona” né “cattiva”, ma semplicemente capitalistica, si annidano esempi di solidarietà e di autogestione.
È di qualche giorno la fa la notizia che un collettivo di “smanettoni” dell’economia (gli Strike Debt, la cui traduzione letterale sarebbe proprio… “scioperiamo il debito”) è riuscita a risolvere la situazione finanziaria di molti studenti americani, grazie alla marciescienza della marciescienza, cioè il mercato secondario dei mutui.
Con trenta o al massimo un cinquantino di dollari si possono riscattare debiti di altri fino a 1.000 $: su questo si basa la politica degli «“#scioperiamoildebito”» americani1. Il capitale assomiglia sempre più ad un pericoloso psicopatico che da una parte tiene in scacco un disgraziato debitore pretendendo migliaia di dollari e dall’altra si accontenta anche solo di un trentino, di una “dose” di plusvalore, sapendo che probabilmente il debitore non pagherà mai e diventerà piuttosto un clochard.
Nelle pieghe delle contraddizioni tra potenziali finanziarizzioni milionarie ed esigenza di liquidità spicciola pur di procrastinare la sua lenta, tendenziale, e dolorosa –per tutti– agonia, il rapporto sociale di sfruttamento in cui viviamo e che subiamo ogni giorno, mostra alcune crepe, facendo esplodere, la dove le condizioni oggettive lo impongono, esempi di antagonismo, di reale solidarietà, di organizzazione.
1 Le virgolette non sono “polemiche” verso nessuno, sono semplicemente d’obbligo: pensiamo, purtroppo, di non far torto a nessuno nel sottolineare la potenza dell’organizzazione statunitense e le nostre che, appunto, spesso restano un hashtag su Twitter. Nessuna sorpresa, del resto: là dove le condizioni oggettive sono più critiche e le famiglie non dispongono del risparmio e della rendita privata italiana, le pratiche sono più organizzate, più partecipate, e quindi più efficaci. Ma nessuna paura: con la politica di Renzi e soci anche l’Italia si avvicina alla buccia e non mancheranno i casi di organizzazione di massa; nel mentre non ci resta che “far buon uso dell’impazienza” e provare ad organizzarsi al meglio: quando verrà sarà “una crisi bellissima” (cit. Engels).
Un collettivo compra circa 4 milioni di dollari di debiti studenteschi
Circa 3000 americani sulle spalle dei quali grava il peso dei debiti studenteschi hanno ricevuto le bella sorpresa di vedersi comprare il debito da dei vecchi membri di Occupy Wall Street.
Il collettivo Strike Debt ha annunciato mercoledì di aver rimborsato l’equivalente di 4 milioni di dollari di debiti studenteschi contratti da 2761 persone in tutti gli States, iscritte alla università Everest College.
Il gruppo, composto da economisti militanti, non è nuovo a gesti di questo tipo: nel novembre 2013 annunciarono di aver comprato l’equivalente di 13,5 di milioni di dollari di debiti sanitari contratti da diverse centinaia di pazienti sparsi per ospedali e ambulatori.
La loro idea è semplice: ricomprare a prezzo ribassato i debiti (portefeuillies de dettes, o, in inglese debt portfolios) per salvare le persone che hanno dovuto fare credito per motivi di salute o di studio.
« Noi sfruttiamo un fenomeno che poche persone conoscono: alcuni tipi di debito vengono rivenduti da alcuni creditori per qualche centesimo di dollaro» spiega Astra Taylor, che fa parte del collettivo. «Così una fattura di 1000 dollari per un passaggio al pronto soccorso può valere dai 30 ai 50 dollari al massimo sul mercato secondario dei debiti».
In questo caso il collettivo ha rimborsato “solo” 100.000 $ per ricomprare l’equivalente di 3,856 milioni di dollari di crediti studenteschi della suddetta università.
Tra le cento università del Corinthian Colleges (http://en.wikipedia.org/wiki/Corinthian_Colleges un’ impresa [!] americana dell’educazione), lo stabilimento è uno dei più grandi distretti universitari privati del paese, secondo gli Strike Debt.
L’ufficio di protezione dei consumatori ha annunciato martedì che farà causa contro questa università. L’accusa dell’ufficio è quella di illudere «decine di migliaia di studenti spingendoli a indebitarsi per finanziarsi gli studi promettendo loro dei lavori che poi si rivelano essere fittizi, fasulli».
Dopo i prestiti immobiliari, i prestiti studenteschi sono la seconda causa di indebitamento negli Stati Uniti.
Secondo il ministero dell’educazione statunitense, nel giugno del 2014, circa 39,9 milionii di americani avevano un prestito studentesco; secondo l’organizzazione “Project on Student Debt” il prestito studentesco ammonta a 1,3 miliardi.
traduzione di cecchin-O.S
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