Continental di Pisa – L’azienda rende più esplicite le sue richieste

 Riceviamo e pubblichiamo:
Il 5 gennaio 2016 si è riunita la RSU. I delegati presenti all’incontro con l’azienda del 22 Dicembre scorso hanno riportato quanto segue:
1) sulle pause l’azienda sta “studiando” in vista di “un tavolo” per “rivalutarle”; in sostanza chiede una sola pausa di 10 minuti in tutto il turno di lavoro, da fare prima del pranzo (oltre alla pausa mensa). Solo sul FR hanno parlato di possibilità di fruizione in maniera collettiva mentre sugli altri reparti non ci sono ancora modalità definite.
2) Secondo giorno di donazione: l’azienda intende eliminarlo. Le ore fruite dai lavoratori e “perse” dall’azienda sarebbero 3955 per il 2014 (614 per gli impiegati, 3341 per gli operai), 3796 per il 2015 (632 impiegati, 3164 operai). La RSU non ha dati su quanti siano in totale i donatori in azienda.
3) Indisposizione: l’azienda intende eliminare i due giorni di indisposizione annue senza necessità di certificato medico. Questi i dati forniti:
Anno 2014: 231 ore impiegati, 1433 ore operai.
Anno 2015: 157 ore impiegati, 1409 ore operai.
4) Part time: l’azienda ha fornito un documento su cui sono riportati alcuni dati relativi ai contratti part time presenti in azienda. I dati contenuti sul documento sono incompleti rispetto a quanto avevamo chiesto. Su di essi noi ci siamo riservate di verificare e approfondire e informeremo i lavoratori con un comunicato dedicato non appena avremo tutti gli elementi.
Nonostante la riunione RSU si sia svolta senza il numero minimo di delegati per poter prendere decisioni (solo cinque delegati su 12), gli altri delegati presenti hanno affermato di voler proseguire gli incontri con l’azienda e di rimanere in attesa della sua “chiamata”.
NON SIAMO D’ACCORDO. In merito alle questioni sopra esposte riconfermiamo la nostra posizione:
1) I dati portati dall’azienda a supporto delle sue richieste dimostrano ancora una volta che il suo obiettivo e` solo quello di ottenere la stessa produzione con un numero sempre minore di lavoratori. Per l’azienda, recuperare qualcosa come 3800 ore annue significherebbe, a parità di carichi di lavoro, mettere almeno 2 lavoratori in ESUBERO (un dipendente lavora circa 1780 ore all’anno). Allo stesso modo, un altro lavoratore andrebbe in “esubero” con l’abolizione dei giorni di indisposizione.
2) Ricordiamoci che questi diritti sono stati ottenuti, con la contrattazione passata, in cambio di precise concessioni all’azienda su turni, orari, ritmi e metodi di lavoro, concessioni che vanno rimesse in discussione. Dimenticarsene significa far proprio il punto di vista e gli interessi dell’azienda. Al contrario, alle richieste dell’azienda occorre rispondere con le richieste dei lavoratori, a cominciare da pause, ritmi, turni e carichi di lavoro.
3) Le trattative da aprire non devono perciò partire dalle richieste dell’azienda ma dalla difesa dei diritti dei lavoratori, dalla riduzione dei carichi di lavoro e dal rinnovo del contratto integrativo aziendale. Accettare le richieste dell’azienda significa aprire la strada ai licenziamenti; al contrario, affermare i diritti e pretendere migliori condizioni di lavoro è il solo modo per difendere anche l’occupazione.
13 Gennaio 2016

Silvia Cini RSU; Giada Garzella RSU

da http://ilfoglio-bianco.blogspot.it/

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