Occupato anche il liceo Galileo

foto di Collettivo Ska Galileo.

Abbiamo deciso di intraprendere la strada dell’occupazione per necessità: non per moda, non per divertimento, non per routine, ma per necessità.
Una necessità che si è resa più impellente con l’inizio dell’anno scolastico, quando ci siamo visti negare gli obiettivi che speravamo, forse troppo ingenuamente, di aver raggiunto l’anno passato.
La nostra scuola è diventata invivibile, un luogo tetro dove trascorriamo solo le ore di lezione, ogni senso di collettività risiede ormai solo nelle parole della preside pronunciate a qualche giornale, ma il Galileo non esiste più, non esiste più coesione tra gli studenti, non esiste più interesse per la scuola: esiste solo la sacra e inviolabile immagine esteriore e questo non ci sta più bene!
Il clima che si respira è ancora peggio, non si può più far entrare a scuola qualsiasi tipologia di materiale informativo senza che venga monitorato e approvata dalla presidenza, personale ATA e professori costretti a lavorare ogni giorno in una situazione di continua tensione e minacce, studenti che se non salutano la preside si vedono abbassare il voto di condotta, registri elettronici aperti solo al corpo docente: tanti tasselli più o meno gravi che compongono il quadro di un Galileo opprimente.
Noi non ci stiamo, alla nostra pazienza c’è un limite, abbiamo provato ad ottenere le cose tramite gli iter istituzionali e il dialogo, ma non è servito. E’ arrivato il momento di mandare un messaggio forte e chiaro alla presidenza, al ministero e a tutti coloro che vedono la nostra scuola da fuori.

Per questo chiediamo:
- Un’aula autogestita in cui ritrovarsi per fare il giornalino scolastico, e non solo, come scritto nel PTOF.
- Possibilità di trovarsi al Galileo il pomeriggio e di viverlo attivamente come studenti protagonisti della scuola.
- Bacheche degli studenti dove poter affiggere liberamente il nostro materiale.
- Un luogo di socializzazione come il cortile almeno per l’intervallo.
- Maggiore libertà di espressione (diritto di far circolare le nostre idee senza esser prima sottoposte a un controllo repressivo) e movimento all’interno della scuola e una messa in discussione dell’utillizzo che viene attualmente fatto del registro elettronico.

Per questo siamo decisi nel trasmettere una nuova concezione di scuola, nella quale ogni studente abbia la possibilità di esprimere la persona che è, di formarsi e crescere non solo scolasticamente ma anche umanamente, di poter ricordare questo posto che ci viviamo tutti i giorni con il sorriso, di poterlo considerare anche nostro.
Non siamo una minoranza, il dissenso è diffuso, la rabbia tanta. Abbiamo deciso di organizzarci insieme e trasformare i nostri sentimenti in qualcosa di creativo e costruttivo, che possa dare un forte segno di quello che gli studenti vogliono e che non si lasceranno togliere così.
È giusto dire, però, che c’è stata un’apertura significativa da parte di professori e preside nei confronti della nostra iniziativa e ci auguriamo che questo dialogo possa continuare.

GALILEO OCCUPATO

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