Livorno – L’apparato Pd torna alla carica…cavalcando la crisi

Porta a Mare villetteNella foto il modello Costalli: villette a Porta a Mare per tutti

A Livorno si dice “anche le puci c’hanno la tosse”. Non può essere diverso il commento alla grande paginata che Il Tirreno ha dedicato questa mattina a Sergio Costalli, presidente della Camera di Commercio di Livorno e uomo Coop. Ma non uno qualsiasi, proprio uno di quelli che rappresenta tutto ciò che è stato fatto negli ultimi 15 anni a Livorno. Ecco qui come lo presentava Il Tirreno lo scorso gennaio all’indomani della sua elezione:

Sergio Costalli, 62 anni, viene dal mondo delle Coop, soprattutto Unicoop Tirreno del quale è arrivato a essere vicepresidente (nel 2003) e amministratore delegato (nel 2005). Nell’imprenditoria cooperativistica , ha ricoperto o ricopre tuttora ruoli di primo piano: come vicepresidente di Igd, la società immobiliare che si è occupata della Porta a Terra e ora della Porta a Mare; e ai vertici di società finanziarie come Unipol, Ugf, Finsoe, Unipol Banca e Fondiaria-Sai.

In poche parole in questa città si permette a colui che ha creato in questi anni il monopolio Coop, la follia urbanistica dei grandi centri e ipermercati periferici che desertificano il centro (Porta a Mare, Porta a Terra e Nuovo Centro) e la grande speculazione della Porta a Mare (tramite la società immobiliare del mondo Coop, IGD), di pontificare sulla città e dettare la linea! Che poi non è altro che la solita ricetta che apparato burocratico, Pd, Cgil-Cisl-Uil, governatore Rossi, mondo Coop, famiglie portuali e grandi operatori immobiliari hanno proposto per Livorno negli ultimi 15 anni: rigassificatore, nuovo ospedale in project financing (senza dire che il finanziamento di 250 milioni è un prestito che poi la ASL dovrà restituire e non un finanziamento a fondo perduto), privatizzazione della Porto2000, privatizzazione di trasporto pubblico, acqua e rifiuti, inceneritore, trasformazione in autostrada della superstrada fino a Civitavecchia ad opera di SAT (e non di altri progetti meno costosi e invasivi), veloce approvazione del PRP per permettere agli amici di IGD di fare le villette a Porta Mare a discapito delle riparazioni e, infine, automobili ovunque. Un modello che in 20 anni ci ha spennato.

Insomma, si approfitta della crisi, che c’è, è tangibile e spaventa le persone, per riproporre le ricette che hanno contribuito all’affossamento di questo territorio. D’altra parte quando c’è paura tutti temono di dire di no a proposte anche velenose fatte da chi è forte. E lui e quelli che rappresenta lo sono. La politica del ricatto funziona sempre.

A proposito. Ci è giunta voce che probabilmente alla fine dello sciopero cittadino proclamato da Cgil-Cisl-Uil il 25 novembre parlerà sul palco il presidente della Regione Rossi. Non avevamo dubbi. Proprio coloro che in questi giorni sbraitano affinchè nessuno si appropri politicamente del bel corteo di sabato (perchè loro non lo hanno organizzato, anzi lo hanno avversato), organizzano uno sciopero con passerella elettorale finale del governatore Rossi. Che oltre al mito della Darsena Europa, siamo convinti che proporrà: un altro rigassificatore, nuovo ospedale in project financing (senza dire che il finanziamento di 250 milioni è un prestito che poi la ASL dovrà restituire e non un finanziamento a fondo perduto), privatizzazione della Porto2000, privatizzazione di trasporto pubblico, acqua e rifiuti, inceneritore, trasformazione in autostrada della superstrada fino a Civitavecchia ad opera di SAT (e non di altri progetti meno costosi e invasivi), veloce approvazione del PRP per permettere agli amici di IGD di fare le villette a Porta Mare a discapito delle riparazioni e, infine, automobili ovunque.

Finita la frastornazione della sconfitta elettorale, sono un’altra volta tutti insieme appassionatamente: Strazzullo, Pardini, Costalli, Ruggeri, Bacci e Rossi. Con Il Tirreno a cucire l’alleanza e a cucinare bene gli argomenti.

La famosa crisi del Gattopardo. Ce lo ha detto Renzi perchè ce lo dice l’Europa

p.s: naturalmente chi ha modelli alternativi da proporre deve agire con tutte le proprie forze ora, perchè piangersi addosso non serve. Alle lacrime di coccodrillo ci penserà poi qualche giornalista del Tirreno quando fra qualche anno scriverà qualche editoriale sul modello Livorno che non funziona e sulla miseria che avanza.

da redazione Senzasoste, 20 novembre 2014

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