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pubblicato il 2.10.12
Addio a Shlomo Venezia. Sopravvisse alla Shoah
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? morto a Roma Shlomo Venezia, uno dei sopravvisuti alla Shoah e protagonista dei Viaggi della memoria. Nato il 29 dicembre 1923 a Salonicco, fu deportato ad Auschwitz. L'undici aprile 1944 scese dal vagone piombato nel lager di Birkenau, dopo 11 giorni di tradotta e fu accolto da due fortissimi colpi alla testa sferratigli da un soldato nazista. Lo raccontò lui stesso l'11 aprile del 2011, esattamente 67 anni dopo, commemorando a Birkenau quel giorno che segnò l'inizio di un periodo d'inferno dal quale si salvò miracolosamente.

Durante la prigionia fu costretto a lavorare nelle "unità speciali" dei forni crematori che avevano il compito di uccidere e bruciare i cadaveri, i cui componenti venivano periodicamente uccisi. Riuscì a salvarsi, unico tra gli italiani, e a pubblicare i suoi racconti e le sue memorie nel 2007 sotto il titolo "Sonderkommando".

Sette mesi a Birkenau a tagliare i capelli alle donne destinate alle camere a gas e al recupero dei cadaveri destinati ai forni crematori, poi altri cinque a Mauthausen, infine l'insperata salvezza dopo ''il gas, le torture, la scomparsa dei parenti, degli amici, freddo e, ovunque intorno, la fame''. ''Racconto tutto e lo faccio per i ragazzi'', diceva Shlomo.

Per la sua tragica storia e l'eccezionale vicenda, Roberto Benigni lo volle accanto a sé come consulente per il film "La vita è bella".

Su iniziativa del sindaco di Roma, Gianni Alemanno,
la conferenza dei sindaci dell'area metropolitana, riunita a palazzo Valentini, ha osservato un minuto di silenzio. Poi il sindaco ha detto: ''Dobbiamo accelerare ancor di più la costruzione del Museo della Shoah proprio perché ci sia la possibilità di continuare l'opera di formazione e trasmissione della memoria''.

"Ho appreso con dolore immenso la notizia della scomparsa di Shlomo Venezia - ha detto il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti - e voglio rivolgere alla moglie e a tutti i famigliari le più sentite condoglianze mie e di tutta la provincia di Roma". "Come ci ha raccontato nel suo libro 'Sonderkommando Auschwitz'- aggiunge Zingaretti- e poi, tante volte, nei viaggi della Memoria con i ragazzi e le ragazze delle scuole di Roma e provincia, Shlomo ha conosciuto in prima persona il luogo più nero e terribile della barbarie umana e la macchina dello sterminio. Fra i pochissimi superstiti al mondo delle squadre speciali addette alle camere a gas, ha ritrovato in se stesso la voce per trasformare in racconto e in memoria la ferita che aveva dentro, trasmettendo a chi lo ascoltava la straordinaria volontà di non arrendersi, riaffermare i valori della vita e di sconfiggere, con la forza della testimonianza, l'oltraggio della morte e della violenza". Il presidente conclude dicendo che "è difficile oggi, ed è sempre stato difficile, trovare le parole per ringraziare Shlomo per tutto quello che ci ha dato e ci ha insegnato, ed è difficile, forse impossibile, comprendere fino in fondo la sua sofferenza, il suo coraggio, la sua generosità. Ci proveremo, glielo dobbiamo, continuando a tenere viva la memoria dell'orrore estremo che Shlomo ha vissuto, mantenendo alta la vigilanza contro ogni negazionismo e combattendo in ogni luogo la cultura dell'intolleranza e della sopraffazione dell'uomo sull'uomo".

"La notizia della morte di Shlomo Venezia è di quelle davvero terribili - ha commentato il deputato del Pd Wlater Veltroni - Era un uomo straordinario che aveva vissuto la più terribile delle esperienze era stato internato nei campi e li la sua mansione era la più terribile che si possa immaginare, era davvero 'l'ultimo gradino dell'inferno', come ha detto lui". "Doveva, insieme agli altri membri del cosiddetto 'sonderkommando', accompagnare i suoi fratelli fin dentro le camere a gas, aspettare che il 'ziklon B' facesse il suo effetto, quindi recuperare i cadaveri e trasportarli agli enormi inceneritori. Un'esperienza incancellabile ma che non aveva piegato il suo animo".

(01 ottobre 2012)

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