Rivolta

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Arriva dalla cronaca la notizia di una rivolta nel carcere di Cremona. Una lettera di un detenuto aiuta a delineare il clima attorno a quel momento e a capire bene cos’è successo.
Erano due giorni che nell’unica sezione chiusa del carcere lombardo accadeva qualcosa a scuotere la routine. Domenica 25 agosto i detenuti vengono evacuati nel cortile dell’aria perché la sezione è stata intasata dal fumo causato dal rogo di un materasso e di altri oggetti. Un ragazzo ha manifestato così la sua rabbia dopo un diverbio con una guardia.
La cella annerita è stata fatta ridipingere da un altro detenuto, poi obbligato a fermarsi nella cella da lui “restaurata”. Egli arrivava da un’altra sezione in cui le celle sono aperte durante il giorno, quindi con questo spostamento perdeva un briciolo di comodità in più. Organizza così un fuocherello nella cella con il giornale e la spazzatura.
All’interno delle mura del carcere di Cremona tanti hanno maturato i benefici, ma non riescono ad accedere alle misure alternative perché l’educatore non si fa vedere e non conclude le relazioni da inoltrare per le richieste al Magistrato di Sorveglianza. L’ennesima assenza delle educatore in aggiunta ad altre magagne accumulate fa montare la rabbia così Martedì 27 Agosto, alle 11 di mattina di ritorno dal passeggio un gruppo numeroso di detenuti ha iniziato a sfasciare le finestre della sezione e le luci della saletta della socialità, ricavando sbarre di ferro dalle inferriate. Dopo qualche minuto gli altri attorno hanno capito che non si trattava di qualcosa di simbolico e si sono uniti tutti alla protesta. Si sono aperte le porte delle celle, che se non hanno i blindi chiusi possono facilmente essere aperte con un coltello di plastica. Poi tutti si sono impegnati a riempire il corridoio di coperte, secchi d’acqua e sgabelli. Hanno ipotizzato un intervento della celere con gas lacrimogeni, quindi qualcuno ha consigliato e distribuito pezze bagnate per difendersi dal fumo tossico, intanto le telecamere venivano divelte o coperte con stracci. Un uomo con una spranga in mano camminava avanti ed indietro davanti al gabbiotto delle guardie, un altro andava in giro con un bastone e una maglietta in testa, un altro detenuto muscoloso passeggiava con un coperta avvolta al braccio a mò di scudo e un lenzuolo trasformato in arma avendogli appeso qualcosa di pesante. Nelle celle sono depositati legni e mazze. Per un paio d’ore i detenuti hanno avuto il controllo della sezione, mentre una decina di loro era scesa negli uffici a parlare con il direttore e l’educatore.
Dopo il ritorno della delegazione vengono smontate le barricate e ritornano in cella con la rassicurazione di qualche promessa da parte della direzione.
Pochi giorni dopo chi, secondo le guardie, è stato il promotore della protesta, viene trasferito altrove; non si hanno notizie di ulteriori ritorsioni.

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