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COLOMBIA TIERRA DE TODOS 15/09/2004

Marcia indigena verso Cali

Avanza la Marcia indigena: 50mila indigeni marciano verso Cali.
Martedi 14 settembre parte da Quilichao la "Mobilitazione contro il progetto di morte e per il Piano dei Popoli per la Vita"; decine di migliaia di uomini e donne indigene dopo aver percorso chilometri e chilometri arriveranno nella città di Cali per manifestare la loro opposizione alla Controriforma Costituzionale del Presidente Uribe Velez e il loro "NO" ai Trattati di Libero Commerco e all'ALCA. Per la prima volta le organizzazioni e gruppi di comunicazione indigeni hanno lavorato a dei progetti sulla comunicazione, che permetteranno di informare e comunicare in maniera autonoma direttamente dai luoghi percorsi e attraversati dalla Marcia Indigena e Popolare. Diverse radio comunitarie e siti internet si coordineranno e trasmetteranno attraverso una emittente virtuale della ONIC.

A partire da lunedi 13 Radio Indymedia Colombia rimanderà in internet il segnale di Radio Payumat, che trasmetterà direttamente dalla Marcha Minga Indigena: ascolta lo streaming qui.
[ Informazionisulle trasmissioni radio ] - [Frammenti audio di martedi 14 ]

Aggiornamenti dalla Marcia: [ 13/09 ] - [ il ruolo dei media ]
LINSK UTILI: Indymedia Colombia - Cabildos indigeni - SIpaz

Con la marcia indigena comincia in Colombia un mese di mobilitazioni sociali: dal 15 al 18 settembre si realizzerà lo S.O.S. contro lo sterminio del movimento sindacale; per il 16 settembre è programmata la Giornata Nazionale di Protesta; ad ottobre i maestri cominceranno uno sciopero illimitato che si sovrapporrà poi il 12 del mese alla "giornata di azione continentale indigena e della protesta andina contro il Trattato di Libero Commercio", per la quale è previsto uno Sciopero Nazionale convocato dalle organizzazioni sindacali, affiancate dalla mobilitazione dei campesinos.

APPUNTAMENTO AL MADISON SQUARE GARDEN... 02/09/2004
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Convention repubblicana a NYC

Dal 30 agosto al 2 settembre è in programma a New York la convention nazionale del partito repubblicano, in un clima di repressione messo in atto dall'amministrazione comunale del sindaco Bloomberg ormai da giorni. Dopo la provocatoria proposta di lasciare un autostrada periferica per lo svolgimento delle manifestazioni, il 28 agosto sono cominciati gli arresti e le perquisizioni. Per tutta la durata della convention sono previsti cortei e proteste.

Critical Mass in 6000 contro Bush, 256 arrestati (disponibile anche il video degli arresti).

Il calendario avvenimenti

Aggiornamenti dal newswire:
- 29.08.04 / 1 | 2 | 3
- 30.08.04 / 1 | 2 | 3
- 31.08.04 / 1 | 2

Aggiornamenti continui su Indymedia NY

APPUNTAMENTO AL MEDISON SQUARE GARDEN... 02/09/2004
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Convention repubblicana a NYC

Ultimi giorni per la convention nazionale repubblicana, coronata da migliaia di arresti e trascorsa in un clima generale di repressione e nuova caccia alle streghe...

>>> continua in categoria guerre globali
PALESTINA 21/08/2004
ALT

Prigionieri in sciopero della fame

Sono circa 4000 su 7500 i prigionieri palestinesi reclusi nelle carceri israeliane che hanno iniziato, da qualche giorno, lo sciopero della fame [es].
In reazione allo sciopero le direzione carceraria ha imposto nuove misure restrittive. Le autorita' hanno infatti rimosso radio e televisioni dalle celle, sospeso la distribuzione di quotidiani, cancellato le visite dei congiunti. inoltre le guardie hanno messo barbecue succulenti vicino alle celle dei prigionieri in sciopero della fame.
Lo sciopero, iniziato in diverse prigioni del paese, serve a porre l'accento sulle disumane condizioni in cui versano i prigionieri palestinesi: chiedono di porre fine ai maltrattamenti, alle intrusive perquisizioni corporali, di non essere forzati a mostrarsi nudi davanti agli altri detenuti, di sospendere le pesanti multe che vengono imposte per futili motivi, la rimozione dei vetri che li separano dai parenti durante le visite e di migliorare il servizio medico giudicato insufficiente.
Inoltre viene richiesta la liberazione delle quasi cento donne recluse e dei 475 minori al di sotto dei 16 anni.

Numerose le azioni di solidarieta' previste per il mese di Agosto. La prima avra' luogo il 18 agosto giorno in cui ricorre l'annuale giornata di solidarieta' con i prigionieri.
Contemporaneamente culmina al check point di Kalandia la Freedom March iniziata a Jenin 56 giorni fa, per protestare contro l'inesorabile costruzione del muro dell'Apartheid.

Aggiornamenti
03.09: ISM report
30.09: sull'aggressione contro internazionali da parte di coloni | nuove minacce contro gli internazionali in cisgiordania
29.09 agguato contro volontari internazionali | anarchici contro il muro 1 - 2 | audio da nablus | gaza | ISM report
28.09 Arresti a Budrus
23.09 manifestazione ad Hebron
19.09 Pete finalmente libero
09.09 la Corte si è espressa sui pastori di Suseya
07.09 intervista a Giordano
06.09: contro la deportazione dei pastori palestinesi di Suseya
03.09: Giordano e' a casa, Peter no
02.09: terminato lo sciopero della fame

18 agosto - 02 settembre
PALESTINA 01/10/2002

Dossier Palestina


Attentati, morte, distruzione. Due anni di intifada (dal 28 settembre 2000) e altri trenta sulle spalle di continuo conflitto, e l'aggressione di Israele nei confronti della Palestina continua senza sosta. Contare i morti però non basta.
Con gli attentati, le morti, le distruzioni in Palestina hanno dovuto imparare a convivere tutti. E cio che rende sempre più lontana una risoluzione, non è solo la guerra tradizionale, ma lo stillicidio di violenze che vengono praticate quotidianamente nel tentativo di stroncare i presupposti stessi della vita. Ai Palestinesi, lo stato israeliano sottrae case, terra, acqua. Seimila case distrutte dal 1967, 30 mila palestinesi rimasti senza casa. Nessun permesso rilasciato per la costruzione di edifici, mentre quelli dove abitano le famiglie palesinesi vengono abbattuti per impedire che le comunità non israeliane si possano espandere. E una delle più raffinate strategie di intervento senza l'uso diretto della forza, preve l'accerchiamento dei piccoli insediamenti con grandi edifici costruiti appositamente e in poco tempo. In questo modo viene interrotto ogni collegamento con le comunità palestinesi di riferimento. Lo scopo: creare disagio e paura e costringere la gente ad abbandonare volontariamente le case.
Un vero accordo di pace non è mai stato analizzato da chi gestisce il potere, e tra i primi responsabili ci sono gli Stati Uniti, anche se i grandi media americani dipingono l'impossibilità di raggiungere un accordo come un fallimento dovuto a opinioni inconciliabili, a fanatismi religiosi e culturali. Persino la proposta del principe saudita Abdullah di normalizzare le relazioni con tutti gli stati arabi, in cambio della rinuncia ai territori del West Bank, è stata accolta tiepidamente dall'amministrazione Bush, che le ha attribuito il valore di "un sogno". E, secondo il New York Times, il segretario di stato americano Colin Powell l'ha bollata come una proposta di rilevanza minore.



Qualcosa però sta cambiando. Sono segnali sparsi, ma significativi, che dimostrano che il disagio provocato in tutto il Medio Oriente, sta confluendo in una reazione forte, che proviene da più fronti. Arrivano sia dal mondo arabo sia dall'opinione pubblica israeliana. E potrebbero costringere chi detiene il potere a rinunciare allo stereotipo più ricorrente, quello secondo il quale Israele è la grande Vittima e ogni israeliano ha il diritto di difendersi dai terroristi palestinesi con ogni mezzo e combatte solo per difendere la sua libertà, mentre tutti i palestinesi sono violenti terroristi. Questo stereotipo, come in altre occasioni, giustifica un potere forte, occulta i reali motivi per cui la situazione in questa area geografica sembra essere non risolvibile.


La situazione sarebbe ben diversa se anche le opposizioni israeliane al governo di destra di Sharon potessero avere voce. In parte sta accadendo. Si tratta di inviative di grande richiamo pubblico,anche se vengono definite dagli stessi che le propongono come operazioni "morali" e non politiche: mille ex generali israeliani, che appartengono al Consiglio per la pace e la sicurezza, un movimento al quale partecipano alti gradi del Mossad e del servizio segreto Shin Beth, hanno lanciato un appello nel quale si chiede che Israele si ritiri unilateralmente dai Territori occupati. E un gruppo di soldati riservisti, ossia soldati che dopo il servizio di leva vengono richiamati per periodi brevi in servizio, che hanno lanciato un appello nel quale annunciano pubblicamente di rifiutare di combattere nei Territori occupati. Si affiancano però ad altre iniziative, di diversa matrice e molto più articolate, come quelle dei movimenti per la pace.
In questa grande categoria compaiono gruppi pacifisti veri e propri sia organizzazioni che non sono nello specifico "pacifiste", ma portano avanti delle richieste per un accordo di pace bilaterale e per il riconsocimento di entrambi gli stati, quello israeliano e quello palestinese.

Nei prossimi incontri in Medio Oriente tutti questi segnali non potranno più essere trascurati . C'è grande attesa per esempio per il meeting della Lega Araba,previsto per il 27 marzo a Beirut. Gli Stati Uniti potrebbero trovare conveniente appoggiare la proposta del principe saudita Abdallah, in cambio di collaborazioni su altri versanti politici ed economici. E in molti sono convinti che la proposta di far rientrare Israele entro i confini del 1967 sia l'unica e significativa idea emersa da fonti istituzionali negli ultimi dieci anni.
Era già stata avanzata. Ma forse, dopo l'11 settembre, qualcosa è cambiato.


Appello per la manifestazione del 9 marzo a Roma e per la giornata della terra il 30
Dossier TMCrew
IMC Israele
IMC Palestina

Rapporto Mitchell (da Studi per la Pace)


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