Apertura del canale YouTube dell’Assemblea Permanente Anti-Nucleare – Emilia Romagna

Il 26 aprile del 1986 a Chernobyl, in Ucraina, nell’ex URSS, esplose uno dei reattori della centrale nucleare a seguito di uno “stress test non riuscito”.

Ciò che ne conseguì fu una delle più immani tragedie della Storia, probabilmente la più grave avvenuta a seguito di un incidente ad una centrale elettronucleare.

La contaminazione del suolo, dell’aria e dell’acqua provocata dalle polveri radioattive, ha trasformato un’area del territorio al confine tra Ucraina, Bielorussia e Russia grande due volte l’Irlanda, in una delle zone più inquinate del mondo. La nuvola dei vapori proiettati in aria si è propagata pressoché su tutta Europa, avvelenando tutto ciò che entrato in contatto con essa.

La percentuale dei decessi e dei malati provocati da quella catastrofe è enorme. La contaminazione maggiore, che sta minando il patrimonio genetico delle popolazioni più direttamente interessate, causa malformazioni e malanni che si registrano oggi e che si protrarranno per centinaia di anni.

Allora il regime sovietico tentò di insabbiare l’incidente e poi di minimizzarne le conseguenze. Le stesse menzogne che udiamo oggigiorno per bocca dei rappresentanti del governo giapponese. I lobbisti e i governi interessati allo sviluppo di questa follia velenifica non hanno interesse a far trapelare ciò che davvero significa avere al proprio fianco uno di questi mostri baluginanti e terribili.

Allora come adesso i negazionisti celano la verità su questa immane catastrofe, così come i nazifascisti hanno tentato di occultare la mostruosità dell’olocausto. Ogni regime cela un suo proprio corollario di scheletri negli armadî, opportunamente occultati.

L’evidenza di Chernobyl e di tutto l’abominio nucleare si protrarrà per centinaia di anni, condannando tutte le generazioni a venire a fare i conti con le scorie e i disastri generati oggi.

A Caorso lampeggiano i resti della “punta di diamante” dell’industria di morte creata nella Prima Repubblica, e apparentemente seppellita dal referendum abrogativo del 1987. In verità Caorso lavora a basso regime. E l’attuale governo ha, infischiandosene della volontà popolare, preconizzato il rilancio del nucleare italiano. Lo Stato italiano senza appellarsi a nessun altro se non alle proprie gerarchie e a tutti coloro che da questa stortura, tra tutte la più evidente, avranno da guadagnarci, ha deciso di rigettarci in questo incubo.

A Caorso il 23 aprile, a distanza di 25 anni, per commemorare le vittime di Chernobyl, si svolgerà un corteo per protestare e per opporci all’abiezione totale di questo progetto. Sfileremo per manifestare il nostro sdegno e il nostro rifiuto e per urlare che non accetteremo questa follia: né a Caorso, né altrove!

Per ulteriori informazioni:

Assemblea Permanente Anti-Nucleare – Emilia Romagna  -  nonukeer@gmail.com

www.autistici.org/controilnucleare

È disponibile il video in HD a chi chiunque ne faccia richiesta a nonukeer@gmail.com

Dati e materiali informativi tratti anche dai siti www.progettohumus.it e www.greenpeace.org/italy/it/

Si ringraziano tutti coloro i quali, a titolo personale o associativo aderiranno a questa e alle ulteriori iniziative contro il nucleare che seguiranno.

http://www.youtube.com/view_play_list?p=CE3A20617E9DDF3D

State tranquilli è tutto sotto controllo!

State tranquilli è tutto sotto controllo!

L’apocalisse nucleare giapponese viene progressivamente soffocata dai media, tanto che molte persone credono che sia stata risolta, che non ci siano più pericoli, che anche la famigerata “nube radioattiva” si sia fermata. Ma non è vero!

Seppur minimizzato rispetto alla realtà, il continuo peggioramento della situazione è visibile dall’innalzamento del livello di gravità dell’incidente da 5 a 7, portato così al massimo grado, identico all’incidente di Chernobyl.
Incidente catastrofico (livello 7) significa che sta avvenendo il rilascio all’esterno di un impianto di grandi dimensioni di ingenti quantità di materiale radioattivo in un’area molto vasta con conseguenti effetti acuti sulla salute della popolazione esposta e conseguenze gravi sull’ambiente.

Ieri, 17 aprile, la Tepco (Tokyo Electric Power)ha reso noto in una conferenza stampa il piano dell’azienda per la messa in sicurezza della centrale nucleare giapponese di Fukushima:

- ci vorranno circa tre mesi per registrare una riduzione dei livelli di radioattività e nove mesi per raffreddare i reattori.

- Dopo aver raffreddato i reattori, Tepco procederà alla chiusura degli stessi in un sarcofago, alla decontaminazione del suolo e alla rimozione del combustibile nucleare esausto.

Tsunehisa Katsumata, presidente della Tepco, ha dichiarato che il piano dell’azienda consentirà alle decine di migliaia di persone evacuate di tornare a casa nel minor tempo possibile: “Presentiamo le nostre scuse più sincere per avere causato problemi”, ha detto Katsumata, citato dalla Bbc: “stiamo facendo tutto il possibile per far sì che la crisi non si aggravi ulteriormente”.

Effettivamente qualche problema l’hanno creato:

La zona attorno alla centrale è un ammasso informe di macerie, fango, cadaveri: una montagna radioattiva che nessuno sa che fine farà. La zona evacuata di 20Km rimarrà inabitabile per oltre 20 anni (secondo le prime stime), oltre i 20Km dalla centrale vivono moltissime persone che non vengono evacuate (oltre 200.000 persone moriranno a causa dell’esposizione alla radiazioni, secondo la stima dell’AIEA. La contaminazione del cibo e dell’acqua è gravissima.
L’emissione di materiale radioattivo nell’aria è continua , hanno riversato migliaia di tonnellate di acqua radioattiva nell’oceano pacifico.

Ovviamente la popolazione giapponese è quella che subisce e subirà più gravemente le conseguenze di questa catastrofe, ma la nube radioattiva alimentata costantemente dalle continue emissioni ha già fatto il giro del mondo. E sulle conseguenze dell’inquinamento dell’oceano pacifico è impossibile fare qualsiasi previsione.

La CRIIRAD (Commissione di Ricerca e di Informazione Indipendente sulla RADioattività) francese ha denunciato che i dati sulla radioattività dell’aria ci sono e rimangono “confiscati dagli Stati”. I dati sull’attività dei radionuclidi sono conosciuti dall’Agenzia Internazionale dell’energia Atomica (AIEA) ed dall’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS). Queste organizzazioni possono utilizzarli per integrare tutti i dati forniti dagli Stati, per stabilire le valutazioni necessarie alla protezione delle persone, che possono essere interessate dalle ricadute dell’incidente. l’AIEA e l’OMS non hanno pubblicato questi risultati.

Ci stanno avvelenando, hanno provocato una catastrofe ambientale di proporzioni immani…ma non preoccupatevi, dormite sonni tranquilli, è tutto sotto controllo.

Passo indietro del governo via le norme, salta il referendum

Palazzo Chigi ha deciso di andare oltre la moratoria di due anni stabilendo lo stop. Dietro la scelta i timori per il raggiungimento del quorum anche sul quesito per abrogare il legittimo impedimento di VALERIO GUALERZI

Lavori nella vecchia centrale nucleare di Montalto di Castro

ROMA - Il governo ha deciso di soprassedere sul programma nucleare ed ha inserito nella moratoria già prevista nel decreto legge omnibus, all’esame dell’aula del Senato, l’abrogazione di tutte le norme previste per la realizzazione di impianti nucleari nel Paese. Si tratta di un emendamento che recita: “Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare”.

Una scelta che avrà con ogni evidenza l’effetto di far decadere il quesito referendario 1per l’abrogazione della legge con cui si apriva la strada al ritorno dell’energia atomica in Italia.

Il provvedimento in questione era stato uno dei primi varati dal governo e risale al giugno del 2008. Un decreto legge, il n. 112, “convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133″ per la “realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare”. Un’accelerazione che aveva convinto l’allora ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola ad annunciare incautamente che il governo avrebbe

ottenuto la posa della prima pietra 2di una nuova centrale nientemeno che entro la fine della legislatura.

La scelta dell’esecutivo di fare marcia indietro era stata in qualche modo anticipata da una serie di uscite degli ultimi giorni del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, molto critiche nei confronti dell’opportunità di massicci investimenti sul nucleare. Dichiarazioni culminate oggi con l’intervento davanti alla Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo. Tremonti in quella sede ha sostenuto l’opportunità di finanziare lo sviluppo delle energie alternative nel quadro di investimenti pubblici di interesse collettivo. “Questa fase – ha detto Tremonti – va utilizzata anche per sostenere investimenti pubblici destinati a operazioni di interesse collettivo. Il finanziamento delle energie alternative risponde a questa esigenza”.

Stando ad indiscrezioni, la scelta di cassare del tutto le ambizioni nucleari sarebbe stata dettata a palazzo Chigi da allarmanti indicazioni sulla possibilità che il referendum, anche sulla scia dell’allarme per la catastrofe giapponese raggiungesse il quorum necessario per la sua validità. Per questo motivo la decisione del governo è stata accolta con un certo fastidio dai comitati promotori e dalle forze politiche che più di tutte si erano impegnate per la loro realizzazione, Idv in testa. La scomparsa del quesito sul nucleare rischia infatti di produrre una smobilitazione in grado di mettere a repentaglio l’ottenimento del quorum, con il conseguente fallimento della battaglia contro la privatizzazione dell’acqua e – sopratttutto – contro la norma sul legittimo impedimento che rischiava di trasformarsi, in caso di successo, in un plebiscito contro Silvio Berlusconi.

“Sul nucleare – commenta Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd,
il governo terrorizzato dal giudizio degli italiani è costretto a fare marcia indietro. Il disastro che si è purtroppo verificato a Fukushima ha denudato la propaganda nucleare, ma chi è sempre stato contrario al ritorno al nucleare sa bene che si tratta di una scelta vecchia, sbagliata, impopolare e antieconomica per l’Italia. Dai dati in nostro possesso, di fatti, la maggior parte degli italiani, anche tra gli elettori del centro destra, è profondamente contraria ad un ritorno all’atomo”.

(19 aprile 2011)  http://www.repubblica.it/ambiente/2011/04/19/news/nucleare_governo-15134078/?ref=HREA-1

Proteste anti nucleari in India, polizia spara sulla folla

19-04-2011

Repressa nel sangue una manifestazione contro la più grande centrale nucleare del mondo (9.900 MW) che Areva sta costruendo nei pressi Jaitapur, nello stato centrale del Maharashtra. Le proteste erano già partite nei mesi scorsi. Il recente disastro di Fukushima ha aggravato ulteriormente la tensione.

Proteste anti nucleari in India, polizia spara sulla folla La tragedia nucleare giapponese di Fukushima riaccende la protesta contro l’atomo in tutto il mondo. Ieri è stata la volta dell’India, dove le manifestazioni si sono concentrate a Jaitapur, nello stato del Maharashtra, nei pressi del sito in cui il colosso francese Areva sta costruendo la più grande centrale del mondo con ben sei reattori Epr da 1.650 MW ciascuno, per un totale di 9.900 MW. Alla gente che protestava contro il mega impianto, la polizia ha risposto con cariche e proiettili veri reprimendo la manifestazione nel sangue. Secondo le ricostruzioni della stampa indiana, dopo una prima protesta in mattinata, le manifestazioni sono proseguite nel corso della giornata, sfociando in violenti scontri. Il corteo dei manifestanti si è diretto contro un commissariato di polizia. Sarebbe seguito un lancio di pietre contro gli agenti, che dopo aver tentato inutilmente di disperdere la folla a manganellate e sparando proiettili di gomma, hanno aperto il fuoco.

Per il capo della polizia dello stato, Gulabrao Pol, “non c’era altra scelta. Abbiamo fatto il possibile per controllare la situazione, ma una folla composta da centinaia di persone ha cercato di sopraffarci”, si è giustificato. “Abbiamo lanciato lacrimogeni, poi proiettili di gomma. Dopo non abbiamo avuto alternativa che quella di sparare.” Nella sparatoria è rimasto a terra un giovane trentenne. Molti altri sono rimasti feriti. Anche in questo caso viene così calpestato il diritto all’autodeterminazione delle popolazione locale, in questo caso composta da agricoltori e pescatori, che dovranno lasciare le loro case per far posto agli impianti previsti dalle intese siglate tra Areva e la società pubblica indiana NPCIL (Nuclear Power Corporation of India Limited), nel corso della visita in India del presidente francese Nicolas Sarkozy a dicembre: due accordi quadro per la costruzione di due centrali nucleari. La protesta era già partita nei mesi scorsi, il recente disastro di Fukushima, ha ulteriormente aggravato la tensione. (f.n.)

Nucleare: Su Quesito Referendum Parola Passa a Cassazione (Il Punto)

ASCA) – Roma, 20 apr – Il governo ha deciso di disinnescare la mina del referendum sull’energia nucleare. Nel decreto legge omnibus, oggi all’esame dell’aula del Senato, la maggioranza ha infatti presentato un emendamento che prevede l’abrogazione di tutte le norme relative alla realizzazione di impianti nucleari in Italia. Il 12 e 13 giugno e’ fissata la scadenza referendaria su realizzazione delle centrali nucleari, privatizzazione dell’acqua e legge sul legittimo impedimento. Dopo quanto accaduto in Giappone alla centrale di Fukushima, si prevedeva una massiccia partecipazione al voto in grado di raggiungere il quorum del 50 piu’ uno degli aventi diritti al voto per renderlo valido. Ora tocchera’ alla Cassazione esprimersi sulla novita’ intervenuta a proposito del quesito referendario sul nucleare. La decisione potrebbe essere quella di ridurre a due i quesiti del pronunciamento referendario del 12 e 13 giugno in quanto il primo risulterebbe inutile, vista la decisione assunta dal governo. In tale eventualita’, si potrebbero ridurre le motivazioni della partecipazione al voto. Il testo dell’emendamento della maggioranza non lascia adito a dubbi: ”Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare”. Gia’ nel 1987 tre si’ referendari, sull’onda di quanto era accaduto alla centrale nucleare di Chernobyl in Ucraina, bloccarono la via italiana al nucleare. La previsione era che anche in questo 2011 gli elettori potessero bocciare le centrali nucleari, anche se l’istituto del referendum e’ in crisi dal 1997 quando non si raggiunse il quorum su sette quesiti. La disaffezione dell’elettorato si e’ confermata anche nel 2000, 2005 e 2009 quando si e’ ripetuto quanto accaduto nel 1997. Palazzo Chigi, in un comunicato, ha ulteriormente precisato a proposito di nucleare: ”Con l’emendamento viene affidato al Consiglio dei ministri la definizione di una nuova strategia energetica nazionale. La strategia terra’ conto delle indicazioni stabilite dall’Unione europea e dai competenti organismi internazionali”. L’attenzione e gli investimenti si spostano sulle energie rinnovabili, come precisa Paolo Romani, ministro dello Sviluppo economico: ”E’ importante impiegare le migliori tecnologie disponibili sul mercato per la produzione di energia pulita, in particolar modo per quanto riguarda il comparto delle fonti rinnovabili e dell’energia verde”. Il caso vuole pero’ che proprio oggi, davanti alla sede del Ministero dello Sviluppo economico, sia prevista alle 11 una manifestazione indetta da tempo da Fiom, Film e Uilm contro il decreto sulle energie rinnovabili del 3 marzo scorso che, secondo i sindacati, ”ha bloccato l’intera filiera del fotovoltaico in Italia”. I tre sindacati metalmeccanici precisano: ”Dal varo del decreto sono stati ridimensionati i piani di investimento e in molti casi annunciati processi di delocalizzazione e avviato il ricorso ad ammortizzatori sociali”. Il decreto che riduceva le risorse destinate alle energie rinnovabili era stato criticato anche dall’Unione europea. Dopo la decisione del governo sul nucleare, potrebbe essere completamente riscritto. Gaetano Quagliariello, vice capogruppo dei senatori del Pdl, dichiara al Gr2 che bisogna dare atto al governo di aver assunto una decisione su cui si sta orientando la maggioranza della comunita’ internazionale prevedendo ”il tempo necessario” per riesaminare l’intera questione dell’energia nucleare. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani da’ un duplice giudizio: ”Il governo con ogni evidenza scappa dalle sue stesse decisioni. Credo che questa sia in ogni caso una vittoria nostra, di chi gia’ prima dell’incidente in Giappone aveva messo in luce l’assurdita’ del piano cosi’ come il governo lo aveva concepito”. Antonio Di Pietro, Idv, parla di ”ennesima truffa del governo agli italiani” perche’ ”se il governo avesse deciso di rinunciare al nucleare non potremmo che essere felici, invece con questo emendamento si dice soltanto che si posticipa l’individuazione delle localita’ in cui realizzare le centrali”. ”Lo stop e’ una vittoria di tutto il movimento contro il nucleare ma bisogna tenere alta la guardia. Per ora lo stop al nucleare e’ usato solo come trucco per far fallire un referendum che lo avrebbe definitivamente archiviato”, dichiara Angelo Bonelli, presidente dei Verdi.

Proiettili di uranio impoverito (?)

L’Uranio si trova sotto forma di isotopi “diversamente abili” a produrre energia nelle centrali nucleari .

L’isotopo che serve  nelle centrali è l’isotopo U235 che si trova in percentuali medie dello 0,7 % nei minerali presenti in natura.

Il minerale viene perciò “arricchito” attraverso processi chimico-fisici per aumentare  la concentrazione di U235. Quello che resta viene comunemente chiamato Uranio “impoverito” dalla presenza di U235 ed è costituito quasi esclusivamente da

U238, un isotopo solo leggermente radioattivo ma molto pesante ( 1,7 volte il piombo) che viene utilizzato per questa sua proprietà in applicazioni civili ma anche in applicazioni militari (proiettili ad alta penetrazione).

 

Nel corpo di un militare francese deceduto viene rintracciato uranio ed il militare viene considerato ufficialmente contaminato ma la quantità non viene considerata sufficente ad averne determinato la morte, dunque un firma ma nessun colpevole. Nel corso dell’ inchiesta vengono rintracciati in Kossovo proiettili di uranio che analizzati non sono di uranio impoverito ma realizzati con scorie radioattive . Questo perché questi proiettili contengono anche l’isotopo U236 che non esiste in natura ma viene prodotto a seguito di una reazione nucleare. Sorge quindi il sospetto che le scorie delle centrali, molto radioattive, vengano criminalmente utilizzate per fabbricare queste armi che poi vengono “umanitariamente”  utilizzate in Paesi con problemi umanitari (Kossovo, Iraq, Libia).

Guarda l’inchiesta realizzata da RAI News :

http://www.rainews24.rai.it/it/canale-tv.php?id=22870

www.fermiamoilnucleareinsicilia.it

16/4 Presentazione del corteo di caorso (CR)

Sabato 16 Aprile
ORE 20,30

presentazione del corteo a Caorso contro il nucleare

csa Kavarna
via Maffi 2
Cremona

30/4 concerto benefit antinucleare (TO)

22/4 La radioattività è incompatibile con la vita (BG)

Underground Spazio Anarchico BERGAMO
Via A. Furietti 12/b
VENERDì 22 APRILE ORE 21
LA RADIOATTIVITÀ È INCOMPATIBILE CON LA VITA

Presentazione del corteo a Caorso del 23 aprile, video, dibattito.

Interverrà il coordinamento della campagna “Una volta per tutte contro il nucleare” e un ingegnere nucleare del movimento.

A poco più di 20 anni dal rifiuto popolare del nucleare, a fronte della comprensione degli orrori dell’atomo (vedi disastro nucleare in Giappone), rilanciamo l’esigenza di opporci ai progetti di devastazione ambientale e di morte che i governi vorrebbero imporci.

 

19/4 Le menzogne del nucleare (GE)

scarica il volantino dell’assemblea di genova

LE MENZOGNE DEL NUCLEARE

Il nucleare è pulito. Nucleare significa costruire un tempio consacrato alla produzione di energia, che non potrà essere più smantellato, non riuscire a smaltire le scorie in alcun modo, usare acque di fiumi e mari per il raffreddamento del processo, alterandone l’equilibrio e avvelenandoli, utilizzare “risorse umane” finché esse non vengano contaminate.

Il nucleare è sicuro. Nucleare significa affidare la nostra sicurezza ad una speranza. Non serve pensare a Fukushima per sostenere che la sicurezza di cui parlano gli esperti venditori del nucleare, sia solo un calcolo matematico di rischi e possibilità. Dietro la statistica si cela sempre l’imprevisto, la probabilità, il cigno nero di cui si tace non perché tecnici e scienziati non lo conoscano, ma perché è più conveniente sperare che esso non si verifichi- tenendo conto che la radioattività è sempre e comunque presente durante il processo di produzione di energia.

Il nucleare è destinato ad uso civile. Nucleare significa sottoporre il territorio in cui sorgerà una centrale e la popolazione che vi abita ad un continuo controllo militare, produrre scorie e altri materiali che vengono da sempre usati per costruire bombe. E anche se il legame che esiste fra nucleare civile e militare è coperto da segreto, come non ricordare le bombe all’uranio impoverito, i cui effetti si cominciano a scorgere oggi dopo il bombardamento in Kosovo e dopo l’operazione Desert Storm, in Iraq, i missili a testata nucleare e i sommergibili a propulsione nucleare?

Il nucleare è una risorsa che ci garantirà l’autonomia energetica. Nucleare significa essere dipendenti da una risorsa quale l”uranio che dovrà essere comunque importato e le cui riserve sono destinate ad esaurirsi e per la cui estrazione non si esiterà a stringere accordi con i più crudeli dittatori o a fomentare guerre tra popoli (come succede tutt’ora in Africa).

A chi serve questa ulteriore energia così pulita, sicura, civile e autarchica? Quanto siamo disposti a sacrificare in cambio di questo nuovo combustibile, che sembra spingerci verso una sempre più imminente apocalisse ecologica, e che serve solo per continuare ad alimentare questo modello di sviluppo/sfruttamento?

Siamo sicuri che il referendum sia la strada giusta per mettere definitivamente al bando il nucleare?

Siamo sicuri che il problema che ci pone la scelta nucleare sia risolvibile con la scelta dell’energia alternative?

Da anni il governo, lo stato, l’industria, la ricerca e l’università italiana ( fra cui spicca quella di Genova) si stanno muovendo per far tornare questo tipo di energia e Caorso è stato nuovamente identificato come sito papabile per la sua produzione.

Per questo dire ‘No’ alla centrale di Caorso è dire ‘Basta’ ad un sistema di produzione mortifero, è farsi attivi per dire ‘No al nucleare’ , in ogni dove e per sempre.

Se non scendiamo in strada a dire ‘No’, e continueremo a delegare ad esperti, più o meno di parte, le nostre vite, non potremo sapere cosa ci accadrà.

MARTEDÌ 19 APRILE ALLE ORE 19

ASSEMBLEA PUBBLICA

DI CONTROINFORMAZIONE E DI PRESENTAZIONE DEL CORTEO CONTRO IL NUCLEARE A CAORSO, a cura dell’Assemblea Una Volta per Tutte Contro il Nucleare Milano-Saronno

FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA, VIA BALBI 4

Genova

Dansette