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  • Tag Archives alce
  • Dalla Val Susa a Lucca Comics (e non solo)

    Per aggiornamenti e per saperne di più sul movimento No Tav segui questi links:

    notav.info

    notav.eu

    tgmaddalena.blogspot.com

    Vieni anche al convegno nazionale  su “Inceneritori – Alce, devastazione delle Alpi Apuane e della Val di Susa” che si terrà a Bagni di Lucca presso il Teatro Accademico sabato 10 novembre. Leggi qui la brochure. Cliccando qui puoi invece leggere l’ultimo comunicato dei Comitati Ambiente e Salute di Bagni di Lucca e Borgo a Mozzano sulla vicenda Alce.

    Presto pubblicheremo altre foto della gioiosa partecipazione del movimento No Tav a Lucca Comics. Torna a trovarci!


  • Importante e urgente

    COMUNICATO STAMPA DEI COMITATI AMBIENTE E SALUTE

    Nell’incontro pubblico, che si è tenuto il 28 dicembre nella Sala delle Feste a Borgo a Mozzano, i numerosi cittadini presenti in Sala hanno condiviso la volontà dei Comitati Ambiente e Salute e di Legambiente Onlus di ricorrere al Consiglio di Stato contro l’Autorizzazione concessa dalla Provincia di Lucca all’impianto a biomasse che Alce Spa vorrebbe costruire a Fornoli. Il ricorso è più che mai necessario alla luce della decisione del TAR Toscana che non ha voluto neppure considerare i due ricorsi dei cittadini, dichiarati incredibilmente illegittimati a difendere il proprio diritto alla salute e quello alla proprietà privata. (Cliccando qui puoi leggere un breve commento alla sentenza).

    I Comitati si appellano a tutti i cittadini consapevoli affinché supportino economicamente l’impegno di spesa che il ricorso comporterà: circa 20000 euro, comprensivi di cifra cautelativa per un’eventuale, malaugurata, soccombenza. Naturalmente, in caso di vittoria, i contributi saranno restituiti.

    I contributi possono essere versati sul conto corrente che è stato messo a disposizione da Legambiente Onlus in maniera specifica per raccogliere i fondi per il ricorso al Consiglio di Stato. Queste le coordinate bancarie:

    Bonifico bancario intestato a LEGAMBIENTE ONLUS

    BANCA PROSSIMA PER LE IMPRESE SOCIALI E LE COMUNITA’

    IBAN: IT 21 J 03359 01600 100000000630

    CAUSALE: “Raccolta fondi per ricorso ALCE al Consiglio di Stato”.

     I contributi possono anche essere consegnati direttamente ai membri del Comitato, che provvederanno a versarli a Legambiente Onlus e a rilasciare ricevuta utile anche ai fini di detrazione o deduzione fiscale.

    Continue reading  Post ID 3566


  • Ma gli inceneritori inquinano?

    Riceviamo da un membro del Comitato Ambiente e Salute della Valle del Serchio la seguente nota.

     Il comunicato stampa dell’ISDE (v. sotto) deve far riflettere. I decisori politici travisano la verità. Gli inquinanti segnalati nel comunicato, in particolare le PM10 e l’NOx, sono previsti in grande quantità anche nelle emissioni dell’impianto progettato dall’Alce, con l’aggiunta di tonnellate di nanopolveri (essendo la combustione del legno quella che produce più polveri dopo quella del carbone). L’inquinamento a norma di legge è una bufala pazzesca. L’impianto dell’Alce, mai sottoposto né prima né adesso a Valutazione di Impatto Ambientale, è stato autorizzato senza pretendere tutte le Valutazioni atte a garantire piena tutela della salute dei cittadini. Non c’è legge che giustifichi i rischi segnalati da tutte le evidenze scientifiche. Basta con l’ignoranza e la superficialità di questi inadeguati decisori.

     Leggi il Comunicato stampa Isde Emilia Romagna. (Not for fainted heart! Explicit content!)

    Lucca Libera! consiglia attenzione nella lettura: i dati sono spaventosi e gli amministratori politici risultano altamente nocivi.


  • Sentenze TAR su Alce: il comunicato del Comitato

    Pubblichiamo integralmente il comunicato stampa del Comitato Ambiente e Salute di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca sulle sentenze del TAR in merito all’impianto a biomasse progettato dall’Alce Spa.

    Il 16 novembre 2011, con inconsueta rapidità (meno di un mese), il TAR Toscana ha emesso le sentenze n. 1679 e 1680/2011 con le quali ha dichiarato inammissibile il ricorso dei cittadini per l’annullamento dell’Autorizzazione concessa all’Alce per la costruzione dell’impianto a biomasse, riconoscendo ammissibile solo il ricorso di Legambiente-onlus. Con queste due sentenze il TAR Toscana ha stabilito che i cittadini residenti in prossimità di impianti potenzialmente dannosi per la salute dovrebbero “indicare il danno concretamente subito dal funzionamento dell’impianto” per essere legittimati a ricorrere. Il TAR ha ritenuto che “l’aspettativa alla salubrità dell’ambiente” non sia motivo sufficiente a legittimare il ricorso dei cittadini residenti nelle immediate vicinanze dell’impianto progettato. A supporto di questa decisione il TAR Toscana ha citato una serie di sentenze di TAR e Consiglio di Stato.

    Rimandando a un intervento successivo l’analisi della risposta del TAR ai motivi di diritto proposti nell’unico ricorso esaminato, ci preme innanzitutto evidenziare che le due sentenze rappresentano di fatto un duro colpo per la democrazia partecipativa, una negazione sostanziale del principio secondo cui ai soggetti privati ricorrenti non può “…addossarsi il gravoso onere della prova dell’effettività del danno subendo, prova che, non potendo prescindere dall’effettiva realizzazione dell’impianto, finirebbe per svuotare di significato il principio costituzionale del diritto di difesa predicato dall’art. 24 della Costituzione, rendendolo possibile solo allorquando il diritto alla salute e/o all’ambiente salubre fossero già definitivamente ed irrimediabilmente compromessi od esposti a pericolo” e che non è necessario dimostrare “l’esistenza di un danno concreto ed attuale ai fini dell’impugnativa di un provvedimento che autorizza l’avvio di un’attività potenzialmente inquinante essendo sufficiente la prospettazione di temute ripercussioni sul territorio collocato nelle immediate vicinanze ed in relazione al quale i ricorrenti sono in posizione qualificata”, principi statuiti da copiosa giurisprudenza prodotta dai ricorrenti e recentemente condivisi proprio dalla II Sezione del TAR Toscana.

    Il TAR Toscana, nella recente sentenza n. 1411/2011 sull’impianto a biomasse di Gallicano, ha evidenziato, citando sentenze ad hoc, che “ i soggetti residenti in prossimità della località nella quale si intende realizzare un impianto di consistenti dimensioni preposto alla produzione di energia elettrica, ed alimentato da combustibili che sono potenzialmente suscettibili di incidere negativamente sulla qualità dell’ambiente, sono legittimati ad impugnare l’atto autorizzativo dell’impianto suddetto, attesa la sussistenza di un loro collegamento stabile con la zona interessata alla realizzazione dell’opera”. E ha osservato che “ tale legittimazione non può essere subordinata alla produzione di una prova puntuale della concreta pericolosità dell’impianto, dovendo reputarsi sufficiente la prospettazione delle temute ripercussioni sul territorio collocato nelle immediate vicinanze della centrale da realizzare”. E ancora: “Con riferimento agli impianti per la produzione di energia si è ritenuto che l’interesse personale, attuale e concreto ad impugnare l’autorizzazione unica è ravvisabile in capo al proprietario frontista all’area in cui è autorizzata la realizzazione dell’impianto stesso, attesa la potenziale incidenza negativa che la vicinanza dell’impianto comporta anche sul valore commerciale dei beni immobili.”

    Nel caso di Gallicano il TAR, dopo aver citato le sentenze suddette, aveva addirittura sostenuto che i cittadini avrebbero dovuto fare ricorso principale. Nel caso dell’Alce il TAR Toscana afferma, invece, che per poter fare ricorso non basta la vicinanza al luogo ma occorre anche la dimostrazione di un peggioramento complessivo della situazione ambientale ed un danno concreto e diretto ai cittadini stessi, danno peraltro ampiamente documentato nei ricorsi tramite approfondite relazioni tecniche, studi epidemiologici e scientifici, verbali di ufficiali di Pubblica Sicurezza, avvio di procedure di esproprio.

    A noi, cittadini comuni ma non stupidi, appare evidente che la legge non dà certezze poiché su questioni identiche esistono sentenze, clamorosamente di segno opposto, quali quelle citate, che vengono utilizzate discrezionalmente dai giudici. La discrezionalità, se pur legittima, suscita inevitabilmente sfiducia nella giustizia e nelle istituzioni.

    Le sentenze n. 1679 e 1680/2011 del TAR Toscana inoltre sono sicuramente un precedente gravissimo, che, se passasse sotto silenzio e senza opposizione, rappresenterebbe una mannaia per tutti i Comitati e i Cittadini, non solo toscani, che sarebbero di fatto senza voce e senza diritto nella difesa della Salute e dell’Ambiente.

    Questa sentenza si colloca peraltro in un quadro politico di evidente censura rispetto ai diritti di opposizione, replica e ricorso dei cittadini contro atti autorizzativi. Il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, solo pochi giorni fa, in un’intervista sulla questione del pirogassificatore di Castelfranco, ha dichiarato che “bisogna evitare che si ripetano casi come quello della Lucart… non può essere un comitato che si dice contrario a un’opera ad impedirne la realizzazione, se questa non contrasta con regole, vincoli e normative”.

    Oltre alle scandalose contraddizioni nell’interpretazione e applicazione delle leggi, il Governatore Rossi evidentemente dimentica che le regole, i vincoli e le normative, nonché la loro applicazione, sono frutto comunque di valutazioni e scelte politiche che poggiano su opinioni scientifiche spesso contrastanti, solitamente disattendono il tanto sbandierato principio di precauzione, spesso subiscono pressioni di carattere politico e finanziario o sottostanno a logiche ricattatorie di tipo occupazionale.

    Vogliamo a questo proposito segnalare proprio due normative recenti varate dalla Regione Toscana. La L.R. 1 agosto 2011 n. 35, in cui si stabiliscono misure per “un’accelerazione delle procedure per la realizzazione delle opere di interesse strategico regionale” sia pubbliche che private, nel cui ambito di applicazione rientrano gli “impianti e strutture per lo smaltimento e il recupero dei rifiuti” e gli “impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili”. Il DPEF 2012 Regione Toscana, a proposito del distretto cartario, stabilisce che “tra il 2011 ed il 2012, è necessario l’avvio, attraverso apposite intese, di un percorso teso a mettere in condizione le aziende del distretto di realizzare gli impianti adeguati: uno o due impianti per il trattamento termico del pulper nella Piana di Lucca e nel distretto della Valle del Serchio; impianti per il trattamento legato al recupero dei cicli tetrapack e fanghi di cartiera.”

    E’ evidente che di fronte a una simile situazione politica e legislativa è necessario quanto mai restare uniti, come cittadini responsabili, per reclamare e pretendere il diritto a essere ascoltati in tutte le sedi giuridiche e istituzionali, nella convinzione che certi progetti, peraltro privi delle Valutazioni di impatto ambientale e sanitario, non debbano e non possano eludere i diritti e la volontà dei cittadini.

     19 novembre 2011

     Comitato Ambiente e Salute di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca

    Per un commento più dettagliato clicca qui.


  • Biomasse all’Alce? E Report?

    Pubblichiamo il comunicato stampa dei Comitati contro l’inceneritore a biomasse dell’Alce. Della questione dell’inceneritore di Fornoli avrebbe dovuto trattare anche la scorsa puntata di Report (Rai 3) ma il servizio (già pronto) è stato tagliato, ufficialmente per i tempi ristretti della trasmissione. Sembra comunque che ci sia stata una telefonata alla Rai da parte di Varraud, amministratore delegato dell’Alce….

    Lucca Libera! tratterà dell’Alce e del business degli inceneritori a biomasse in Garfagnana nel prossimo numero, sempre se riusciamo a completare il giornale (manca un solo articolo, ma si fa attendere, vabbé).

    Intanto ecco il comunicato dei Comitati:

    Le gravi e numerose illegittimità evidenziate nel ricorso giurisdizionale amministrativo davanti il TAR Toscana-Firenze, presentato da Legambiente insieme ad alcuni cittadini di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca e ad un’impresa locale, danno la misura non solo dell’arroganza della multinazionale Silvateam, proprietaria di Alce, ma soprattutto dell’irragionevole acquiescenza dei politici locali e dei sindacati di fronte allo sciagurato piano industriale dell’azienda. Vogliamo ricordare che nel giugno 2009 Alce S.p.A. ha cessato deliberatamente le proprie produzioni di tannino e carta semichimica ed ha mandato in cassa integrazione tutti i suoi 109 lavoratori. Dopo poche settimane ha chiesto l’autorizzazione per la costruzione e l’esercizio di una grossa centrale a biomasse.  I nostri politici ed amministratori (in testa l’Amministrazione Provinciale e l’Amministrazione comunale di Bagni di Lucca ma anche parecchi Consiglieri regionali), invece di stigmatizzare il grave comportamento aziendale, hanno predisposto ponti d’oro davanti a un progetto di impianto a biomasse fallimentare sul piano occupazionale (darebbe lavoro solo a 15 persone invece che alle 109 precedenti), fallimentare sul piano energetico (sprecherebbe oltre il 70% dell’energia termica prodotta), fallimentare sul piano ambientale e sanitario (si produrrebbero enormi quantità di polveri fini e ultrafini), fallimentare sul piano dello sviluppo turistico- termale del territorio (il più grande impianto a biomasse solide dell’Italia Centrale a due passi da terme e strutture ricettive). Senza contare l’ assenza di qualsiasi Valutazione di impatto ambientale e l’incongruenza con tutti i Piani programmatici territoriali. Altrettanto grave è stato l’errore dei sindacati, che hanno avallato e sostenuto un progetto con cui Alce voleva massimizzare i profitti a scapito dell’occupazione. L’atteggiamento della RSU, della CISL e della CGIL appare assolutamente inspiegabile soprattutto se pensiamo che il progetto, così come previsto, si è concluso con l’Autorizzazione (AU) alla centrale a biomasse (15 posti di lavoro) e la contestuale revoca dell’Autorizzazione (AIA) alla produzione di tannino e carta (109 posti di lavoro). I Sindacati sanno bene che, con la revoca dell’AIA, l’Alce non è più legittimata a produrre carta e tannino. (Per poterlo fare nuovamente, dovrebbe sottostare alla Valutazione di Impatto Ambientale, cosa che assolutamente l’azienda vuole evitare, per evidenti ragioni)  Le responsabilità politiche, sindacali e istituzionali sono pari solo a quelle del dirigente provinciale Roberto Pagni, il quale, ignorando inspiegabilmente ogni segnalazione ricevuta, ha concesso l’autorizzazione  unica pur in presenza delle gravi lacune procedurali e delle omissioni illegittime e illecite evidenziate nel ricorso al TAR. 

    Comitati Ambiente e Salute di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca