I residenti presso le centrali nucleari giapponesi sporgono querela
Le nuove autorizzazioni d’esercizio per le centrali nucleari sono sotto tiro. L’ente per la sicurezza nucleare giapponese le avrebbe rilasciate malgrado l’inosservanza delle norme di sicurezza.
Secondo l’ex ingegnere per reattori di General Elecric, Satoshi Sato, anche se si sostiene che sono le più severe del mondo, le nuove norme di scurezza per le centrali nucleari giapponesi non corrispondono agli standard internazionali. Il sismologo Katsuhiko Ishibashi che ha predetto il corso della catastrofe di Fukushima va addirittura oltre e dice che la centrale nucleare Sendai sull’isola di Kyushu (il trad.: 13 milioni di abitanti), alla quale l’ente per la sicurezza nucleare NRA (il trad.: Nuclear Regulation Authority) ha rilasciato una nuova autorizzazione d’esercizio, “Non soddisfa nemmeno le più incuranti regole giapponesi. NRA ha violato le proprie regole. Perciò l’autorizzazione d’esercizio è illegale.”
Alcuni residenti allarmati hanno sporto querela contro Sendai. Hanno fatto fiasco nella prima istanza ma si sono appellati contro la sentenza. Come contro Sendai, sono attualmente in corso dei processi contro tutte le centrali nucleari giapponesi.
Il direttore della NRA, Shunichi Tanaka, nega che il signor Ishibashi avrebbe un’opinione tutta sua. Del monito non vuole parlare. Tutta la stampa giapponese lo passa quasi sempre sotto silenzio. Ishibashi, egli stesso ex-componente della commissione nucleare statale, crede che la NRA subisca le enormi pressioni esercitate dal governo che vorrebbe riattivare le centrali nucleari al più presto possibile e dice: “Tanaka purtroppo non è affatto un sismologo”.
La “Genpatsu-Shinsai”-teoria
Ishibashi ha subito personalmente le pressioni della lobby dell’atomo. Dopo il terremoto Joetsu e Niigata nel 2007, quando una catastrofe fu evitata per puro caso, elaborò la teoria di un “Genpatsu-Shinsai”. Questo neologismo giapponese è composto da “genpatsu”, energia nucleare, e “shinsai”, catastrofe sismica, ed afferma che in una centrale nucleare un sisma può innescare un effetto domino che può arrivare fino alla catastrofe nucleare. Fukushima ha confermato passo per passo la teoria di Ishibashi. Aveva previsto addirittura l’esplosione dell’idrogeno.
Quali sono i danni di un sisma dipende dall’accelerazione e dalla direzione del terremoto ma anche dalla frequenza delle onde sismiche e dalla loro amplitudine, vale a dire dai picchi negli intervalli di spostamento della terra. Ed anche dalla sua durata: più tempo persistono le scosse, più grandi sono i danni. Un sisma con frequenza minore, vale a dire da 1 a 2, 5 hertz, arriva più lontano e durante l’estensione le onde perdono meno energia. Possono provocare dei danni gravissimi anche a grandi distanze, fino a 100 Km o più. In Giappone non esiste centrale nucleare che sia più distante di 100 Km da un probabile epicentro sismico. In questa zona sismica attiva avvengono, inoltre, dei terremoti anche all’interno delle placche tettoniche.
Visto che un terremoto si ripercuote in modo particolarmente distruttivo sulle strutture messe in risonanza dalle sue oscillazioni, dopo la catastrofe di Fukushima, l’ente per la prevenzione sismica della NRC (il trad.: Nuclear Regulatory Commission) statunitense richiede che si collaudi una centrale nucleare sull’intero arco delle frequenze (visto, inoltre, che nelle centrali nucleari anche una gru rovesciata, le piscine di stoccaggio per le barre di combustibile o un grande trasformatore distrutto da un sisma possono provocare un grave incidente nucleare). La NRA giapponese non ha tratto quest’insegnamento da Fukushima. Per ottenere l’autorizzazione, la Kyushu Electric, che gestisce la centrale di Sendai, ha collaudato solo le tre frequenze scelte in proprio riuscendo, poi, ad esibirne la prova di sicurezza. Questo, ignorando i terremoti inter-placche, malgrado tutte le prove del fatto che nel 1909 c’è stato proprio uno di questi a 100 Km dalla centrale di Sendai di magnitudo 7.7.
Sottovalutazione delle frequenze minori
L’ingegnere per reattori Sato avverte: “ E’ anzitutto molto sottovalutato il pericolo dei movimenti a basse frequenze.” Non basta disporre l’impianto per la presunta accelerazione massima. Lo dimostrano alcuni sismi più recenti in Giappone e negli USA, dove gli impianti erano sottodimensionati per questi sismi distanti a basse frequenze. Inoltre, Kyushu Electric calcola con un corso delle scosse di sole 30 secondi. “Troppo breve, ed assai”, dice Sato. Mostra le registrazioni sismiche del terremoto che distrusse Fukushima. Durò quasi cinque minuti.
Inoltre deplora che, per inoltrare la richiesta d’autorizzazione, la NRA avrebbe concesso a Kyushu Electric di far riferimento solo ad alcuni sismi del passato. Le linee guida della NRA prevederebbero invece che l’impianto debba resistere anche alle scosse ritenute, in base alla generale tettonica delle placche, possibili dai sismologi; anche quando non se ne prevedono fino adesso. Il governo giapponese avverte ufficialmente che nella fossa di Nankai, di fronte alla costa dell’isola principale di Honshu, ci sarà un mega-sisma. Potrebbe essere di magnitudo 9 ed innescare onde a bassa frequenza. Kyushu Electric ha volutamente ignorato questo sisma. E nel caso di un terremoto di magnitudo 9.1 nella fossa di Ryuku, che da Kyushu raggiungerebbe Taiwan, ha collaudato solo la centrale di comando di Sendai, ma non lo stabile con il reattore nucleare.
Scosse più rare ma fortissime
Ishibashi ritiene a rischio anche le centrali che danno sul mare giapponese, ed ancora di più perché queste acque sono poco conosciute dal punto di vista sismologico. Il che nelle loro richieste ha permesso ai gestori delle centrali nucleari, che hanno 14 reattori nella sola minuscola prefettura di Fukui, di tenere bassa apposta la magnitudo dei possibili sismi (mentre per questa sosta esistono le prove storiche per dei sismi meno frequenti ma fortissimi). Secondo Ishibashi “Non lo prendiamo abbastanza sul serio”.
Per la centrale nucleare Takahama a Fukui la norma contro gli Tsunami sarebbe insufficiente ma, nonostante tutto, la NRA ha confermato la sicurezza dei suoi reattori 3 e 4. Ma per ora, meno male, non può essere attivata. Dopo una querela da parte di alcuni residenti, un tribunale ha sospeso con effetto immediato l’autorizzazione della NRA. Secondo il verdetto, i dati della gestrice Kepko che proverebbero la sicurezza antisismica di Takahama, sarebbero incerti poiché Kepko si baserebbe solo sulla media dell’accelerazione sismica del suolo. Questo, visto la gravità di un possibile incidente nucleare, non sarebbe sufficiente anche se numericamente la probabilità di un sisma sarebbe minima. L’impresa ha inoltrato appello contro questo verdetto.
Il sismologo Katsuhiko Ishibashi chiude il dialogo in modo quasi biblico. Considera i forti terremoti del 2003 e 2007 che provocarono dei gravi incidenti nelle centrali nucleari, e poi Fukushima, “degli avvertimenti sempre più seri degli déi”.
Fukushima. Ogni giorno dalle 300 alle 400 tonnellate di acqua per il raffreddamento
Mentre Tepco tenta di tranquillizzare i giapponesi con piccole notizie di progressi a Fukushima e di buon grado dimentica di comunicarne i rovesci, per esempio l’ennesima fuoriuscita d’acqua contaminata, Hiroki Koide gira nel paese e lancia un allarme solitario. L’incidente nucleare sarebbe lungi dall’essere risolto, dice l’assistente professore dell’università di Kyoto, i cui libri come “Genpatsu-Uso” (la menzogna nucleare) dopo Fukushima, sono dei bestseller. Le barre di combustibile del bacino di riduzione danneggiato nel blocco 4 conterrebbero abbastanza combustibile per 14.000 bombe nucleari Hiroshima. Se il bacino al quarto piano dello stabile dei reattori fosse crollato, per esempio dopo un nuovo sisma, secondo Koide si sarebbe dovuto abbandonare Tokyo. Pur essendo riuscito, nel frattempo, il recupero delle barre di combustibile dal blocco 4, “queste sono ora stoccate sul terreno in un bacino solo un po’ meno pericoloso”, e “questa catastrofe durerà ancora per decenni”. Non si sa nulla sull’ubicazione e sullo stato del materiale combustibile nei tre reattori fusi. “La radioattività è così alta che neanche un robot può resistere”. Tepco progetterebbe di estrarre i crogioli della fusione accedendo alle macerie dall’alto, ma l’apertura dei contenitori di sicurezza non sarebbe possibile perché ne uscirebbe una nuvola radioattiva. Inoltre, dovrebbero costantemente raffreddare i detriti con l’acqua, “ed i contenitori di sicurezza hanno dei buchi”; per questo motivo, Tepco già ora per il raffreddamento ne consumerebbe 300-400 tonnellate. L’intero impianto sarebbe una palude fortemente inquinata e le cisterne sul terreno contengono ormai 500.000 tonnellate d’acqua contaminata che si può decontaminare solo in parte. Koide prevede: “Fra non molto, Tepco dirà che deve versare l’acqua nel Pacifico”.
tratto da Tagesanzeiger 8 maggio 2015
traduzione di Marco Camenisch