Chernobyl, non ancora spento l’incendio, allarme per la dispersione di radioattività
E’ ancora allarme per l’incendio nella zona di Chernobyl. Contrariamente a quanto annunciato nella notte, i vigili del fuoco continuano ancora a lavorare per spegnere alcuni «focolai minori in un’area di circa 70 ettari» dell’incendio boschivo nella zona di esclusione intorno alla centrale nucleare di Cernobyl, anche se «dalle 06.30 locali (le 05.30 in Italia) l’incendio non si è diffuso ulteriormente», come ha reso noto il servizio delle situazioni di emergenza.
Le autorità ucraine e bielorusse assicurano che il livello di radioattività è nella norma ma diversi esperti russi e ucraini continuano ad ammonire sul rischio che il fumo dell’incendio, trasportato dal vento, veicoli particelle radioattive. Il sito russo Lifenews sostiene che gli abitanti di Kiev, a circa un centinaio di km da Cernobyl, potrebbero sentire l’odore del fumo già stamane e che i medici consigliano di usare mascherine di garza e di bere di più. Il rogo, scoppiato l’altro ieri, si è sviluppato su area di 320 ettari.
Greenpeace stima che gli incendi in corso nei boschi attorno alla centrale nucleare di Cernobyl «rischiano di causare una notevole dispersione di
radioattività». A causa della notevole contaminazione delle foreste e dei terreni attorno alla centrale, afferma l’associazione ambientalista, «i quantitativi totali di materiali radioattivi rilasciati da questi incendi potrebbero essere potenzialmente equivalenti a quelli di un incidente nucleare rilevante». I primi incendi nell’area sono stati segnalati il 26 aprile, giorno dell’anniversario del disastro avvenuto nel 1986. «La radioattività è rilasciata in atmosfera dai fumi dell’incendio e dispersa a seconda dell’andamento dei venti, dell’altezza del pennacchio di fumo e altri fattori meteorologici – afferma l’associazione ambientalista – In incendi precedenti la radioattività è arrivata fino alla Turchia. Sulla base di dati satellitari, gli esperti di Greenpeace stimano che gli incendi abbiano interessato un’area complessiva di circa 13.300 ettari, di cui 4.100 ettari sono effettivamente andati a fuoco».
All’inizio di quest’anno è stata presentata un’analisi dettagliata sui rischi da incendio a Cernobyl: la conclusione, spiega Greenpeace, «è stata che nel caso peggiore il rilascio di radioattività in atmosfera potrebbe equivalere a un incidente di livello 6 della scala Ines (International Nuclear Events Scale).
Sia l’incidente di Cernobyl che quello di Fukushima sono stati collocati al livello 7 della scala Ines». Secondo l’associazione, «dopo ventinove anni, i rischi di rilascio di radioattività dall’area non sono sotto controllo e ciò può comportare ulteriori dispersioni di radioattività sull’Europa.
Il Messaggero, 30 Aprile 2015