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Aggressione fascista a Castelfranco Veneto: i picchiatori protetti e impuniti acquistano coraggio.
Come riportato oggi dalla stampa e dai siti di alcune testate nazionali, domenica sera una studentessa di Castelfranco Veneto, in provincia di treviso, ha subito l’ennesima aggressione fascista.
A bordo di un treno regionale, alle 19:30 circa, in prossimità della sua fermata è stata da mirata due fascisti di circa 20 anni (probabilmente allertati dal fatto che canticchiava “Bella Ciao”), trascinata nel bagno e assalita con botte, insulti e minacce. Disegnate a forza sul suo braccio con un pennarello una croce celtica e la sigla FN che sta a simboleggiare il partito politico di Roberto Fiore “Forza Nuova”, già noto per il sistematico uso della violenza sia a scopo politico che puramente delinquenziale.
Da tempo deninciamo le aggressioni continue da parte di gruppi e cani sciolti della destra estrema nei grandi centri del Veneto, in particolare Treviso e Verona; ma pur essendo divenute più frequenti di recente non sono mai state una cosa “nuova”.
E’ nuovo però che le aggressioni acquistino la stessa gravità nelle zone periferiche come un comune di trenta mila abitanti quale è Castelfranco Veneto. La violenza nera, malattia dei grandi centri veneti, sbarca incontrastata in periferia.
I neo-fascisti nel territorio Veneto e non solo, trovando spesso simpatia, compertura o vera complicità (come a Verona) da parte di alcune istituzioni si sentono protetti e impuniti.
E’ molto semplice per un fascista con il coltello e il pugno facili fare la sua “politica” in un contesto dove il prosindaco Gentilini chiama Forza Nuova “bravi ragazzi” o dove il sindaco Tosi li porta negli uffici comunali e marcia alla testa di manifestazioni di squadristi neri (come successo con gran risalto mediatico qualche settimana fa).
Ma anche il semplice silenzio e lassisimo di amministrazioni meno “appariscenti” ma del tutto insensibili marciano a favore di questo cancro sociale che sta erodendo l’agibilità democratica e la stessa sicurezza per le strade a cui la destra tanto si appella.
Ora a farne le spese ora è una ragazzina di 18 anni ad un orario pressoché diurno come le 19:30, in un luogo pubblico come un treno. Ora anche nella periferia i ragazzi di sinistra sono costretti a girare in gruppo e guardandosi le spalle.
Il fascismo è debole e vigliacco, la forza la tra dall’indifferenza e dall’incultura.
L’abbiamo detto più volte in questi mesi e lo ripetiamo: noi non restiamo a guardare.
Chi è responsabile, per connivenza o per lassismo, di queste aggressioni ha un debito impagabile nei confronti di tutti i cittadini, invitiamo questure e istituzioni a far rispettare la legge Mancino e a proteggere i cittadini democratici e antifascisti dagli squadristi che da troppo sono lasciati liberi di agire.
Le sedi di Forza Nuova e Fiamma Tricolore sono notoriamente piene di mazze, spranghe e materiale neo-fascista e neo-nazista. I loro affiliati sono continuamente fermati o riconosciuti ad operare violenze, aggressioni fino anche a crimini comuni. I capi di queste organizzazioni: Roberto Fiore e Luca Romagnoli, sono personaggi pubblici di cui è noto il presente oltre che l’infame passato.
Tali organizzazioni vanno sciolte per legge e chi, coperto da esse, delinque va punito.
Rimarchiamo il nostro impegno antifascista militante e la necessità di rilanciare l’azione di presidio democratico con una grande mobilitazione antifascista, di popolo e unitaria da svolgere in un luogo simbolo di questa cancrena come la città di Verona.
Federazione Giovanile Comunisti Italiani – Veneto
il coordinatore regionale
Alessandro Squizzato
www.fgci-veneto.it
La Tribuna di Treviso 15/01/08
CASTELFRANCO – Un’aggressione fascista in treno, in pieno giorno. È quello che denuncia una studentessa castellana di 18 anni. «Tornavo da Bassano, e poco prima di arrivare a Castelfranco mi sono avvicinata alle porte. – racconta la ragazza – Due giovani vestiti di scuro mi hanno spinto in bagno, picchiato e minacciato con un coltello. Poi mi hanno disegnato una croce celtica col pennarello sul braccio. Non li avevo mai visti, forse mi hanno sentito cantare ‘Bella ciao’.»
Basta canticchiare una canzone partigiana, talmente diffusa da essere insegnata ai bambini di molte scuole materne, per essere aggrediti in pieno giorno, a 18 anni?
Sembrerebbe di sì, a quanto racconta una studentessa del quinto anno al liceo classico Giorgione. Una ragazza come tante, che non ha mai nascosto le sue simpatie per la sinistra, in passato espresse attraverso l’Unione degli Studenti a Castelfranco ed ora in un altro gruppo studentesco, il collettivo Creattivo di Bassano del Grappa.
Domenica la giovane stava tornando proprio da Bassano, con il regionale delle 19.15. Era sola, ma non è certo abituata a considerarlo un problema, in pieno giorno, a Castelfranco. Eppure per qualcuno non è normale che una ragazza con una sciarpa rossa viaggi da sola, magari canticchiando sovrappensiero ‘Bella ciao’.
La testimonianza della studentessa è molto chiara: «Il treno stava arrivando a Castelfranco, quindi saranno state le 19.30. Mi sono avvicinata alle porte per scendere e di colpo da dietro mi hanno spinto nel bagno.»
Un’aggressione sul cui contenuto politico la ragazza non ha dubbi: «Hanno cominciato a dirmi ‘Lo sai che in questo paese queste cose non si possono fare’. Poi mi hanno dato dei pugni sullo stomaco e una ginocchiata su una gamba, chiamandomi ‘comunista di merda’.»
Le botte, però, non sono la parte peggiore: uno dei due aggressori, infatti, avrebbe mostrato alla giovane un coltello. «Era un semplice coltellino svizzero. – riferisce lei – Ma me l’ha indicato, e ovviamente ero spaventatissima.»
Pochi secondi dopo il treno si è fermato, e la studentessa è riuscita a sgattaiolare via, correndo giù per il sottopassaggio. Non sa se i suoi aggressori siano scesi con lei a Castelfranco, né dove siano saliti. Del resto niente nel loro aspetto avrebbe potuto far presagire le loro intenzioni: «Avranno avuto circa 20 anni. Erano vestiti di scuro, sì, ma niente teste rasate né anfibi.»
Il segno della loro identità politica, d’altra parte, è rimasto addosso alla ragazza: una croce celtica disegnata con un pennarello nero sul suo braccio sinistro, accompagnata dalle lettere F e N. Il simbolo di Forza Nuova, probabilmente la più attiva tra le organizzazioni neofasciste nel Trevigiano, e certamente la più popolare tra gli skinhead più giovani.
La vicenda è già stata segnalata ai carabinieri e alla polizia ferroviaria, anche se, in assenza di testimoni, difficilmente le indagini potranno produrre risultati.
Lorenzo Zamponi
Da Repubblica
CRONACA
Treviso, la giovane, coordinatrice dell’Unione degli studenti
tornava a casa in treno. Vittima di due militanti di Forza Nuova
Dopo aver aggredito studentessa
le disegnano croce celtica sul braccio
TREVISO – Una 18enne trevigiana, coordinatrice dell’Unione degli Studenti, è stata aggredita mentre viaggiava in treno da due sconosciuti che le hanno disegnato a forza su un braccio una croce celtica. Lo rende noto la stessa Unione degli Studenti (UdS), precisando che la ragazza, Ludovica Bragagnolo, ha presentato alla Polfer una denuncia contro ignoti.
Secondo la vittima, gli aggressori sarebbe militanti di Forza Nuova che oltre alla croce celtica le hanno disegnato sul braccio il simbolo dell’organizzazione neofascista.
L’episodio – riferisce l’UdS – è avvenuto mentre la ragazza, coordinatrice dell’associazione studentesca a Castelfranco Veneto (Treviso), stava tornando in treno a casa, dopo aver partecipato ad un’iniziativa a Bassano del Grappa (Vicenza). I due sconosciuti sarebbero stati attirati dal fatto che la giovane canticchiava “Bella Ciao”.
Avvicinata la 18enne i due – sempre stando alla denuncia dell’UdS – l’avrebbero spinta fino a chiuderla dentro ad un bagno del treno. Qui, dopo averla minacciata e picchiata, l’avrebbero costretto a subire su un braccio il disegno a pennarello del simbolo già usato dal nazismo. Un episodio che lasciato in stato di choc la giovane la quale, fortunatamente, non ha riportato danni fisici di rilievo dall’aggressione.
(14 gennaio 2008)
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