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pubblicato il 5.06.08
Roma: lanci di bottigle contro la critical mass
·
Da roma.indymedia (http://roma.indymedia.org/node/3100)

Teste rasate, più capelli che cervello
Versione stampabile
Lun, 02/06/2008 - 12:15
Ciao,
scrivo queste righe sulla critical mass di sabato per denunciare una intimidazione da parte di un gruppetto di pischelli fascistelli e perchè naturalmente sui giornali la notizia non è stata riportata in alcun modo.
Sabato venivamo da via del babuino e stavamo entrando a pzza del popolo (erano le 19e45 grossomodo), quando vedo con la coda dell'occhio una decina di teste rasate, forse meno, che corrono dal centro della piazza verso la chiesa gemella di destra (quella di via di ripetta). Una parte della gente che partecipava alla cm nel frattempo già si stravaccava per godersi un momento di riposo in una giornata splendida quando i fasci tirano fuori da dietro le colonne una decina di bottiglie ed inizia il lancio verso di noi. Fortunatamente la distanza era tale che nessuna bottiglia ci raggiunge. Alcuni tra i i partecipanti si iniziano a dirigere verso i fasci. In quella parte della pzza da tempo c'è una camionetta della polizia, forse lì per garantire la sicurezza...che visto il tutto si prepara in assetto antisommossa e si avvicina a noi. Dopo un breve confronto verbale coi pulotti la cosa finisce lì. Naturalmente i topi scappano a gambe levate per via di ripetta.
Volevo portare quindi alla vostra attenzione l'ennesima provocazione di un gruppo di fascisti, difesi alla luce del giorno dei poliziotti, oramai non più in imbarazzo nel mostrare apertamente l'unità d'intenti con certa gente.

---

Un altro pò di info
Inserito da Ciclista (.) il Lun, 02/06/2008 - 12:54
Aggiungo un altro pò di info:

1) I fasci erano di blocco studentesco (organizzazione "studentesca" legata a casapound/fiammatricolore) che stavano distribuendo il loro bel giornalino plastificato a Piazza del popolo

2) Le guardie erano già d'accordo con le teste rasate, tanto da essere già in tenuto antisommossa quando è iniziata la provocazione dei fasci che si sono da subito nascosti dietro le forze dell'ordine. Gli sbirri non solo non sono intervenuti contro il lancio di bottiglie ma all'arrivo di una trentina di compagni hanno coperto la fuga dei lombrichi neri facendo una carica di contenimento.

Insomma il Blocco Studentesco che da sempre usa l'ambientalismo in maniera strumentale (come nel prggetto-pacco sui pannelli solari "fratello Sole") dimostra ancora una volta di non essere altro che un gruppetto di squadristi chiacchieroni che colpiscono chi a differenza di loto l'ambientalismo lo fa tutti i giorni mettendosi in gioco in prima persona con una scelta coraggiosa come l'uso della bicicletta.




Ciao a tutti/e,

sono un compagno del coll. Lavori in Corso di Tor Vergata e dell'Assemblea Permanente No-Fly. Vi giro quanto ho scritto in merito alla "ciemmona" di sabato 31 maggio a Roma.

In allegato trovate la foto in cui si intravedono le camionette della polizia e la nazicomitiva di piazza del Popolo. Ma ce vò l'okkio bòno...
C'erano decine e decine di persone con macchine fotografiche e videocamere che partecipavano alla CM, quindi forse qualcuno ha ripreso tutta la scena.

La parte che riguarda i fatti di piazza del Popolo è la seguente (mentre sotto c'è tutto il resoconto che riguarda altre considerazioni relative alla CM, che vi mando per completezza)

"Raggiungiamo piazza del Popolo, peraltro già gremita di turisti che ci chiedono ancora cosa stessimo facendo.
Molti scendono dalle bici per riposarsi e rinfrescarsi alle fontane. Di certo in pochi vanno in cerca di un gelato tra i costosi bar del centro.
Alcuni però si accorgono di un gruppetto di una quindicina di naziskin che si trovano sul sagrato della “chiesa gemella” che fa angolo con via di Ripetta. Si trovano ad una 50ina di metri di distanza, sono piuttosto giovani e sembrano una classica comitiva di pischelli: solo che molti di loro vestono di tutto punto, dalle bretelle agli anfibi, come prescritto nei manualetti del piccolo-bacarozzo. Proprio accanto a loro ci sono almeno due mezzi blindati della Polizia. Strano? Manco tanto, se uno ci pensa. Quattro di questi skinhead, giovanissimi, decidono di farsi un giro perlustrativo tra la gente in bici che stava ferma ad aspettare gli altri provenienti da via del Babuino. I ghigni dei nazi-pischelli sono ben visibili. Se la ridono. Si trovano “dentro al nemico” e provano a distribuire il giornalino del “Blocco studentesco”. Cominciano però a sentirsi non proprio a loro agio e basta qualche occhiata per farli allontanare. Alcuni li seguono fin sotto la scalinata della chiesa dove la maggior parte del gruppo attendeva il ritorno dei quattro. I fascistronzi provocatori accelerano il passo per raggiungere i loro amici invitandoli allo stesso tempo a scendere per farsi dare una mano. Il capobanda acquisisce punti per il curriculum da federale esibendosi anche in un saluto romano in perfetto stile.
E' il segnale che la Polizia attendeva. Una decina di agenti indossa i caschi e sfodera i manganelli puntando dritti verso chi si stava avvicinando ai nazistelli. Dalla loro postazione rialzata, a un metro dalle camionette partono 7-8 bottiglie di Peroni da 66cl verso di noi. La celere si affretta a venirci addosso, mentre un'auto di guardie in borghese fa lo “spazzaneve” rischiando di investire tre compagni. Continua il lancio di bottiglie con la polizia che avanza verso la “critical mass” dando le spalle ai giovanotti del “Blocco studentesco” i quali nei loro lanci mandano pericolosamente in frantumi tutte le bottiglie, almeno un paio delle quali a due passi anche dai celerini che però non si degnano minimamente neanche di girarsi verso di loro per dirgli qualcosa e continuano ad avanzare. Volano un paio di manganellate e allo stesso tempo ci dicono “Ci pensiamo noi”.
Stamo apposto, allora... Esaurite le bocce di birra da lanciare, i codardi scappano verso via di Ripetta, lasciando il compito agli agenti che comunque si sono dovuti fermare davanti a un numero di persone molto maggiore del loro che non indietreggiava minimamente e che neanche avrebbe potuto farlo data la densità di persone e di biciclette.
In quei concitati momenti, compresi tra quando i quattro fascisti sono “entrati” nella massa critica e quando si sono squagliati verso il resto della comitiva, non molti hanno afferrato il senso del loro gesto né tantomeno al termine dei lanci di bottiglie e dell'accenno di carica della celere c'è stata comprensione tra alcuni dichiarati ex-sessantottini, frikkettoni e videomakers nei confronti di chi aveva di fatto messo in fuga i topastri.
Evidentemente ancora non sono bastati i recentissimi gravi fatti avvenuti al Pigneto e alla Sapienza.
La collaborazione tra i naziskin e la Polizia resta il dato più evidente del grave episodio. Il biglietto da visita con cui Roma si è presentata ai moltissimi turisti che si trovavano in quei minuti intorno a piazza del Popolo parla di una città nella quale la violenza dei nipotini di buonanima è tollerata e incentivata perché possono permettersi di restare tranquillamente impuniti per le loro eroiche gesta, visto che si possono sempre riparare dietro qualche divisa e dietro la comprensione di alcuni partecipanti alla “passeggiata in bici” e non a un percorso su due ruote che rivendichi ben altro. Ma la “critical mass” si può vivere come ciascuno meglio crede. Il punto è che qualcuno vuol tenere ancora i paraocchi perché evidentemente non si sente (o non si vuole sentire) minimamente coinvolto nelle dinamiche con cui questi stronzi fanno politica. Pur non facendo volare neanche una pizza la provocazione è stata respinta eppure qualcuno ha tentato di biasimare il comportamento di chi ha agito sia per un più che giustificato rigurgito antifascista che per la salvaguardia stessa di chi si trovava in piazza".

Resoconto sulla Critical Mass Interplanetaria di sabato 31 maggio

Bici, traffico e (nazi)rock'n'roll

Cinquemila biciclette hanno invaso le strade di Roma esprimendo il bisogno e il desiderio di rinunciare alle automobili che quotidianamente assediano tutti i quartieri, dal centro alla periferia, causando gravi danni alla salute di milioni di persone, guidatori inclusi.
Rivendicare il diritto a muoversi senza l'uso del petrolio con una migliore rete di trasporto pubblico ha spesso scatenato lunghi e fruttuosi dibattiti tra ciclisti e automobilisti.
Da San Giovanni si parte verso le 17.30 ma il nostro viaggio è iniziato già due ore prima a Ciampino e S.Maria delle Mole, dove una decina di “No-Fly” sono “imboccati” sui treni diretti a Termini. Numerosa la rappresentanza castellana, in particolare quella veliterna da sempre fattivamente in prima linea sulle questioni ambientali.
Alla basilica ci si riposa all'ombra, aspettando alcune migliaia di biciclette che raggiungono gli ampi giardini provenendo dalla zona di Porta Maggiore.
Tutti in sella alla bersagliera e via...
Si notano subito alcune auto dei vigili urbani di Roma che tentano di “scortare” il corteo di due ruote.
E' una novità rispetto allo scorso anno. Alla fine i pizzardoni se la caveranno bene, almeno per quanto si è potuto constatare di persona: non che ce ne fosse bisogno, però stavolta i complimenti se li sono guadagnati “sul campo”.
Buona anche la presenza di compagni e compagne con i quali spesso si incrociano i vari percorsi di lotta in questa città. Alcuni hanno realizzato immediatamente una pista ciclabile verniciando con un rullo attaccato ad una bici delle strisce gialle all'interno delle quali con uno “stencil” venivano disegnate le sagome dei velocipedi. Vale la pena ricordare che nessun mezzo di locomozione ha un rendimento così alto come quello delle bici: il 97% ! In pratica tutta l'energia del nostro corpo viene trasformata in energia meccanica e, quindi, cinetica. Un capolavoro della tecnica e della scienza, tanto semplice negli ingranaggi quanto utile nella sua praticità, specie nelle nostre metropoli.
Ogni tanto capita di dover discutere con i cosiddetti “autosauri”, tutti però alla fine cedono il passo alla “massa critica”, compreso quelli che all'inizio provano ad insultarti o ad acciaccarti salvo poi capire che non è il caso...
Insomma, pedalando pedalando saliamo sulla tangenziale, dove spesso ci si ferma a scambiare quattro chiacchiere con gli abitanti del quartiere che si ritrova le strade sopraelevate fino al quinto piano.
Una nonna al quarto piano di un palazzo con il nipotino appena nato in braccio ci saluta dal balcone. Gli chiediamo come si chiamasse il piccolo: “Francesco”, come “Il Capitano”? La signora conferma, il pupo è giallorosso e parte un boato e un lungo applauso dalle numerose bici ferme. Chissà se troveremo qualche foto o qualche video che abbia immortalato la scena. Ma nello stesso palazzo, un'altra anziana signora che si trova al primo piano attira la nostra attenzione: dal suo balcone sventola inspiegabilmente una bandiera della lazie con tanto di stemma degli irriducibili. Ovviamente gli si chiedono spiegazioni a 30 metri di distanza: la donna tende il braccio al cielo e quasi sembra una provocazione, in realtà ci dice che la famiglia col nipotino Francesco che avevamo appena salutato è una famiglia di fascisti “sò tre ore che ve lo sto a dì”, si sfoga l'anziana. Però gli si fa notare che pure lei con quella bandiera marca male ma si giustifica “e che devo fa so della lazie”. Insomma una palazzina dagli inquilini discutibili ma comunque simpatici. Arrivati all'altezza dell'autostrada Roma-L'Aquila il passaggio viene ostruito da una macchina in borghese della polizia e dai vigili: quest'anno non si passa. Poco male, di fatto stringiamo in una morsa entrambe le carreggiate della tangenziale-est. E' l'apoteosi. Mentre molta gente sta ancora salendo le rampe della Prenestina, altri hanno già fatto il giro e stanno andando verso il Verano, la Tiburtina e San Lorenzo. Ad ogni aereo che sorvola le nostre teste partono i cori contro la Ryanair e molti ciclisti solidarizzano anche perché numerosi di loro vivono sotto le rotte di atterraggio, così ci dicono.
Il traffico di terra non deve farci dimenticare che a livello mondiale il 10% dell'inquinamento è prodotto dai numerosi aerei. Questo trend è in continua crescita sia in Europa che nel resto del mondo grazie al fatto che il kerosene è totalmente detassato e numerosi governi concedono generosi finanziamenti alle compagnie aeree private affinché portino turisti nei rispettivi Paesi: a pagarne il prezzo sono i lavoratori di queste multinazionali dell'aria e milioni di persone che ne subiscono i danni sanitari e ambientali.
All'altezza dello svincolo per l'autostrada, mentre si va verso il Verano, un signore sulla cinquantina esce da una delle tante auto e comincia a pontificare, condendo il tutto con le solite frasi di circostanza nei nostri confronti e con molti insulti, ma senza cattiveria. Tanto che a una certa riconosce un suo amico, forse un collega di lavoro, e gli rivolge testuali parole “A 'nfamone pure te qua? Li mortacci tua”, ma col sorriso che contraddistingue il fraseggio popolare ben diffuso e del tutto interclassista in questa Roma post-veltroniana.
Ogni tanto qualcuno buca o si ritrova a dover affrontare dei guasti tecnici che vengono prontamente superati grazie alla collaborazione e all'esperienza di altri compagni di viaggio. Ci sono diversi tandem ma anche alcuni risciò e bici dalle altezze improbabili. Nutrita la presenza di ragazze sui roller. Si può dire che è definitivamente conclusa l'era dei pattini con le ruote non-allineate. Trombe e pentole, fischietti e campanelli, clacson e tamburi rendono il percorso molto piacevole e danno spesso il ritmo alla gente che ricambia, come ad esempio sotto la galleria di via Nazionale. Ma qualcuno si attrezza con una vera e propria amplificazione da battaglia collegata ad una o più batterie che spara musica a tutto volume. Turisti e abitanti in giro per la spesa o per un gelato ci riprendono con i videofonini, le telecamere e le macchine fotografiche. Più di qualcuno che si trova in auto fa lo stesso, il problema è che alcuni stavano guidando! Nel tragitto avvengono almeno due tamponamenti tra automobili e qualche scivolone di alcuni di noi sulle rotaie dei tram o sui maledetti sanpietrini, utilissimi in altre occasioni. Il serpentone è molto eterogeneo e molto compatto allo stesso tempo. L'età dei partecipanti racchiude quattro generazioni. C'è anche chi viene con tutta la famiglia sistemando i bambini su una specie si side-car coperto collegato alla bici a mò di roulotte. Nonostante la dilagante ondata xenofoba e razzista nessuno li sgombera. E di questi tempi è già una buona notizia...
A piazza di Spagna tra tassisti incazzati e turisti curiosi si crea un mega-tappo in cui tutti rimangono fermi per diversi minuti e allora se ne approfitta per urlare dai megafoni i motivi per cui tanta gente partecipa alla “ciemmona” e perché ogni giorno molti di noi usano un mezzo a motore che inquina, occupa molto spazio e ci costa quanto almeno due stipendi ogni anno.
Raggiungiamo piazza del Popolo, peraltro già gremita di turisti che ci chiedono ancora cosa stessimo facendo.
Molti scendono dalle bici per riposarsi e rinfrescarsi alle fontane. Di certo in pochi vanno in cerca di un gelato tra i costosi bar del centro.
Alcuni però si accorgono di un gruppetto di una quindicina di naziskin che si trovano sul sagrato della “chiesa gemella” che fa angolo con via di Ripetta. Si trovano ad una 50ina di metri di distanza, sono piuttosto giovani e sembrano una classica comitiva di pischelli: solo che molti di loro vestono di tutto punto, dalle bretelle agli anfibi, come prescritto nei manualetti del piccolo-bacarozzo. Proprio accanto a loro ci sono almeno due mezzi blindati della Polizia. Strano? Manco tanto, se uno ci pensa. Quattro di questi skinhead, giovanissimi, decidono di farsi un giro perlustrativo tra la gente in bici che stava ferma ad aspettare gli altri provenienti da via del Babuino. I ghigni dei nazi-pischelli sono ben visibili. Se la ridono. Si trovano “dentro al nemico” e provano a distribuire il giornalino del “Blocco studentesco”. Cominciano però a sentirsi non proprio a loro agio e basta qualche occhiata per farli allontanare. Alcuni li seguono fin sotto la scalinata della chiesa dove la maggior parte del gruppo attendeva il ritorno dei quattro. I fascistronzi provocatori accelerano il passo per raggiungere i loro amici invitandoli allo stesso tempo a scendere per farsi dare una mano. Il capobanda acquisisce punti per il curriculum da federale esibendosi anche in un saluto romano in perfetto stile.
E' il segnale che la Polizia attendeva. Una decina di agenti indossa i caschi e sfodera i manganelli puntando dritti verso chi si stava avvicinando ai nazistelli. Dalla loro postazione rialzata, a un metro dalle camionette partono 7-8 bottiglie di Peroni da 66cl verso di noi. La celere si affretta a venirci addosso, mentre un'auto di guardie in borghese fa lo “spazzaneve” rischiando di investire tre compagni. Continua il lancio di bottiglie con la polizia che avanza verso la “critical mass” dando le spalle ai giovanotti del “Blocco studentesco” i quali nei loro lanci mandano pericolosamente in frantumi tutte le bottiglie, almeno un paio delle quali a due passi anche dai celerini che però non si degnano minimamente neanche di girarsi verso di loro per dirgli qualcosa e continuano ad avanzare. Volano un paio di manganellate e allo stesso tempo ci dicono “Ci pensiamo noi”.
Stamo apposto, allora... Esaurite le bocce di birra da lanciare, i codardi scappano verso via di Ripetta, lasciando il compito agli agenti che comunque si sono dovuti fermare davanti a un numero di persone molto maggiore del loro che non indietreggiava minimamente e che neanche avrebbe potuto farlo data la densità di persone e di biciclette.
In quei concitati momenti, compresi tra quando i quattro fascisti sono “entrati” nella massa critica e quando si sono squagliati verso il resto della comitiva, non molti hanno afferrato il senso del loro gesto né tantomeno al termine dei lanci di bottiglie e dell'accenno di carica della celere c'è stata comprensione tra alcuni dichiarati ex-sessantottini, frikkettoni e videomakers nei confronti di chi aveva di fatto messo in fuga i topastri.
Evidentemente ancora non sono bastati i recentissimi gravi fatti avvenuti al Pigneto e alla Sapienza.
La collaborazione tra i naziskin e la Polizia resta il dato più evidente del grave episodio. Il biglietto da visita con cui Roma si è presentata ai moltissimi turisti che si trovavano in quei minuti intorno a piazza del Popolo parla di una città nella quale la violenza dei nipotini di buonanima è tollerata e incentivata perché possono permettersi di restare tranquillamente impuniti per le loro eroiche gesta, visto che si possono sempre riparare dietro qualche divisa e dietro la comprensione di alcuni partecipanti alla “passeggiata in bici” e non a un percorso su due ruote che rivendichi ben altro. Ma la “critical mass” si può vivere come ciascuno meglio crede. Il punto è che qualcuno vuol tenere ancora i paraocchi perché evidentemente non si sente (o non si vuole sentire) minimamente coinvolto nelle dinamiche con cui questi stronzi fanno politica. Pur non facendo volare neanche una pizza la provocazione è stata respinta eppure qualcuno ha tentato di biasimare il comportamento di chi ha agito sia per un più che giustificato rigurgito antifascista che per la salvaguardia stessa di chi si trovava in piazza.
Ma tant'è.
Tutti di nuovo in sella e via verso la “drammatica” salita del Pincio, degna di un gran premio della montagna.
Finalmente un prato o un muretto dove sbragarsi e rifocillarsi. Passa un altro nazistello con la sua ragazza e un'amica che vanno a passeggio lungo un viale incuranti di ciò che li circonda. Hanno un cuore anche loro, in fondo, nero e cattivo quando sono in branco, dolce e premuroso in altre circostanze. Nessuno gli dice niente e molti neanche lo notano. La paura per quanto accaduto pochi minuti prima è finita, rimane la gioia perché la ciemmona è stata ancora una volta un successo e la rabbia di chi quotidianamente è impegnato a lottare nei quartieri e nelle aule della Roma in cui è cresciuto.

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