pubblicato il 23.02.09
La strumentalizzazione degli stupri: parlano i Rom ·
STUPRO ROMA/PARLANO I ROM DI LIVORNO
Culture(18/02/2009) - “Il popolo Rom considera lo stupro come un crimine terribile, grave quanto l’omicidio. La dignità della donna è alla base della nostra comunità e quello che è successo a quella ragazzina ci ha indignati, perché abbiamo pensato che sarebbe potuto accadere a una nostra figlia o a una nostra sorellaâ€. A parlare al Gruppo EveryOne è Victor Lacatus, Rom romeno stanziato a Livorno e portavoce della comunità “nomade†locale, padre della piccola Lenuca Carolea, uno dei bambini morti tragicamente nel rogo di Livorno dell’agosto 2007. “Noi Rom che viviamo a Livorno†prosegue Victor, che con sua moglie Elena e i due bambini sopravvive tra mille stenti in una baracca, “siamo orgogliosi di aver aiutato le forze dell’ordine a catturare uno di quei due criminaliâ€. Victor si riferisce all’arresto dei due romeni accusati dello stupro ai danni di una ragazzina di 14 anni avvenuto a Roma, nel parco della Caffarella, lo scorso 14 febbraio. “Come affermiamo da tempo in ogni sede italiana e internazionale,†dichiarano i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau “gli aggressori, ancora una volta, non sono Rom. I Rom stanziati nel territorio italiano, specie nei pochi insediamenti cosiddetti ‘abusivi’ rimasti, sono espressione di un popolo estremamente pacifico, e vivono in condizioni di igiene e povertà tragiche: senza acqua corrente, vestiti di stracci e soprattutto in estrema povertà , visto che la questua – perseguita ormai come un reato dai regolamenti di polizia urbana di diverse città – non consente loro di procurarsi il pane sufficiente a sopravvivereâ€. EveryOne fa però notare che “come per Romulus Mailat, romeno-tedesco di etnia bunjas e i presunti stupratori di Guidonia, romeni e non Rom, politici e autorità conducono spesso una campagna fortemente denigratoria verso i Rom che non ha alcun fondamento e che sta generando ogni genere di vessazioni, discriminazioni e aggressioni in tutto il territorio italiano di forte stampo xenofobo e razzistaâ€. “A Roma,†prosegue EveryOne “nella stessa sera successiva allo stupro della Caffarella, almeno otto Rom, fra cui una giovane mamma e la sua bambina, sono stati pestati da ronde neonazista: due ragazzi si trovano ancora all’ospedale in condizioni serie. A Milano, Sassari e Pisa si sono verificati veri e propri linciaggi. E’ un sollievo anche per noi Rom†aggiunge Nicusor Grancea, attivista Rom romeno, “sapere che quei due criminali non sono più in circolazione: lo stupro è un delitto gravissimo e spesso anche le nostre ragazze e le nostre donne, che vivono senza una casa, ne sono colpite. Siamo tutti vicini alla giovane vittima,†aggiunge Grancea “ma siamo molto amareggiati dall’ondata di razzismo e violenza che ha colpito i Rom a Roma e in tutta l’Italia dopo la notizia dello stupro. Sarebbe ora†conclude l’attivista “che i politici e i media smettessero di accusarci di tutto ciò che di male avviene in Italia, perché siamo un popolo pacifico, che odia la violenza e non ha mai e poi mai partecipato a una guerraâ€. Il Gruppo EveryOne fa sapere infine di stare vagliando un’azione giudiziaria a livello internazionale e in collaborazione con altri organismi europei per contrastare i numerosi episodi di incitazione all’odio razziale e di propaganda razzista che avvengono, ormai impunemente, in Italia, e che spesso vedono quali istigatori alcuni politici, giornalisti e Autorità . “Secondo l’ultimo rapporto Istat,†proseguono i leader di EveryOne “solo il 10% degli stupri, in Italia, è opera di stranieri, ma i politici e le autorità puntano il dito in direzione di questi ultimi, seminando odio etnico e razziale. In particolare, dopo ogni stupro, vi sono amministrazioni locali che approfittano del clima di razzismo per sgomberare e perseguitare famiglie Rom, che non c’entrano niente con tali crimini, ma sono il capro espiatorio più facile da colpire. Lo stesso giorno in cui è avvenuto lo stupro di Roma, altre nove donne denunciavano violenze sessuali commesse da italiani: crimini ‘invisibili’, ignorati dai media perché sembra ormai che la notizia di uno stupro debba servire quale strumento dell’intolleranzaâ€. Il Gruppo EveryOne ha recentemente incontrato a Budapest una task-force antirazzista che lavora a contatto con la Commissione europea per combattere l’antiziganismo e mettere a punto nuovi strumenti a tutela del popolo Rom. “Nell’Unione europea vi è grande preoccupazione per l’affermarsi di ideologie razziste e il rafforzarsi di movimenti xenofobi e neonazisti in Italia,†concludono gli esponenti del Gruppo “ma politici e autorità proseguono irresponsabilmente le loro politiche intolleranti, che pongono il Paese nella riprovazione generale e ritardano i processi europei di inclusione delle minoranze. Non a caso, qualche giorno fa il Parlamento di Navarra ha emanato un documento ufficiale, ratificato dal governo di Spagna, che condanna la persecuzione condotta dalle Istituzioni italiane contro l’etnia Româ€.
Gruppo EveryOne
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"Bruciamo tutti i rom nella stufa"
Su Internet esplode la rabbia razzista. Facebook: 176 mila inviti all'odio
F. MOSCATELLI
F. POLETTI
MILANO
«Dopo la spazzatura di Napoli bruciamo gli extracomunitari fuori legge». «Se li trasformiamo in pellets per la stufa ke puzza in casa! Cacciamo tutti questi zingari». «Ai perbenisti: andatevene a quel paese! Vi pare che dobbiamo farci delle remore?». Benvenuti nel gruppo di Facebook «Trasformiamo gli zingari in pellets», 12.451 associati. Interessi comuni: salute e benessere. Tema discusso: risparmio energetico. Basta voltare pagina e si trova un altro «gruppo di amici», 9631 per l’esattezza, che si scambiano altri messaggi: «Accendi anche tu un fiammifero per dare fuoco a un campo rom». Di community anti-zingari, fra gli indirizzi italiani del più celebre social network del pianeta, ce ne sono centinaia: «Molotov sui campi rom», «Più rhum, meno rom», «Liberiamo Brescia dagli zingari». Everyone, una ong per i diritti umani che si è presa la briga di contarle, si è arresa pochi giorni fa a quota 176 mila utenti iscritti.
«Aumentano ora dopo ora - confermano Roberto Malini e Dario Picciau, responsabili della ricerca -. Su Facebook siamo abituati a trovare di tutto, anche chi inneggia alla mafia. Ma c’è spazzatura e spazzatura: dopo l’approvazione del pacchetto sicurezza sembra che i gruppi intolleranti facciano reclutamento online». Ma non aspettatevi che dietro al monitor ci siano i soliti estremisti naziskin. Le facce pulite di chi se la prende con zingari ed extracomunitari raccontano altro: padri di famiglia, universitari, ragazze, mamme preoccupate e persino un poliziotto. «Qualunque magistrato potrebbe indagare per incitamento all’odio razziale - spiega l'avvocato Mariella Console dell'Asgi, un'associazione di legali che si occupa dei diritti dei migranti. In realtà si muove poco o niente. E molti marciano sull’impunità ».
«Con la scusa della libertà d'espressione si diffonde una cultura molto pericolosa - confermano gli avvocati fiorentini Alessandro Traversi e Paola Pasquinuzzi -. Oscurare i siti è un'operazione lunga e complessa». Tanto, se non si trovano su Facebook, si incontrano allo stadio tra svastiche e insulti ai calciatori di colore. Altrimenti si vedono ai concerti. Il tam tam è in Rete. Il genere si chiama Nazirock. I Gesta Bellica di Verona hanno scritto la canzone «Il capitano», come Erich Priebke, ufficiale delle SS alle Fosse Ardeatine. Il filone nostalgico tira sempre. Se il saluto romano è pericoloso - ci sono pur sempre la legge Mancino e la Costituzione - basta uno stemma sul giubbotto. Basta il doppio numero «88», chi vuol capire capisce. H è l’ottava lettera dell’alfabeto. «88» fa HH, che tradotto vuol dire Heil Hitler. Poi ci sono i testi sui problemi di oggi e i nemici di sempre. Sempre i Gesta Bellica se la cantano: «Tu rosso compagno di negri e immigrati, vigliacco senza onore». I «Cuore nero» inneggiano alla «legittima offesa». Ma alla fine tornano sempre lì, allo stadio: «La curva frana sulla polizia italiana, quei figli di puttana». La polizia italiana li tiene d’occhio. I dati sono frammentari perchè non si capisce mai dove finisca la noia di vivere e dove cominci il razzismo.
Nel 2006 in Italia sono state registrate 97 aggressioni a sfondo xenofobo. Nel 2005 erano state 61. I processi e le retate per fatti specifici o per la legge Mancino non si contano. Forza Nuova, 108 mila preferenze alle ultime elezioni politiche, è il volto presentabile. Il Veneto Fronte Skinhead si muove solo nel Nord-Est. Il gruppo Orion lo conosce nessuno. Sul sito ieri si ricordava il genetliaco di Hans F.K. Guenther «cattedra di antropologia a Jena, nazionalsocialista dichiarato, vittima delle “persecuzioni democratiche dei vincitori†dopo il ‘45». Citazione raffinata. Che fa a pugni con quelli che a sentire la parola Hobbit pensano al gruppo rock, mica a J.R.R. Tolkien. Citato almeno quanto Ezra Pound, che ha dato il nome a Casa Pound a Roma, il primo centro sociale della destra radicale in Italia, area Fiamma tricolore. Seguito a Milano da Cuore Nero, che promuove decine di incontri. Dove i libri sul revisionismo vanno forte. Dove si ascolta Radio Bandiera Nera. E se no ci si incontra in Rete.
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200902articoli/41084girata.asp
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