Almeno diecimila ultranazionalisti serbi sono scesi in piazza a Belgrado per protestare contro l'arresto del generale Ratko Mladic, latitante da 16 anni. Le autorità avevano schierato centinaia di poliziotti in assetto antisommossa temendo possibili scontri. E alla fine, come da previsione, le tensioni sono degenerate. Al termine della manifestazione - nel corso della quale i manifestanti con le bandiere del Partito Radicale Serbo (Srs) di estrema destra hanno inneggiato all'ex generale e intonato slogan del tipo «Mladic è un eroe serbo» - ci sono stati tafferugli e scontri frontali con le forze dell'ordine. I dimostranti hanno lanciato pietre e bottiglie contro i poliziotti in tenuta antisommossa, che hanno risposto con cariche ripetute.
GLI ARRESTI - Circa 100 persone sono state arrestate a seguito dei disordini. Sedici persone sono rimaste ferite e, secondo quanto riferiscono alcuni medici, tra loro ci sono sei poliziotti. Già durante la manifestazione c'erano stati diversi episodi che avevano lasciato presagire l'escalation di tensioni: semafori divelti, vetrine infrante, auto danneggiate, lanci di petardi. Ma è stato alla fine che si è avuto lo scontro fisico tra agenti e attivisti.
LE ACCUSE E IL PROCESSO - Mladic sarà giudicato al Tribunale Penale per i Crimini nella ex Jugoslavia dell'Aja per crimini di guerra durante il conflitto di Bosnia (1992-1995) tra cui il massacro di 8.000 musulmani a Sebrenica. Che Mladic sostiene ora non essere stato opera sua.
Fonti:
Corriere della Sera
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