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VALERIO ALL’ARISTOFANE, repressione al tufello
Alle ore 8:00, al liceo classico e linguistico Aristofane di Roma al Tufello si è tenuta un’assemblea di un’ora per la commemorazione del compagno Valerio ucciso dal fascismo di stato. I ragazzi, circa una ventina, venuti a partecipare, volevano ribadire e continuare a discutere l’importanza della storia di Valerio, che non è un santo od un mito, bensì un esempio, un insieme di valori che non possono essere dimenticati o cancellati, nè tantomeno ignorati. Si discuteva di antifascismo militante, della sua importanza, e di come rifiutare quotidianamente l’antisessismo, l’antirazzismo e l’antisemitismo, tramite una pratica che deve essere giornaliera, e non occasionale; ma soprattutto, sposata inesorabilmente con la prassi, poichè informare e fare cultura (l’antifascismo è anche cultura) non bastano da soli. Per vincere la battaglia contro i fasci, c’è bisogno della militanza per strada, nei quartieri e nelle borgate, dove si combatte contro chi decide di essere intollerante e di non rispettare quei valori-simbolo come la fratellanza, l’uguaglianza e la libertà.
Nello svolgimento di questa assemblea, controllata da due agenti digos, il Preside della scuola, Rosario Salamone, è intervenuto tra urli e strepiti, ordinando ai ragazzi di togliere lo striscione appeso al cancello dal lato esterno della scuola che riportava: “Noi non dimentichiamo, Aristofane Antifascista”, e la bandiera rossa attaccata accanto. Al rifiuto netto dei compagni, il preside ha continuato ad urlare, strappando egli stesso bandiere e striscioni, e all’avviso da parte dei ragazzi che quest’ultimi sarebbero stati riaffissi immediatamente, ha minacciato la convocazione di tutti i genitori. Un compagno ricorda al preside che padri e madri lavorano perchè i soldi servono per tirare avanti, e che con il precariato che aleggia come un fantasma tra le famiglie dei giovani al tufello, il preside non si deve azzardare a interrompere il lavoro di qualcuno, perchè si tira avanti solo con quello e con uno stipendo da fame: ancora più arrabbiato, il preside decide di cacciare dal giardino della scuola i ragazzi, chiudendo alle loro spalle i cancelli con una catena, e mettendo un bidello a controllare che i compagni non tentassero nulla.
Nel pomeriggio, le case di quattro compagni sono state chiamate per convocare i ragazzi sabato alle ore 10:00 nella Presidenza.
NESSUNO POTRA’ FERMARE LA NOSTRA MEMORIA, L’ANTIFASCISMO E’ UNA PRATICA DI STRADA QUOTIDIANA, E I TENTATIVI DA PARTE DI FASCISTI, CENTRO-SINISTRA E CENTRO-DESTRA DI SVALUTARE L’IMPORTANZA DI QUEST’IDEA, O IL TENTATIVO DI CANCELLARLA, NON CI FERMERA!!!
NOI NON DIMENTICHIAMO,
VALERIO E’ VIVO, E NOI TUTTI LOTTIAMO ANCORA INSIEME A LUI, PERCHE’ LA RIVOLTA NON SI FERMI MAI!
Compagne e Compagni dell’Aristofane
repressione