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Archivio per la categoria ‘Antirazzismo’

UN NEMICO, UN FRONTE, UNA LOTTA!

9 ottobre 2011 Nessun commento

Sabato 15 ottobre 2011, da Lisbona ad Atene: Popoli d’Europa insorgete per risorgere!

Mentre la congiura di palazzo si avvicina e nuove maggioranze trasformiste si apprestano a sostituire l’ormai inservibile Berlusconi, nel nome di una maggiore concordia ai diktat della finanza, delle banche e dell’EU, il Popolo scenderà in piazza a Roma sabato 15.

Noi ci saremo, consapevoli che il nostro nemico non porta il nome di un politico piuttosto che un altro: il nostro nemico si chiama capitalismo.

Consapevoli che la nostra lotta è ben altro dalla vittoria elettorale di una coalizione piuttosto che un’altra.

Il fronte neoliberista -Destra e Sinistra- è il solo responsabile della crisi attuale, il solo responsabile del furto dei diritti, della dignità, dei salari, del futuro.

Sabato 15, saremo in piazza dietro il vessillo delle Tre Frecce:
contro UE, dittatura delle banche, vampiri della finanza e imperialismo guerrafondaio per la Sovranità, l’Indipendenza e la Libertà dei Popoli.

Con noi!
Un Nemico! Un Fronte! Una Lotta!

Ore 11 concentramento via dei Volsci (San Lorenzo)
Ore 13 concentramento piazza Esedra

OMICIDIO DI STATO NELLA TERRA DELLA LIBERTA’

23 agosto 2011 Nessun commento

23 agosto 1927:
In memoria di Bartolomeo Sacco e Nicola Vanzetti
uccisi perchè italiani e anarchici.

Uns binden die Opfer im Kampf vor dem Feind

18 agosto 2011 Nessun commento

thalmann18 agosto 1944: viene assassinato, nel lager di Buchenwald, il nemico pubblico n.1 del nazismo: Ernst Thalmann.

Due colpi di pistola sparati alla nuca da sicari (SS) inviati appositamente da Hitler. Da più di 11 undici anni, Thalmann era prigioniero del Regime. Dalla sua infinita detenzione scrisse:
“Si può stimare, nel suo giusto valore, la statura d’un uomo politico giudicandolo non soltanto in base a quello che ha fatto, ma anche a quello che voleva fare. Chi vuole dirigere il corso della storia, aprire nuove strade alla sua epoca, condurre il suo popolo verso un avvenire migliore, chi si sente una vocazione del genere e si pone per obiettivo quello di accendere i cuori degli altri con la sua fiamma interiore, costui getta una sfida al mondo dell’incomprensione, della negazione, al mondo ostile. Solo la lotta infatti ha un senso nella vita!”

Nato nel 1866, le sue credenziali di appartenenza alla classe operaia erano indiscusse, aveva fatto vari lavori precari, compreso l’operaio in una fabbrica di farina di pesce e il manovale in una lavanderia, per essere quindi precettato dall’esercito e inviato a combattere sul fronte occidentale durante la grande guerra. Socialdemocratico di sinistra, nel 1919 venne eletto al parlamento di Amburgo e nel 1922 entro nel partito comunista quale membro del Comitato centrale nazionale. In tutto questo periodo continuò a fare lavori manovali in settori molto pesanti come la demolizione navale.

Privo di istruzione, grande e grosso, e sovversivo per natura, Thalmann incarnava l’ideale comunista di operaio rivoluzionario: era l’esatto contrario di un intellettuale, i suoi discorsi erano passionali piuttosto che precisamente argomentati ma chi lo ascoltava leggeva in questo una dimostrazione di onestà e sincerità. Dato il suo ruolo ufficiale di leader comunista, era spesso costretto a indossare giacca e cravatta ma divenne un tratto tipico dei suoi comizi il fatto che, a un certo punto, se li togliesse, tra l’entusiasmo dei presenti, per ridiventare un semplice operaio.
Il suo odio per generali e padroni era palpabile, la sua sfiducia nei socialdemocratici altrettanto palese.

Nel 1924, divenne capo della neonata “Lega dei combattenti rossi di prima linea”, l’anno successivo, leader indiscusso del partito comunista. Nel 1928, marciò su Berlino alla testa di 100 mila “soldati rossi”, qui, tenne un importante discorso alla gioventù tedesca per un’imminente azione rivoluzionaria.

IL SISTEMA HA FALLITO (Game Over)

10 agosto 2011 Nessun commento

mob_rules_newspaper

I media nostrani ripetono ossessivamente il mantra della “jacquerie” etnica eppure le immagini -che quei stessi media mandano in onda- mostrano un’intera generazione di giovani inglesi -bianchi, neri, asiatici- scontrarsi con la polizia e da oggi, per le strade dell’intero Regno Unito.
Si tratta di una generazione -a Londra come ad Atene, Madrid e nel resto d’Europa- esclusa dal Welfare, dal lavoro, dal diritto allo studio, una generazione cui un Sistema economico sbagliato ed ingiusto nega la possibilità di un futuro, di un orizzonte.
Nel corso degli scontri sono stati saccheggiati alcuni negozi, ciò non ha mancato di scandalizzare gli opinionisti nostrani, pronti, per l’occasione, a vestire la casacca di sociologhi d’accatto e fini analisti del disagio sociale.
Nessuna voce, al contrario, è sembrata inorridire per ciò che contemporaneamente accadeva nel mondo che conta, quello dei mercati finanziari. Qui, da quasi una settimana, si bruciavano i risparmi dei lavoratori italiani in virtù delle esoteriche alchimie della speculazione borsistica.
L’Italia è un paese a sovranità limitata: prima 45 anni di servitù militari e dipendenza geopolitica agli USA, poi, all’inizio degli anni ’90, l’aggiunta della genuflessione agli organismi sovranazionali di matrice UE. Cosicché, oggi, l’agenda politico-economica di un “paese sovrano” viene dettata da un’inafferabile organizzazione transnazionale di banchieri e speculatori, la BCE, esente, sul territorio, da qualsiasi forma di controllo politico e sociale.
Alla classe di governo italiota sembra andare bene, gli sfaceli organici e strutturali del neoliberismo vengono sistematicamente elusi e possono ridursi, al massimo, in temi da campagnia elettorale per la coalizione avvantagiata nei sondaggi per chiedere, con maggiore forza, il proseguo delle liberalizzazioni selvagge nei servizi, la liquidazione dell’asset strategico nell’industria, la cancellazione dello Stato sociale per le generazioni che verranno.
Eh già, mentre il mondo libero d’Occidente vive la sua crisi economica e finanziaria peggiore nella storia, sembra proprio più comodo inorridire per qualche grossa catena di distribuzione saccheggiata nei disordini londinesi.
London calling…

GUERRA E FRONTE INTERNO:
scacco matto alla coscienza critica del cittadino in dieci sempilici mosse

31 luglio 2011 Nessun commento

Il decalogo di Noam Chomsky sulla manipolazione mediatica:

1. La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione, che consiste nel distogliere l’attenzione pubblica dai problemi importanti e dai cambiamenti determinati dalle élite politiche ed economiche, mediante la tecnica del diluvio, inondazione di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire che l’interesse pubblico si concentri sulle conoscenze essenziali riguardanti la scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. “Mantenere l’attenzione del pubblico deviata dai reali problemi sociali, accattivandola con temi senza un’importanza reale. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare; di nuovo in fattoria con gli altri animali (citazione dal testo Silent weapons for quiet wars – Armi silenziose per guerre tranquille).

2. Creare problemi e successivamente offrirne le soluzioni
Questo metodo è anche chiamato “problema-reazione-soluzione”.​ Si crea un problema, una “situazione” che preveda una reazione nel pubblico, affinché questo diventi il richiedente stesso dei dispositivi che si vuole far accettare. Per esempio: lasciare che si svolga e intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare sanguinosi attentati, in modo che il pubblico richieda leggi sulla sicurezza e politiche a scapito della libertà. Oppure: creare una crisi economica per accettare come un male necessario l’arretramento dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3. La strategia della gradualità
Per fare in modo che si accetti una notizia inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per anni consecutivi. Questo è il modo con cui condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neoliberismo) sono state imposte negli anni 80 e 90: lo stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantiscono un reddito dignitoso, sono tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione, se fossero stati applicati tutti in una sola volta.
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Washington D.C. 29 luglio 1932, la “Bonus Army march

29 luglio 2011 Nessun commento

Negli USA della Grande Depressione decine di migliaia di reduci della Grande Guerra, la “Bonus Army”, assediano il parlamento di Washington reclamando giustizia sociale. La risposta del governo conservatore di Hoover è l’invio di carri armati e polizia a cavallo per stroncare nel sangue la protesta. Il bilancio degli scontri registrerà 4 veterani uccisi e oltre mille feriti.

Nella foto a destra, veterani salutano col pugno chiuso dopo un vittorioso scontro con la polizia di Cleveland.
Soldati bianchi e afroamericani uniti nella lotta.

REPORT MARCIA COMMEMORATIVA TERNI 13/6/2011

23 luglio 2011 Nessun commento

Per noi è come se fosse ieri..

21 luglio 2011 Nessun commento

Sopra, a sinistra la foto dello striscione srotolato ieri al Pincio per ricordare Carlo Giuliani e altri ragazzi vittime dello Stato, sulla cui morte ancora non si è potuta fare piena luce. Accanto al volto di Carlo c’è quello di Federico (Aldovrandi), subito sotto è disegnato Stefano (Cucchi) e in basso a destra Gabriele (Sandri).
Al centro dello striscione una testa senza volto con un punto interrogativo sopra, come a chiedersi: “E ora chi sarà il prossimo?”.
A destra uno striscione attacchinato nel quartiere di San Lorenzo.

La morte di MP (un racconto a dieci anni dall’uccisione di Carlo Giuliani)
- di Cristiano Armati

Io lì non ci dovevo andare. Me lo avevano detto i miei colleghi sotto la doccia. Arrotolavano gli asciugamani e mi colpivano sulla schiena. E quando mi voltavo per vedere chi era stato giravano il dito indice, ridevano e facevano finta di niente: «Tu lì non ci puoi venire,» ripetevano, «perché sei stupido».
Erano tutti contenti di partire. Perché là pure a noi carabinieri di leva ci avrebbero pagato la giornata. E la mensa. E il posto dove dormire.
Qualcuno dei miei colleghi diceva pure che non c’era mai stato a Genova e già che c’era si sarebbe scopato qualche puttana. Magari una dei noglobal.
Io lì non ci dovevo andare. A fare il carabiniere. È che mio padre aveva un cugino che conosceva il maresciallo e allora mi hanno fatto passare. Anche se dicevano che non ci stavo tanto con la testa.
Poi un collega si è ammalato. E il comandante della caserma era convinto che dovevamo essere in tanti e allora mi ha mandato a dire che sarei salito anche io. Però dovevo stare attento perché mi volevano tirare i palloncini con il sangue infetto. E mettere le bombe nella macchina. Perché poi si volevano prendere tutto e a noi mandarci a casa.
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FOTO CONCERTO NON SERVIUM
11/06/11 C.S. Brancaleone (Roma)

8 luglio 2011 1 commento