Il Reichstag brucia?
CUI PRODEST?
“Il Reichstag brucia?” Questo era il titolo di un volantino diffuso, pochi giorni dopo il 12 Dicembre di quaranta anni fa, in Piazza Fontana e davanti alle più importanti fabbriche di Milano nel momento di massima criminalizzazione del movimento antagonista. Il testo del volantino, esempio solitario di immediata comprensione della strategia paragolpista che sottintendeva alle bombe del 12 Dicembre, anticipava coraggiosamente quello che l’opinione pubblica democratica” avrebbe scoperto, in parte, solo alcuni mesi più tardi. Così recitava l’incipit del testo:
Di fronte al montare del movimento rivoluzionario, malgrado la metodica azione di recupero dei sindacati e dei burocrati della vecchia e nuova “sinistra”, diviene fatale per il Potere rispolverare ancora una volta la vecchia commedia dell’ordine, giocando questa volta la falsa carta del terrorismo, nel tentativo di scongiurare la situazione che lo costringerà a scoprire tutto il suo gioco di fronte alla chiarezza della rivoluzione
40 anni dopo, in un clima sociale e politico profondamente mutato e a fronte alla rotta senza fine del movimento operaio organizzato, il governo più reazionario che la storia repubblicana ricordi trasforma un episodio isolato ed estemporaneo, il lancio di una STATUETTA al primo ministro, in un pericoloso PARADIGMA, addirittura il prodromo di una rinnovata e possibile minaccia terroristica scientemente pianificata (col gran rispolvero iperbolico degli epiteti tanto cari al giornalismo dei ’70, “ANNI DI PIOMBO”-”CATTIVI MAESTRI” ecc. ecc.), innescata dall’INSANO modo di concepire la politica di quelle aree che si mostrano, legittimamente peraltro, poco o nulla ossequiose e/o accomodanti verso le politiche governative. Quello che oggi il governo può temere non è certo una fantomatica minaccia rivoluzionaria quanto l’accrescersi e il saldarsi dei numerosi focolai di protesta sociale che già da tempo covano rabbiosi sotto la cenere dell’imbavagliamento mediatico. Il POPOLO sembra cominciare a stancarsi di essere turlupinato, stufo, più in generale, di una CLASSE politica oscenamente trasversale. La REALTA’ rischia seriamente di superare la FANTASIA: quando l’ottimistica sequela di spot propagandati dai quattro quinti dei TG nazionali morderà la polvere, a quale ARMI ricorrerà questo esecutivo ammalato di popolarità, immeritata, ad ogni costo? Nel frattempo meglio cercare di chiudere i conti preventivamente con quelle aree che possono rappresentare un imminente PERICOLO, meglio trasformare l’isolato Tartaglia, nonostante le indagini dicano altro, nella punta di diamante di una ILLIBERALE COSPIRAZIONE ORGANICA, ricorrendo per decreto alla chiusura di quei siti che propagandano VIOLENZA (in base a quale criterio? Quello politico?) limitando il sacrosanto diritto alla protesta di piazza (se verrà impedita la contestazione dei comizi altrui, si arresteranno per intero i presidii antifascisti che impediscono le manifestazioni dei NAZISTI di FORZA NUOVA? Dov’è la COSTITUZIONE?). Tutto questo mentre a gran voce dai microfoni di RADIO PADANIA i militanti leghisti (la LEGA, la spina dorsale del GOVERNO DELL’AMORE) chiedono a gran voce la BASTONATURA dei ragazzi dei centri sociali. L’ODIO che oggi sembra tanto inorridire Berlusconi e la sua corte dei miracoli è la “qualità” specifica con cui la Destra due anni fa ha vinto le elezioni in questo paese, fomentando gli istinti peggiori contro le minoranze politiche, religiose, etniche. La Destra che oggi ambisce ad essere il “partito dell’amore” è la stessa che ha introdotto pochi mesi fa, nella Patria forgiata dal sangue versato in nome di uomini come Garibaldi e Mazzini, il REATO DI CLANDESTINITA’ (che si legge REATO DI POVERTA’), che a livello locale partorisce abominii come il WHITE CHRISTMAS, che vanta tra i suoi più insigni esponenti, figuri che da un lato vagheggiano nuove “MARCE SU ROMA” (di centinaia di migliaia di camicie, da nere diventate verdi), dall’altro augurano a quella Sinistra che si mostra poco accomodante e concertativa di “ANDARE A MORIRE AMMAZZATA”! E’ la stessa Destra che a livello locale, nella capitale, spalleggia e foraggia economicamente i nazisti di Casapound (e non solo, anche di quelli, più spudorati, che promuovono convegni sulle WAFFEN SS), apponendo sui loro manifesti lo scudetto comunale (ROMA, CITTA’ MEDAGLIA D’ORO ALLA RESISTENZA) .
In questo quadro schizofrenico si inseriscono ad arte le campagne mediatiche, pompate sulle inesistenti minacce bombarole, si tirano in ballo ancora una volta gli anarchici, con la stessa infamità di 40 anni fa.
E’ TEMPO CHE IN QUESTO PAESE TORNINO A SUONARE LE CAMPANE A STORMO E LE FORZE SANE, PURE DELL’OPPOSIZIONE SOCIALE RIALZINO LA GUARDIA
l’Ardito rosso.
Libertà per i Compagni!
SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI RUSSI
Questa mattina la RASH Roma ha voluto portare solidarietà ai Compagni russi in lutto, alcuni nostri militanti hanno calato uno striscione in memoria di Ivan Khutorskoy dalla facciata dell’univeristà la Sapienza prima della partenza del corteo studentesco concentratosi nel piazzale sottostante.
Riportiamo sotto il comunicato della Confederazione Internazionale RASH United sulla situazione in Russia, e linkiamo una galleria di fotografie delle azioni fatte da alcune sezioni RASH in memoria di Ivan.
(///) DENUNCIA POPOLARE
DENUNCIA PUBBLICA INTERNAZIONALE – R.a.s.h. United – dal 1.993
Denunciamo con forza la morte del nostro compagno e amico Ivan Khutorskoy – Kostolm – avvenuta il 16 novembre di quest’anno, davanti all’ingresso della sua casa in via Khabarovsk, a est di Mosca, in Russia. Denunciamo il suo vile assassinio, un atto di vigliaccheria che mette in evidenza la debolezza dei fascisti mentre assistono al prosperare delle idee della rivoluzione nelle menti di un popolo umiliato e sottomesso da tanto tempo da quegli stessi oligarchi che non vogliono vedere risorgere un nuovo avvenire di giustizia sociale.
Ciò dimostra chiaramente come questi idioti siano solo una elitè piccolo-borghese che serve a difendere gli interessi dei ricchi in qualsiasi parte del mondo e a tal fine porta avanti queste azioni criminali, che hanno come risultato il nostro moltiplicarci e che ci danno il motivo della nostra esistenza, per costruire un futuro degno con LIBERTA’, UGUAGLIANZA E SOLIDARIETA’ in tutti gli angoli del mondo.
Per questo motivo esprimiamo solidarietà con i compagni antifascisti russi per le numerose perdite subite, rinforzando prima di tutto lo spirito combattivo che dobbiamo mantenere in questi momenti difficili. Inviamo un saluto fraterno da compagni a tutta la famiglia di Ivan e ai suoi compagni di lotte: sappiano che tutto questo cambierà e che ci muoveremo in tutte le aree dove siamo presenti con azioni dirette, coscienza di classe e disciplina rivoluzionaria – perché i fascisti NON PASSERANNO! Questo lo giuriamo!
Denunciamo il narco-governo russo di Dimitry Medvedev, complice di tutti questi omicidi mirati, e di tutti i suoi ministri perché permettono la crescita e rafforzamento di questi gruppi radicali di estrema destra. Così come denunciamo soprattutto tutti i gruppi fascisti presenti in questa zona, dal Partito Nazional Socialista Russo, al NSO, il HCO, il RNE, il Slavjanskij Sojuz, fino al PHE Russo. Tutti questi gruppi sono coinvolti direttamente nella morte del nostro compagno.
Facciamo un appello a tutta la comunità mondiale e ai movimenti sociali perché si esprimano su questa vicenda e facciamo così una forte pressione politica affinché a questi idioti venga tolta qualsiasi agibilità, ricordandoci che il modo più efficace è organizzarci e perseguirli con un’attività seria, ferrea e popolare.
Vai alla galleria foto “Solidarietà Internazionale ai Compagni Russi”
Vai all’articolo “Riposa in pace Compagno Kostolom”
UNA STRAGE LUNGA 40 ANNI
La RASH Roma aderisce e promuove l’appello per la costruzione di una giornata di mobilitazione nazionale in occasione del quarantennale della strage di Piazza Fontana.
NOI NON DIMENTICHIAMO
NOI NON PERDONIAMO
leggi l’appello su www.12dicembre.net
978 Morti…
Spinti dalla propria coscienza, la notte fra il 6 e il 7 dicembre una ventina di militanti della RASH Roma hanno compiuto due azioni dimostrative per attirare l’attenzione pubblica sul dramma delle morti sul lavoro.
La prima al Colosseo, nel cuore di Roma, dove è stato esposto uno striscione assieme a delle croci bianche con degli elmetti da operaio sopra i quali sono stati scritti i nomi di alcune delle tragedie più grandi che hanno colpito il popolo lavoratore negli ultimi anni (come ad esempio Enel Civitavecchia, Porto di Genova o Thyssenkrupp Torino 6 dicembre 2007, di cui ieri ricorreva il secondo anniversario). La seconda azione è stata al parco Ildefonso Shuster, a San Paolo, davanti al monumento ai caduti di Nassirya: sono state messe altre croci e lasciati ancora dei caschetti e un altro striscione, con l’intento di far riflettere su quante energie e quanta attenzione venga data a dei “ragazzi” pagati dallo Stato per impegnarsi nelle guerre imperialiste in giro per il mondo, a difendere gli interessi di quei soliti pochi che detengono i mezzi di produzione, che ricoprono (che se ne rendano conto o no) il ruolo di mercenari, utilizzati per sottomettere altri popoli; mentre ai lavoratori, agli operai, ai braccianti morti sul posto di lavoro non viene data nemmeno una briciola di attenzione in confronto.
1328: milletrecentoventotto morti ogni anno. E’ la media dei caduti sul lavoro tra il 2003 e il 2005: poco meno di 4,5 morti al giorno. Nel 2006, 1280 ‘morti bianche’. Per il 2007 il contatore si è fermato ben oltre i mille morti. Il dato finale per il 2009, che avremo fra qualche mese, non sarà diverso dagli anni precedenti.
Questo succede in Italia, uno dei paesi più ricchi al mondo. A considerare solo la faccia emersa della tragedia, i dati ufficiali.
In Italia ogni giorno muoiono più di 3 persone sul posto di lavoro.
Si legge talvolta qualche trafiletto su qualche giornale, e purtroppo ci si abitua facilmente a questa triste statistica.
Ma questa non è solo una statistica. Questa è realtà tangibile, questo è un urlo disperato che viene dalla voce dei lavoratori:
OGNI GIORNO IN ITALIA MUOIONO PIU’ DI 3 PERSONE SUL POSTO DI LAVORO!
Per i media questi numeri non fanno notizia, per noi sì.
Stia quindi bene attento chi ogni giorno infanga il nome della classe lavoratrice, si guardi a lungo allo specchio colui che ignora questi dati.
I lavoratori sono sfiniti dalla guerra costante che vivono sulla loro pelle giorno per giorno sul posto di lavoro, sono sfiancati dal costante pericolo che corrono per guadagnarsi da vivere.
Che questi dati allarmanti fungano da monito a chi ogni giorno specula sulla pelle dei proletari.
Basta bugie, basta inganni. La vera guerra è qui,
a casa nostra,
ora.
GLI ANGELI NON SIETE VOI SOLDATI DELLO STATO,
MA CHI OGNI GIORNO MUORE PER IL PROLETARIATO.
Vai alla galleria foto “Azione Dimostrativa sulle Morti Bianche”
LA BANDIERA ROSSA SVENTOLA SUGLI UFFICI DEGLI SQUADRISTI
ROMA 26/11/2009
Oggi giovedì 26 novembre, 30 persone hanno occupato gli uffici della “Barani Group”, il service di “sicurezza” che ha prestato il braccio all’infame azione squadrista, verificatasi due settimane fa ai danni dei lavoratori che occupavano la sede dell’ Eutelia, pianificata dall’amministratore delegato della fabbrica.
La nostra azione aveva un duplice obbiettivo:
1) ESSERE MONITO CATEGORICO A TUTTI QUEI NOSTALGICI CHE, IN UN CLIMA DI CRESCENTE INTIMIDAZIONE A DANNO DI CHI LOTTA PER LA PROPRIA DIGNITA’ E IL PROPRIO POSTO DI LAVORO, RIMPIANGONO IL TRISTE ARMAMENTARIO DELLA CAMICIA NERA, DEL BASTONE E L’OLIO DI RICINO. CARI SIGNORI RISPONDEREMO COLPO SU COLPO ALLE VOSTRE INDEGNE PROVOCAZIONI, PRONTI A SCENDERE IN STRADA A DIFESA E AL FIANCO DI TUTTI QUEI LAVORATORI OFFESI E UMILIATI DALLA TRACOTANZA PADRONALE.
2) RIAPRIRE IL DIBATTITTO SU QUANTO, NELLO SPECIFICO, ACCADUTO NELLA NOTTATA DEL BLITZ ALL’EUTELIA. DIETRO ALL’ODIOSO SCENARIO DELL’ATTACCO AI LAVORATORI CHE PRESIDIAVANO IL PROPRIO POSTO DI LAVORO SI CELA, INFATTI, UN’OSCURA MANOVRA. ALCUNI DOCUMENTI SAREBBERO STATI TRAFUGATI DAL DELEGATO AZIENDALE GRAZIE ALLA COPERTURA FISICA DI QUESTI UTILI IDIOTI, SPACCIATISI PER TUTORI DELLE FORZE DELL’ORDINE..
VOGLIAMO VERITA’ E CHIAREZZA CRISTALLINA SU QUANTO ACCADUTO!
NEMICI DEI PREVARICATORI, DI CHI TRAMA PER DIVIDERE E OFFENDERE LE SACROSANTE LOTTE DEL MOVIMENTO DEI LAVORATORI. AL FIANCO DI CHI LOTTA NELLE FABBRICHE, NEGLI UFFICI, NELLE SCUOLE PER LA GIUSTIZIA SOCIALE.
RASH Roma – Patria Socialista – Magazzini Popolari Casalbertone
Prossime Iniziative:
Qui Belfast è una raccolta di articoli, pubblicati nel corso di vent’anni, con cui Silvia Calamati, oggi collaboratrice di RAI News 24, cerca di aprire ancora una volta una breccia nel muro di omertà e connivenze costruito attorno al conflitto nord-irlandese: una censura il cui prezzo più alto è stato pagato da migliaia di cittadini innocenti. Girando in lungo e in largo le sei contee nord-irlandesi la giornalista ha raccolto le voci di gente comune, ma anche di personalità di spicco del mondo politico e culturale e religioso. Ha inoltre seguito il difficile processo politico che ha portato, dagli inizi degli anni Ottanta, alla firma dello storico “Accordo del venerdì santo” dell’aprile 1998. Nonostante tale accordo non si è ancora giunti a una “pace con giustizia” in Irlanda del Nord. Oggi il tentativo di far affievolire in tempi brevissimi una memoria storica di un conflitto in cui Londra ha avuto pesantissime responsabilità si scontra con il pressante bisogno di portare alla luce la verità su quel che è accaduto, così come richiesto dai familiari delle vittime, dai più prestigiosi organismi internazionali per i diritti umani e da giornalisti indipendenti (come Brian Feeney, del quotidiano The Irish News di Belfast, o Roy Greenslade, del londinese The Guardian), i cui articoli sono riportati in questo libro.
Berluscoiti
Quando, nel 1994, Silvio Berlusconi annunciò alla nazione la sua volontà di «scendere in campo» per strappare l’Italia a un non meglio precisato complotto partitocratico, il fondatore del potente gruppo Mediaset, nonché padrone indiscusso della televisione, ottenne un immediato consenso presentando se stesso come uomo lontano dal «chiacchiericcio della politica» ma sempre pronto a «rimboccarsi le maniche» per regalare al Paese la stessa (seppur poco trasparente) fortuna che aveva arriso alle sue innumerevoli aziende e alla sua squadra di calcio. Erano, questi, i tempi di «un milione di posti di lavoro» promessi agli elettori, conquistati dal «contratto con gli italiani» che il futuro Presidente del Consiglio avrebbe sottoscritto negli studi televisivi nel nome della «politica del fare». Da quel momento in poi, Silvio Berlusconi ha presieduto ben tre Governi ma, mentre l’Italia è sprofondata nella più grave crisi economica dell’ultimo mezzo secolo, regalando a tutto il mondo – grazie alle figure del suo leader – l’immagine di un popolo di pagliacci e veline, anche la tanto sbandierata praticità del Cavaliere ha finito per mostrare il suo vero volto. È stato così che Silvio Berlusconi, più che per «la politica del fare», è divenuto noto per «la politica del farsele», inaugurando una nuova stagione di scandali sessuali capaci di travolgere giornalisti, ministri e showgirl in una girandola di episodi esilaranti e disgustosi al tempo stesso. Gli stessi episodi che, con la consueta cattiveria, la matita di Alessio Spataro mette nero su bianco spiando i «berlus-coiti» del re di Arcore. Un premier «affamato», sì. Ma non solo di potere!
La Ministronza
Il fumetto satirico dedicato a Giorgia “Mecojoni” Meloni, la Ministronza del governo Berlusca, che fa indignare tutti i parrucconi della politica italiana e ridere tutti i lettori di satira!
Esilarante e dissacrante, nato da un blog, da uno dei migliori fumettisti satirici della nuova generazione.
“Vignette di scarso valore e intrise del più banale maschilismo da caserma” (Gianfranco Fini)
“E’ indecente e volgarissimo” (Stefania Prestigiacomo)
“L’ennesimo picco di volgarità che ha come bersaglio una donna” (Mara Carfagna)
“Fosse stata la Bindi, sarebbe successo il finimondo” (Il Secolo d’Italia)
“Volgare maschilismo che offende tutte le donne” (Rosi Bindi)
“Aspettiamo un fiume di dichiarazioni in difesa soprattutto della donna e della rappresentante delle istituzioni da parte di tutti coloro che in altre occasioni hanno gridato allo scandalo per affermazioni di gran lunga meno offensive” (Maurizio Gasparri)
L’AUTORE:
Alessio Spataro (Catania, 1977) è uno dei protagonisti della scena satirica italiana. Le sue vignette compaiono regolarmente sulle pagine di «Internazionale», «Carta», «il Manifesto» e «Liberazione».
Sito: www.pazzia.org.
Riposa in pace Compagno Kostolom
Il 16 Novembre 2009 a Mosca è morto un compagno.
Ivan Khutorskoy, anche conosciuto come “Kostolom”, era un antifascista, ed è morto per i suoi ideali.
Ivan era uno dei fondatori del movimento antifascista militante russo.
Era uno di quei pochi ragazzi che si opposero alle orde neo-naziste che dominavano la scena punk/hardcore negli anni 90 e inizio anni 2000.
Mentre la maggior parte della scena scendeva a compromessi con i nazisti, Kostolom e I suoi amici più stretti cominciarono a cacciare i fascisti dai concerti e le iniziative. Presto Ivan divenne il fondatore e il rispettato leader della RASH Mosca.
Con il passare degli anni combatté senza tregua la feccia neo-nazista per le strade, organizzando la sicurezza ai concerti punk/hc, prendendo parte attiva alle manifestazioni, addestrando ragazzi e ragazze nell’autodifesa e nelle arti marziali.
I nazisti odiavano Ivan, lo temevano e consideravano uno dei loro nemici più pericolosi. Le sue foto, i suoi indirizzi insieme a tante minacce di morte erano stati pubblicati su numerosi siti internet neo-fascisti.
Era stato attaccato tante volte, vittima di varie imboscate sotto casa, aggredito da numerosi nemici con coltelli, mazze e cacciaviti. Era abituato oramai a essere ricoverato per settimane negli ospedali, spesso in equilibrio fra la vita e la morte. Ma rimase sempre fedele ai suoi credi e ai suoi ideali.
Sempre in prima linea, sempre pronto a combattere il nemico, anche quando in forte minoranza numerica. Il suo soprannome era Kostolom, in russo significa spaccaossa.
Ivan è stato assalito vicino casa. I codardi gli hanno sparato due volte dietro la nuca, troppo codardi per affrontalo anche con una pistola nelle mani.
Ha vissuto come un guerriero ed è morto come un vero eroe.
Riposa in pace Ivan “Kostolom” Khtorskoy, continueremo per te la tua battaglia!