LA SANTA ALLEANZA DEI DEMENTI
L’Unità + Terra:
La mancanza di capacità analitica, il pressappochismo, l’assoluta incomprensione di fenomeni diversissimi tra loro e il gettarli nel medesimo calderone fatto di una mostruosa ignoranza (del presente come del passato) fanno di queste due testate la retroguardia dell’informazione.
Le “Tre frecce” simbolo dell’antifascismo da quasi un secolo, attraverso le penne di questi signori, diventano segno dell’estrema destra.
Povero Gramsci…
SOLUZIONE SOYLENT (FINALE)
Articolo preso da: www.carmillaonline.com
di Alessandra Daniele
Attenzione, spoiler: il Soylent Green è fatto con la gente. Non insieme alla gente, è fatto di gente, cioè di carne umana, di cadaveri.
Il romanzo di SF ”Make Room! Make Room!” di Harry Harrison è del 1966, il ben più noto film ”Soylent Green” che ne è stato liberamente tratto è del 1973. Entrambi condividono la premessa – un pianeta terra al collasso ecologico, sovrappopolato di masse affamate – la clamorosa rivelazione finale però appartiene solo al film. Di grande impatto drammatico e allegorico, l’idea del cannibalismo forzato di massa non ha però nessuna reale possibilità di funzionare come soluzione alla carestia e alla fame. E’ una questione di cifre. Occorrendo a due persone nove mesi per fare un bambino, e molto meno per mangiarlo (anche masticando bene) il rapporto numerico fra nuovi nati e divorati diventerebbe sempre più sbilanciato verso questi ultimi, e la specie umana arriverebbe all’estinzione, inghiottendosi letteralmente da sola come il serpente Ouroboros.
Eppure, il cannibalismo ci viene proposto come soluzione alla crisi economica globale. Ci viene prescritto – anzi, ordinato – di sbranarci a vicenda per sopravvivere, a cominciare dai soggetti più deboli, socialmente e fisicamente, i tagli di carne preferiti dai macellai addetti all’affettatrice fiscale.
Sia in Europa che negli USA, al cannibalismo sociale sono ispirate tutte le manovre finanziarie, tutte le analisi degli economisti, tutti gli appelli padronali e presidenziali alla ”responsabilità”. A chi sbrana si offrono cariche pubbliche, di chi finisce sbranato si dice che avrebbe dovuto correre più forte.
Questa è l’autentica natura del capitalismo, e le sue inevitabili e ormai evidenti conseguenze sono il collasso ecologico, la disintegrazione sociale, e in definitiva l’autodistruzione della specie mediante autofagia.
Il capitalismo viene spesso assimilato alla cosiddetta ”legge della jungla”: niente di più sbagliato. I predatori carnivori del regno animale non si nutrono di individui della loro stessa specie. Possono battersi per il territorio e la guida del branco, ma anche in questo caso molto raramente si uccidono, perché il loro scopo non è mai nutrirsi dei loro simili. Il capitalismo invece ne ha fatto una scienza, una filosofia, un pensiero unico da imporre su tutto il pianeta con ogni mezzo. Una religione che è oggi più pericolosa da ”bestemmiare” di quanto non lo fosse il cattolicesimo nel medioevo, e alla quale, come allora, anche l’imperatore deve inchinarsi fino a terra, come dimostra l’avvilente parabola di Barack Obama.
Basato sulla strumentale assunzione erronea delle leggi del mercato come leggi di Natura, il cannibalismo sociale che la patristica capitalista ci spaccia come strategia evolutiva, anzi, come unica strategia evolutiva possibile per la specie umana, è in realtà una delle spinte più autodistruttive che abbiano mai guidato la Storia.
L’attuale crisi planetaria non è una patologia del capitalismo, ne è la logica conseguenza, perché è il capitalismo stesso a essere una patologia, del genere autoimmune, che porta l’organismo ad attaccare e divorare se stesso, attraverso anticorpi cannibali, fino alla morte.
Dobbiamo fermarli.
GUERRA E FRONTE INTERNO:
scacco matto alla coscienza critica del cittadino in dieci sempilici mosse
Il decalogo di Noam Chomsky sulla manipolazione mediatica:
1. La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione, che consiste nel distogliere l’attenzione pubblica dai problemi importanti e dai cambiamenti determinati dalle élite politiche ed economiche, mediante la tecnica del diluvio, inondazione di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire che l’interesse pubblico si concentri sulle conoscenze essenziali riguardanti la scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. “Mantenere l’attenzione del pubblico deviata dai reali problemi sociali, accattivandola con temi senza un’importanza reale. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare; di nuovo in fattoria con gli altri animali (citazione dal testo Silent weapons for quiet wars – Armi silenziose per guerre tranquille).
2. Creare problemi e successivamente offrirne le soluzioni
Questo metodo è anche chiamato “problema-reazione-soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che preveda una reazione nel pubblico, affinché questo diventi il richiedente stesso dei dispositivi che si vuole far accettare. Per esempio: lasciare che si svolga e intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare sanguinosi attentati, in modo che il pubblico richieda leggi sulla sicurezza e politiche a scapito della libertà. Oppure: creare una crisi economica per accettare come un male necessario l’arretramento dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3. La strategia della gradualità
Per fare in modo che si accetti una notizia inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per anni consecutivi. Questo è il modo con cui condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neoliberismo) sono state imposte negli anni 80 e 90: lo stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantiscono un reddito dignitoso, sono tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione, se fossero stati applicati tutti in una sola volta.
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Per noi è come se fosse ieri..
Sopra, a sinistra la foto dello striscione srotolato ieri al Pincio per ricordare Carlo Giuliani e altri ragazzi vittime dello Stato, sulla cui morte ancora non si è potuta fare piena luce. Accanto al volto di Carlo c’è quello di Federico (Aldovrandi), subito sotto è disegnato Stefano (Cucchi) e in basso a destra Gabriele (Sandri).
Al centro dello striscione una testa senza volto con un punto interrogativo sopra, come a chiedersi: “E ora chi sarà il prossimo?”.
A destra uno striscione attacchinato nel quartiere di San Lorenzo.
La morte di MP (un racconto a dieci anni dall’uccisione di Carlo Giuliani)
- di Cristiano ArmatiIo lì non ci dovevo andare. Me lo avevano detto i miei colleghi sotto la doccia. Arrotolavano gli asciugamani e mi colpivano sulla schiena. E quando mi voltavo per vedere chi era stato giravano il dito indice, ridevano e facevano finta di niente: «Tu lì non ci puoi venire,» ripetevano, «perché sei stupido».
Erano tutti contenti di partire. Perché là pure a noi carabinieri di leva ci avrebbero pagato la giornata. E la mensa. E il posto dove dormire.
Qualcuno dei miei colleghi diceva pure che non c’era mai stato a Genova e già che c’era si sarebbe scopato qualche puttana. Magari una dei noglobal.
Io lì non ci dovevo andare. A fare il carabiniere. È che mio padre aveva un cugino che conosceva il maresciallo e allora mi hanno fatto passare. Anche se dicevano che non ci stavo tanto con la testa.
Poi un collega si è ammalato. E il comandante della caserma era convinto che dovevamo essere in tanti e allora mi ha mandato a dire che sarei salito anche io. Però dovevo stare attento perché mi volevano tirare i palloncini con il sangue infetto. E mettere le bombe nella macchina. Perché poi si volevano prendere tutto e a noi mandarci a casa.
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San Lorenzo: occupata la Sala Cinema Palazzo in piazza dei Sanniti
I cittadini/e di San Lorenzo hanno occupato la Sala Cinema Palazzo in piazza dei sanniti per rivendicare la destinazione d’uso culturale dello stabile.
Il cinema teatro “Palazzo” in piazza dei Sanniti, nel quartiere popolare di San Lorenzo, ha una lunga storia e tradizione iniziata nei primi decenni del ’900, alla fine dei quali l’intera struttura ha ospitato una sala biliardo e una sede del Bingo. Tale trasformazione ha pian piano svilito ed umiliato questa tradizione legata al mondo della cultura che nel corso degli anni ha coinvolto artisti di dichiarata fama primi tra tutti Ettore Petrolini e Romolo Balzani.Attualmente è in corso un’altra ristrutturazione da parte di una Società privata, dell’intera struttura per ospitare ed allestire un Casinò con tanto di slot machine e giochi virtuali. L’ennesimo esempio di una cultura non cultura legata solo al gioco d’azzardo e all’impoverimento e alla mortificazione delle potenzialità artistiche e culturali dell’intera città di Roma.
Invitiamo quindi tutte le risorse culturali ed artistiche, esponenti politici, Enti Teatrali a personaggi legati al mondo della cultura e dello spettacolo del Paese, a partecipare ed a discutere insieme sull’utilizzo delle risorse da destinare ai fini culturali ed al fine di scongiurare l’ennesimo scempio speculavo e di creare un centro/laboratorio di una scuola romana di teatro e danza aperta alle aspirazioni di tanti giovani e non, che ancora credono alla cultura come espressione massima o per la società e per l’uomo che ha da sempre creato una coscienza ed un pensiero autonomo fondativo di una coscienza civile libera da ogni imposizione.
YURI GAGARIN, FIGLIO DELL’OTTOBRE ROSSO!1961 – 2011
Il 12 aprile del 1961 Yuri Gagarin è il primo uomo nello spazio. Lanciata alle 9.07, ora di Mosca dal cosmodromo di Bajkonur, la navicella spaziale Vostok 1, la prima progettata per portare un uomo, compì in 88 minuti un giro dell’orbita terrestre per atterrare in URSS alle 10.20, riportando il suo pilota sano e salvo, acclamato come un eroe di tutti i popoli.
Gli occhi del mondo si rivolsero all’Unione Sovietica e alla sua storica impresa; l’occidente scommetteva in una clamorosa disfatta che avrebbe umiliato l’URSS davanti ai riflettori del mondo intero. Ma non fu così. Appena giunto in orbita Gagarin poté vedere ciò che prima nessun uomo aveva mai visto. “La Terra è bellissima, è azzurra, non ci sono confini né frontiere.”
Il Tolkien immaginario dei fascisti italiani
Dal Blog dei Wu Ming – www.wumingfoundation.com
Ecco l’audio della serata “Tolkien l’antinazista”, tenutasi a Roma il 19 febbraio 2011 a cura della RASH Roma, con la partecipazione di Wu Ming 4 e di Roberto Arduini dell’Associazione Romana di Studi Tolkieniani.
[WM4:] La serata organizzata dalla RASH (Red and Anarchist Skin Heads) ai Magazzini Popolari Casalbertone è stata un’occasione importante. Io e Roberto Arduini abbiamo parlato per quasi due ore delle strategie d’appropriazione che nel corso degli anni la destra ha messo in atto su un autore come Tolkien.
Nonostante non siano stati due interventi sistematici, ma appunto soprattutto esemplificativi e narrativi (nel mio caso perfino un po’ “rough”), ci pare che siano riusciti a toccare i punti salienti della questione. Molto utile anche la presentazione di Valerio Gentili della RASH [tra le altre cose, autore dei libri Roma combattente, La legione romana degli Arditi del Popolo e, di imminente pubblicazione, Bastardi senza storia ], che ha spazzato via con poche efficaci frasi le polemiche che la locandina della serata e la scelta dell’argomento avevano destato da parte di alcuni.
Un’ultima nota personale: non avrei mai creduto che un giorno avrei parlato di Tolkien con alle spalle un busto di Lenin e le bandiere rosse fuori dalla porta. Anche per questo risulta ancora più significativo che tutti i presenti – a partire dagli organizzatori – abbiano tenuto a ribadire il totale disinteresse a imporre a Tolkien qualsivoglia cappello ideologico (men che meno a inserirlo nel “pantheon” della sinistra).
L’impressione è che, alla buon’ora, the times are changing…
1- Introduzione di Valerio Gentili (6:38)
2- Intervento Wu Ming 4 (49:45)
Julius Evola, le “idee senza parole” e i simboli “riposanti in se stessi”. “Anche Zorro ha la spada”. Le grinfie fasciste su Tolkien alla luce di Cultura di destra di Furio Jesi.3- Intervento di Roberto Ardiuni (38:42)
In quest’intervento, Arduini individua ed elenca i tratti distintivi della cultura di destra e neofascista (vittimismo, sconfittismo, esclusivismo, maledettismo, culto della nicchia, fascino del proibito) e spiega come questi elementi siano all’opera nella strumentalizzazione “evoliana” di J.R.R. Tolkien.4- Coda (6:04)
WM4 su Alemanno che cita Tolkien a cazzo di cane, con effetto di ironia involontaria. Intervento di Norbert a proposito di Éowyn e Beregond. Arduini sul modello della “donna di destra”: la valkiria casalinga (!)N.B. I file n.2 e 3 li abbiamo ottenuti montando due diverse registrazioni della serata: una via web (la serata è stata trasmessa in streaming sulla web-radio Trapped In Society), a cui mancavano alcune parti, e una fatta in sala con un registratore, integrale ma in alcuni passaggi disturbata da rumori di sottofondo. Il file n.1 viene dalla registrazione in sala, il file n.4 dalla registrazione via web.