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Libia: la “rivoluzione” dei mercenari dell’euro e del dollaro‏

“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”
- Josef Goebbels
nato_assassini

Ci poniamo alcuni interrogativi sul conflitto: Se la guerra in Libia, secondo qualcuno, non può essere nemmeno definita come tale ma, più corretamente, “missione umanitaria di pace” per esportare democrazia, perchè fa parte della coalizione NATO, che attualmente sta bombaradando obiettivi civili di uno Stato sovrano, una nazione come il Qatar? Vale a dire una sanguinaria monarchia teocratica? Perché i freedom fighter$ d’oltralpe e a stelle e strisce non hanno fatto nulla, tre settimane fa, quando il piccolo Regno del Bahrain è stato invaso dall’Arabia Saudita col preciso obiettivo di reprimere nel sangue la locale rivolta di popolo contro il feroce monarca? La regola dei “diritti umani” funziona, allora, solo quando fornisce un comodo paravento per altri interessi (magari economici)?
Fino ad ora, questa guerra ha fatto emergere, da un lato, lo scontro tra gli “imperialismi straccioni” d’Europa (Inghilterra e Francia vs Italia) e dall’altro, ha realizzato il capolavoro machiavellico del premio nobel (?) per la “pace” Barak Obama, un uomo che è riuscito a fare una guerra di razzia passando, grazie ad un’abile manipolazione e cura dei mezzi di propaganda, per un campione del pacifismo. Il bello è che qualcuno, in alto, ha finito per fingere di crederci davvero (!), un esempio? Il nostro presidente della repubblica, che ha negato, mentre l’aviazione NATO bombardava obiettivi civili in Libia, l’esistenza stessa di una guerra.
Nel mondo libero d’occidente si aggira uno spettro…quello di Goebbels!

Un interessante articolo da Peacereporter svela alcuni retroscena di questa moderna “crociata umanitaria”:

Rivelazioni sul coinvolgimento dei servizi segreti francesi nella pianificazione delle rivolte anti-Gheddafi e sulla presenza in Cirenaica di forze speciali angloamericane fin dalle prime fasi della ribellione, se non da prima.
Se non fosse per l’aspro scontro diplomatico in atto tra Italia e Francia sulla Libia, difficilmente saremmo venuti a conoscenza degli imbarazzanti retroscena della ‘rivoluzione libica’ pubblicati ieri dalla stampa berlusconiana, che dimostrano come la rivolta popolare contro Gheddafi sia sta orchestrata da Parigi fin dallo scorso ottobre.

Il quotidiano Libero, citando documenti riservati dell’intelligence francese (ottenuti dai servizi italiani) e basandosi su notizie pubblicate dalla newsletter diplomatica Maghreb Confidential, racconta come l’uomo più fidato del Colonnello, il suo responsabile del protocollo Nouri Masmari, lo abbia tradito rifugiandosi a Parigi lo scorso 21 ottobre.
Lì, nel lussuoso hotel Concorde Lafayette, questo inquietante personaggio ha ripetutamente incontrato i vertici dei servizi francesi, fornendo loro informazioni politiche e militari utili per rovesciare il regime libico e contatti libici fidati per organizzare una rivoluzione.

In base a queste indicazioni, il 18 novembre agenti francesi al seguito di una missione commerciale a Bengasi hanno incontrato il colonnello dell’aeronautica Abdallah Gehani, pronto a disertare. Gheddafi scopre qualcosa e dieci giorni dopo chiede alla Francia di arrestare Mesmari, ma lui chiede asilo politico e continua a tessere le sue trame.
Il 23 dicembre arrivano a Parigi altri tre libici: Faraj Charrant, Fathi Boukhris e Ali Ounes Mansouri, ovvero al futura leadership della rivoluzione libica. Mesmari, sempre sorvegliato/protetto dai servizi francesi, si incontra con loro in un lussuoso ristorante degli Champs Elysèe.
Subito dopo Natale arrivano a Bengasi i primi ”aiuti logisitici e militari” francesi.

A gennaio Mesmari, soprannominato dagli 007 francesi ‘Wikileak’ per tutte le informazioni che rivela, aiuta Parigi a predisporre i piani della rivolta assieme al colonnello Gehani. Ma i servizi segreti libici scoprono le intenzioni di quest’ultimo e lo arrestano il 22 gennaio.
Qui finiscono le rivelazioni di Libero, ma cominciano quelle sull’arrivo di commando di forze speciali britanniche e statunitensi a Bengasi.

Tra il 2 e il 3 febbraio, secondo ”informazioni raccolte in ambienti ben informati” dal blog Corriere della Collera (del massone Antonio De Martini, ex responsabile del movimento repubblicano di destra ‘Nuova Repubblica’), uomini delle Sas e delle Delta Force sarebbero giunti in Cirenaica per inquadrare e addestrare i futuri ribelli.

Il 17 febbraio scoppia la rivolta in Cirenaica.
Secondo fonti di stampa vicine ai servizi segreti israeliani e pachistani, una settimana dopo, nelle notti del 23 e 24 febbraio, sbarcano a Bengasi e a Tobruk centinaia di soldati delle forze speciali britanniche, statunitensi e anche francesi per aiutare i rivoltosi a sostenere la dura reazione militare del regime di Gheddafi: i gruppi ribelli vengono organizzati in unità paramilitari e addestrati all’uso delle armi pesanti catturate dai depositi governativi.
La consistente presenza di forze militari inglesi in Cirenaica fin dalle prime fasi della rivolta anti-Gheddafi (almeno da fine febbraio) verrà successivamente confermata dal giornale britannico Sunday Mirror.

I primi di marzo, secondo il settimanale satirico francese Le Canard enchainé, i servizi segreti francesi della Dgse hanno fornito ai ribelli libici un carico di cannoni da 105 millimetri e batterie antiaeree camuffato come aiuto umanitario e accompagnato da addesratori militari.
I mesi di pianificazione portata avanti dall’intelligence francese e il tempestivo, se non preventivo, sostegno militare anglo-americano-francese sul terreno, gettano nuova luce sulla natura della ‘rivoluzione libica’.

- Enrico Piovesana

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