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HACKMEETING 2006 |
01/08/2006 |
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Far web
Un altro pezzo di rete viene commercializzato,
pratica ormai sempre più diffusa come dimostrano myspace o gmail a spese di
utenti inconsapevoli . Pare che ormai siamo nel Web 2.0; ma che significa?
Per chi vive la rete liberamente, rivendicando il libero utilizzo del mezzo
di produzione/comunicazione/informazione/condivisione, non sembra cambiato
granché, dalle violazioni della privacy
alle condanne
e alle leggi
repressive contro il file
sharing, alla limitazione della libertà nell'uso del computer, come il Trusted Computing o il Digital
Rights Management (DRM). In questo contesto si sta costruendo
anche il nono hackmeeting, l'incontro annuale delle controculture digitali italiane. Al solito autogestito, autofinanziato e aperto a tutt* coloro che
intendono sporcarsi le mani nella tecnologia, nell'informatica e
nell'autogestione della propria vita, l'incontro si terrà a Parma dal 1 al 3 settembre 2006. Offrirà un modo diverso
di pensare la rete con seminari,
giochi, hacking, discussioni, laboratori e workshop in cui imparare a comunicare le proprie idee.
Aggiornamenti
28 agosto , ore 9:30 inizia HackIt06! Occupato lo stabile dove si terrà l'evento
Comunicato Stampa
||MANIFESTO||STORIA||COME ARRIVARE|| FAQ|| PROGRAMMA SEMINARI||
[Approfondimenti]
L'esempio dell'
Open Document un formato che puo' essere interscambiato da diversi
programmi ufficio.
CopyDown: notizie dal mondo delle
licenze e dei diritti digitali
hackmeeting
in spagna
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TCPA / Palladium / DRM |
02/04/2006 |
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Prossimamente i "computer inaffidabili"
Quello di blindare i sistemi informatici e costringere gli utenti ad utilizzare solo
determinati prodotti "autorizzati" e "non dannosi" è un sogno perverso che assilla
i signori della guerra digitale da molto tempo. Oggi questo sogno potrebbe diventare realtà:
il suo nome è Trusted Computing [ TC - informatica fidata ].
Da subito, alla base del progetto TC
(capeggiato da Microsoft e Intel) c'è il concetto di "fiducia" e quello di "sicurezza".
Un sistema sotto TC, infatti, è un sistema protetto
da tutto ciò che è ritenuto potenzialmente "dannoso". Unica clausola da accettare:
l'utente non può decidere di cosa fidarsi e di cosa diffidare.
In fondo non ce n'è bisogno...ci pensano loro
per noi!
Anche se può sembrare uno scenario eccessivamente da
”1984”
[1],
i computer "palladium"
(ma non solo) avranno un requisito hardware [chip Fritz - dal nome del senatore statunitense] che sceglierà per noi…perché solo ciò che va bene a Fritz
può girare sui nostri computer: dai software, ai file fino alle pagine web.
Tutto questo per aumentare la nostra sicurezza e per stanare i cattivissimi pirati
[DRM: ita -
eng], senza pensare ai numerosi problemi che un sistema del genere può provocare: dalla
censura telecomandata alla condanna del software free (dovendo pagare i codici di autorizzazione nessun software “autorizzato” potrà essere free), dall’impossibilità della condivisione a quella di scegliere come utilizzare le proprie macchine oppure dove acquistare i
propri prodotti (le “DVD region" non permetteranno che un CD/DVD sia eseguibile con sistemi TC fuori dalla regione d’acquisto).
Non bisogna, infine, sottovalutare i
vantaggi economici che le “grandi” avrebbero.
Assurdo?
Purtroppo no, ma in rete (e non solo) l’indignazione non è poca
[1 |
2 |
3 |
4] e anche la voglia di evitare questo disastro.
A settembre del 2005 è nato, infatti, no1984 per costituire un potente medium di informazione spontanea sulla silenziosa scalata del Trusted Computing, che non investirà solo gli “adepti” dell’informatica (...si pensi ai telefonini).
.::Approfondimenti::.
[Risorse Anti-TC | Hardware sotto TC | Membri del progetto TC]
[altre risorse: Eletronic Frontier Foundation | complessità.it | against-TCPA | Associazione Software Libero | Lafkon.net]
::Video::
Trusted Computing in poche parole [anteprima: modem | adsl]
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LIMITROFO A CHI? |
27/01/2006 |
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Imc sicilia si autosospende
Ci risiamo.
Indymedia Sicilia (o meglio, attivisti definiti "limitrofi" ad essa) e' stata accusata per l'ennesima volta di non essere in grado di "gestire il newswire". Non e' la prima volta.
Vani, fin ora i tentativi di spiegare il funzionamento e la policy che Indy s'e' data come network (e che quindi non dipende dai singoli admin): invece di confrontarsi su pratiche e metodi, c'e' chi da tempo preferisce pretendere comportamenti che poco hanno a che vedere con indymedia e i suoi principi fondanti.
Nell'attesa che chi ha minacciato di aggredire fisicamente gli "attivisti limitrofi" capisca che non esistono gestori ne' redazioni di indymedia, abbiamo condiviso il problema con tutto il network e scelto di sospendere la categoria Imc Sicilia...
:: Continua in Imc Sicilia ::
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USA - ITALIA - AUSTRALIA |
09/09/2005 |
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Continua la guerra contro il p2p
Si fanno più intensi e frequenti gli attacchi al Peer To Peer, la tecnologia diffusissima che permette di condividere file in formato digitale: l’abbiamo visto in Italia con l'inchiesta (a scopi quasi esclusivamente mediatici) contro Cucciolandia, negli Stati Uniti con il caso Grockster/Morpheus e ora lo vediamo anche in Australia con Kazaa.
Le accuse questa volta non raggiungono la gravità di quelle italiane (associazione a delinquere!), ma si fermano alla violazione delle leggi sul copyright. Secondo la corte federale australiana, proprio come è successo negli USA, i produttori di servizi di file sharing sono responsabili per l’uso illegale che ne fanno gli utenti e quindi imputabili non solo perché non hanno utilizzato le tecnologie per effettuare controlli diretti sui file condivisi, ma anche perché incoraggiano alla violazione dei diritti d’autore includendo “sul sito web […] esortazioni agli utenti affinché aumentassero la condivisione di file" (il che non significa necessariamente file protetti).
Crolla così anche la comprovata tesi (la cosiddetta "difesa Betamax", secondo la quale è condannabile l’uso improprio di un mezzo e non il mezzo stesso) che nel 1984 permise a una nota casa produttrice di videoregistratori di non essere ritenuta responsabile del boom dei film pirata e che nel 2003 si era rivelata applicabile anche sul file sharing.
Entro due mesi l’azienda imputata sarà costretta ad inserire nei propri prodotti sistemi di filtraggio come il “key words” che possano controllare, e quindi impedire, la condivisione di file protetti.
Cresce intanto l’opera repressiva contro la libera diffusione dei saperi a tutto vantaggio dell’industria discografica, che chiede risarcimenti milionari alle società in qualche modo coinvolte nella creazione, diffusione o utilizzo di software peer to peer, basandosi su stime che sanno dell’assurdo (basta pensare che i presunti danni arrivano a cifre come 32 miliardi di dollari!).
E intanto la repressione in rete aumenta di giorno in giorno: dalle intercettazioni sommarie alle schedature di massa; dall’industria discografica anacronistica, che impone prezzi insostenibili, ai software di file sharing avidi di denaro! Sempre più diffusi sono, infatti, programmi del tipo di Kazaa che, agendo grazie a quelle stesse leggi che ora stanno creando loro problemi legali, impediscono agli utenti di liberarsi di fastidiosi piccoli programmi spia (Spyware) contenuti al loro interno.
.::uno sguardo oltre il copyright::.
| copyleft || creative commons |
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ATTACCO A INDYMEDIA |
07/08/2005 |
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Ci sequestrano quando vogliono
Inizio agosto 2005. Sono appena stati resi pubblici alcuni nuovi documenti sul "sequestro" degli hard disk di Indymedia.
Dieci mesi fa gli agenti dell'FBI hanno sequestrato a Londra due server di Indymedia e per qualche tempo decine di Independent Media Center
sono stati messi a tacere. Gli USA e i loro speciali investigatori
hanno molti strumenti a disposizione e oltrepassano anche i limiti di
quest'autorita' loro attribuita, esercitando poteri non scritti. Come
altre azioni di polizia a vario titolo, anche questo sequestro e'
avvenuto senza basi legali a proprio supporto. Come in molti altri
casi, il provider che ospitava i server e' stato persuaso senza fatica
a fornire la massima collaborazione alle forze dell'ordine.
L'azione dell'FBI e' conseguenza di una richiesta di collaborazione legale delle autorita' italiane. Con paterna generosita', il richiamo e' stato ascoltato e la magistratura degli alleati italiani soddisfatta nei suoi piu' proibiti desideri.
La Electronic Frontier Foundation, una organizzazione che si occupa di sostenere i diritti civili
nell'ambito della comunicazione digitale,
ha ottenuto dal tribunale statunitense la pubblicazione di alcuni
documenti legali relativi al sequestro. Rivelano che la richiesta al provider non riguardava
i server ma solamente i file di log. L'azione contro i server di
Indymedia e' stata condotta invece in modo da ottenere pieno accesso ai
contenuti dei dischi.
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P2P SOTTO ATTACCO |
08/08/2005 |
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Pastori abruzzesi contro il P2P
Il 6 giugno scorso, a un giorno dalla Giornata Mondiale della Proprietà Intellettuale, è stata resa nota l'operazione Pastore Abruzzese, pomposamente denominata «l'operazione più importante mai condotta in Italia contro le violazioni delle leggi sul diritto d'autore», scattata in realtà oltre un anno prima per ordine della Procura di Sulmona.
Ed è così che, il 30 maggio scorso, gli investigatori, sono piombati nelle case di 54 delle persone individuate come utenti (alcune delle quali non avevano mai avuto alcun contatto con Cucciolandia), hanno portato via materiale in quantità notevoli ed hanno scritto sul registro degli indagati 55 persone fra utenti e gestori.
Le accuse? Violazione del diritto d'autore e associazione a delinquere.
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IL VOTO UE SUI BREVETTI INFORMATICI |
08/07/2005 |
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No ai brevetti software.
La proposta di Direttiva europea che rischiava di introdurre la brevettabilità dei software è stata respinta a grande maggioranza e almeno per ora accantonata. Anche l'India aveva respinto un paio di mesi fa una normativa analoga, e si delinea così un quadro inedito, in cui almeno sul fronte dei brevetti informatici gli USA -o per meglio dire, le grandi corporation del software proprietario con base negli USA- non stanno riuscendo a imporre il loro modello su scala mondiale. E così deve essere, dato che la possibilità di brevettare le idee che stanno alla base del software, oltre ad essere antirazionale, può impedire di fatto a numerosissimi programmatori di scrivere il loro codice in libertà – obbligando singoli, imprese e aziende a pagare l'utilizzo di qualsiasi procedura informatica o l'elaborazione di nuove idee.
A tentare -in maniera pesante e pressante- di far approvare la Direttiva erano state appunto le multinazionali dell'information technology, in primis quelle che detengono numerosissimi brevetti, che sbandierano come giustificazione il rilancio della competitività e della ricerca nel mondo imprenditoriale europeo. Peccato che la stragrande maggioranza dei brevetti di questo tipo sia registrata negli Stati Uniti… che vantaggio ne avrebbe avuto, allora, l'Unione Europea? Dove proposte come quella respinta dal Parlamento Europeo diventano legge, ad arricchirsi sono le grandi multinazionali dell'informatica, che da anni praticano un tacito scambio di brevetti – ovvero quello che noi tutti facciamo e chiediamo di poter fare. Liberamente, alla luce del sole – e senza brevetti.
Cosa succederebbe se, domani, brevettassero i tortellini?
Collegamenti: Approfondimenti su Indymedia | corrispondenza audio di Amisnet | Associazione Software Libero | Brevetti software.it | No Software Patents! | Foundation for a Free Information Infrastructure | Free Software Foundation Europe | copyDOWN
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HACKMEETING 05 |
05/06/2005 |
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HACKMEETING 05
L'Hackmeeting, che si svolgerà dal 17 al 19 giugno, e' l'incontro annuale
delle comunita' e delle controculture digitali italiane: tre giorni di
seminari, giochi, feste, dibattiti, scambi di idee ed apprendimento
collettivo.
Il luogo scelto per questa ottava edizione dell'Hackmeeting è il CSOA
Terra Terra , sito nel popolare quartiere di Soccavo; un quartiere immerso
in una periferia lontana dalla Napoli delle cartoline, abbandonata dalle
istituzioni e temuta dai benpensanti.
Durante l'HackIT si ritrovano quanti si riconoscono nel termine "hacker"
inteso non come il criminale informatico dell'immaginario collettivo ma
come persona curiosa, desiderosa di apprendere e di condividere le proprie
conoscenze tecniche e non.
L'attitudine hacker si manifesta nella nostra quotidianita', nel voler
capire e modificare la realta', non solo informatica, che ci circonda.
L'Hackmeeting e' quindi uno spazio dove condividere saperi e confrontarsi
con altri desiderosi di fare altrettanto. In questo spirito di
condivisione, inevitabile, da parte nostra, la scelta del software libero
ed il rigetto della logica dei brevetti software che l'Europa si accinge a
legalizzare inchinandosi a poche multinazionali che ambiscono a diventare
le uniche detentrici del sapere informatico e del relativo giro d'affari.
Appare quanto meno sospetta la concomitanza tra l'approvazione di questa
normativa da parte della Commissione europea (contro il volere del
Parlamento europeo) e la visita del patron di una nota azienda informatica
che ha distribuito finanziamenti e minacce in giro per l'Europa.
|||STORIA|||COME ARRIVARE||| FAQ||| PROGRAMMA SEMINARI|||
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LA REPRESSIONE IN RETE AVANZA A GRANDI PASSI |
06/04/2005 |
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Censura e controllo in rete
L'FBI ha recentemente inviato due mandati di comparizione
all'amministratore del server flag.blackened.net. Il server e'
un punto di riferimento per anarchici di tutto il mondo e ospita
numerosi siti internet e forum di discussione. In due occasioni
differenti l'FBI ha intimato la
consegna degli indirizzi IP dei visitatori di alcuni siti
internet ospitati sul server tra cui il popolare Infoshop News giustificando tale
richiesta con la presenza di messaggi di "istigazione alla violenza"
su tali siti. Almeno uno dei messaggi incriminati presente su uno dei
forum a pubblicazione aperta, a detta degli stessi utenti dei siti,
sembra essere stato costruito ad arte per rendere il server
"vulnerabile a intrusioni del governo".
Negli ultimi anni le amorevoli cure dell'FBI sono state dispensate a
molti siti "dissidenti", i casi piu' noti a livello internazionale
riguardano la chiusura del sito Raise the Fist e il
successivo imprigionamento del webmaster Sherman Austin e l'accanimento
contro molti nodi del network
Indymedia tra cui quello di Indymedia
Italia.
Ma anche tra i siti italiani intimidazioni e sequestri preventivi sono
una costante e, per ricordarsene, basta citare quelli di
accadeinsicilia
o di due
siti
RdB/CUB sul lavoro precario o quello di analisi storica brigaterosse.org,
fino ad arrivare al grottesco sequestro che ha riguardato il sito
dell'unione dei
carabinieri.
..:: Risorse utili ::..
Privacy durante la navigazione
Il Progetto Winston Smith - con molta documentazione sulla privacy
Kriptonite - libro-guida sulla privacy in
rete
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REPRESSIONE VS. CONDIVISIONE |
18/05/2004 |
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Nella rete di Urbani
Dopo l'approvazione, in via definitiva, della conversione in legge del decreto Urbani, siamo serenamente sottoposti a normative - su diritto d'autore e repressione della pirateria - fatte su misura per l'amico americano: leggi che reprimono la libera circolazione dell'informazione, inasprite fino all'ossessione. Con il decreto Urbani, ogni opera dell'ingegno dovrà riportare un "bollino virtuale" di conformità, ovvero una certificazione del rispetto della legislazione sul copyright. Ma la regola si applica a qualsiasi opera immessa nelle reti telematiche: cd, pagine web, file condivisi, persino e-mail...
Violare il DL Urbani è reato penale, se le opere vengono distribuite "per trarne profitto". La voluta vaghezza dell'espressione (prima era "a scopo di lucro") copre uno spettro ampissimo di casi, e lascia ai magistrati l'arbitrio di carcerare per ben 4 anni chi scarica anche un solo mp3. Oltre a questo, il decreto aumenta le tasse sui supporti informatici (cd, dvd, masterizzatori), un racket destinato alla onorata Società Italiana Autori ed Editori (SIAE).
Unica buona notizia: l'obbligo alla delazione per i provider, presente nel decreto originale nonostante violi qualsiasi rispetto della privacy, è stato eliminato dalla proposta di legge.
La norma è passata senza grandi opposizioni, come si intuisce dai 175 astenuti del centro-sinistra, se non quella delle associazioni per le libertà digitali (Verdi, AsSoLi e L.U.G.) che il 18 scorso hanno organizzato un presidio a Palazzo Madama in segno di protesta.
A quasi un anno di distanza, è però ripresa la crociata contro la condivisione di file nella rete. A quasi un anno di distanza dalla prima stesura sono state approvate in via definitiva le modifiche al decreto Urbani . Dall'entrata in vigore delle nuove norme l'utilizzo di piattaforme come BitTorrent o Amule sarà perseguibile con il carcere...
Aggiornamenti dal newswire:
- Legge Urbani, approvate le modifiche
Collegamenti:
- Guida ad un uso consapevole dei sistemi P2P e dei programmi di filesharing
- File sharing/how-to
- Audio da ROR / Diritti digitali, SIAE e filesharing...
Scarica il banner per la campagna contro il decreto Urbani!
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TRENITALIA CONTRO AUTISTICI |
12/08/2004 |
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E' arrivato un vagone carico di...
A Trenitalia le critiche, soprattutto se espresse in forma satirica, non piacciono proprio. E un sito di satira sulla complicita' di Trenitalia nella guerra in Iraq e' stato eliminato dalla rete per ordine del tribunale
Le pagine in questione erano senza dubbio critiche nei confronti di Trenitalia, le critiche erano espresse in maniera satirica attraverso un detournament della home page del portale delle ferrovie, ironizzando con sarcasmo sulla collaborazione offerta alla guerra in Iraq attraverso il trasporto di armi sul territorio italiano. Si trattava dell'opera artistica di un collettivo di designer presente in uno dei circa 400 spazi web che il server di Autistici ospita.
Al di la' del caso specifico pero' e' il paradigma in se' che risulta veramente preoccupante. Trenitalia potrebbe essere tranquillamente sostituita con le lobby del cinema e della discografia che hanno pesantemente influenzato la legislazione sui diritti d'autore e determinato la stretta repressiva sul file sharing a cui stiamo assistendo, o con il potente paranoico di turno, che ritiene la liberta' di espressione, la privacy, il diritto all' anonimato elementi trascurabili, da sacrificare in nome di un non ben definito bisogno di sicurezza, ed affogare nella paura del proprio simile. Autistici/Inventati potrebbe essere un fornitore di servizi qualunque, e per questo sono stati ritenuti responsabili, ed anzi autori materiali, di tutto quanto ospitato sul loro server.
Si tratta di un modello inquietante, lo stesso che tutte le persone che si sono battute in questi anni per la conservazione delle liberta' in rete hanno cercato di evitare, ma che a dispetto di tutto si sta affermando con prepotenza.
Il 7 settembre 2004 si e' tenuta l'udienza relativa al reclamo sulla rimozione del sito. Trenitalia ha chiesto di "ESTENDERE L'INIBITORIA PRONUNZIATA AD OGNI ALTRA PAGINA DI ANALOGO CONTENUTO": significa in pratica eliminare anche la lista dei mirror sorti spontaneamente in rete
Si tratta di un passaggio piuttosto delicato, anche dal punto di vista giuridico: il principio secondo il quale mantenere un link ad una risorsa costituisce un'attivita' di per se' illegale, trasforma paradossalmente un motore di ricerca in un crogiuolo di illegalita'. L'immagine che i legali di Trenitalia hanno di Internet e del suo funzionamento e' piuttosto inquietante.
L'associazione autistici/inventati ha invece prodotto la rassegna stampa sulla vicenda.
Tra pochi giorni i giudici si dovranno pronunciare e sapremo se la pagina potra' tornare al proprio posto oppure no. Entro 60 giorni Trenitalia dovra' iniziare la causa per danni vera e propria.
[ comunicato di autistici/inventati | approfondimento sul rapporto controverso tra trenitalia e internet [ferry byte] ]
Leggi la documentazione legale:
denuncia di Trenitalia |
memoria di Autistici/Inventati |
replica di Trenitalia |
controreplica di Autistici/Inventati
Elenco dei mirror del sito presenti in rete
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MUSICA NELLA RETE |
21/07/2004 |
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FIMI di lucro
La Federazione dell'industria
musicale italiana (FIMI) è la lobby dei produttori
discografici italiani. Come è accaduto per tutte le lobby
che gestiscono produzioni intellettuali, negli ultimi anni le reti hanno messo in discussione il loro monopolio: oggi
condividere file in formato digitale è possibile, facile e
non costa quasi nulla.
Proprio lo sviluppo di Internet ha spinto le lobby
dell'audio-video verso un ruolo sempre più repressivo a
difesa del copyright e della proprietà intellettuale: ma
dato che la condivisione in rete è ormai pressoché
inarrestabile, produttori e distributori sono costretti ad
un'offensiva mediatica e comunicativa, per convincere il
popolo di Internet che a scaricare file si fa peccato mortale: fino ai terrorizzanti e un po' patetici avvertimenti che precedono ogni film nei cinema italiani a difesa della SIAE.
Dopo aver ottenuto il decreto
Urbani, che penalizza in maniera abnorme chi regala bit
in rete, ora i discografici mettono in campo le loro star:
ben 60 presunti divi di ogni tipo (musicisti trendy e
cantanti imbolsiti, gruppi fighetti e artisti compagni: non
solo Al Bano, insomma) hanno firmato un appello
contro il peer-to-peer e la libera circolazione della musica
on line.
Il documento, che ridicolizza i firmatari più che spaventare
gli utenti, è stato accolto da un contro-comunicato del
Gruppo Mediattivismo del Roma
Nord-Est Social Forum, che ha annunciato
l'autoproduzione di "peer-to-peer compilation 2004", un cd
che conterrà i brani delle suddette "star" liberamente
scaricati da Internet. Il CD, prodotto in 3000 copie, sarà
distribuito gratuitamente.
Approfondisci: DL Urbani | Biblioteche | Major e copyright
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FILE-SHARING |
09/02/2004 |
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P2P Under Attack
Giornali e uffici pubbliche relazioni dell'industria disco/cinematografica non si fanno problemi
a dire che "chi scarica da internet" o "chi usa programmi P2P e' ladro
e uccide la musica e il cinema"; e spesso lo dicono genericamente, cioe'
senza specificare che stanno parlando solo delle opere di cui loro detengono
i diritti, perche' ovviamente ciò che affermano non riguarda le opere
di dominio pubblico, quelle rilasciate sotto copyleft, o quelle coperte da copyright che loro non gestiscono.
Questa campagna di criminalizzazione arriva anche in Italia con il sequestro di www.enkeywebsite.net uno dei forum più seguiti sull'argomento.
In questo modo cercano di far entrare nella testa della gente che
scaricare musica dalla rete e' sempre un reato: anzi, e' un furto. e con
queste affermazioni si stanno giustificando molte azioni che, prendendo
di mira gli sviluppatori, gli utenti, i provider, stanno cercando di
impedire, rallentare o inlucchettare una nuova tecnologia.
Questa tecnologia a noi serve, e ci serve libera e aperta, perche' gli
autori e gli artisti non sono mica tutti come vuole farci credere la
FIMI - chiusi dentro un forziere che si puo' aprire solo con la chiave di un contratto esclusivo con la major di turno.
[ copydown.org || eff.org || creativecommons.org || guida al P2P ]
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