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Archivio per febbraio 2012

TUTTO IL POTERE AI LAVORATORI!

21 febbraio 2012 1 commento

A fianco di chi lotta, sosteniamo gli operai della fabrica RSI, occupata stamattina per difendere il posto di lavoro messo a rischio da speculazioni, e invitiamo i compagni alla partecipazione.
Riportiamo sotto il comunicato dei lavoratori.

blog Occupa/RSI - http://occuparsi.wordpress.com/

VENERDI’ 24 FEBBRAIO ORE 16 ASSEMBLEA
Fabbrica occupata RSI – via u.Partini (angolo Via Portonaccio – Casalbertone)

foto della prima giornata di occupazione – link

Oggi lunedì 20 febbraio, noi lavoratori della RSI Italia SpA (Rail Service Italia, ex Wagons Lits), in Cassa Integrazione straordinaria da 6 mesi (dopo 2 di ordinaria) abbiamo deciso di occupare la fabbrica di via Umberto Partini a Roma. Siamo 59 operai (33 metalmeccanici, 26 dei trasporti), addetti alla manutenzione dei Treni Notte. Da mesi non percepiamo il reddito che ci è dovuto e a settembre, quando scadrà la Cassa Integrazione, rischiamo di rimanere senza lavoro. La nuova proprietà (Barletta Srl) ha bloccato la produzione e vuole dismettere la fabbrica per realizzare abitazioni e centri commerciali.

1. Vogliamo i nostri soldi. Siamo stanchi di aspettare!
Nonostante gli accordi e le denunce Barletta srl non ci ha mai pagato l’anticipo della Cassa Integrazione ordinaria e impedisce l’anticipazione da parte dell’INPS della Cassa Integrazione straordinaria. Siamo da 7 mesi senza soldi. Ora Basta!

2. Vogliamo il ripristino dei Treni Notte.
La responsabilità strategica della nostra crisi è di Trenitalia. La scelta dell’AD Moretti di investire solo sull’Alta Velocità e di chiudere il servizio dei Treni Notte ha dato il via al licenziamento di 800 persone in tutta Italia. Per questo dal 24 novembre stiamo sostenendo i lavoratori che hanno occupato lo stabile di RSI di via Prenestina a Roma e i colleghi che a Milano sono saliti sulla torre della Stazione Centrale. La nostra è una lotta comune.
Chiediamo il ripristino dei Treni Notte, per un trasporto pubblico per tutti, per continuare il nostro lavoro.

3. Vogliamo un futuro. Impediamo la dismissione della fabbrica e del nostro lavoro.
Barletta srl ha rilevato l’azienda nel 2008 e, nonostante il lavoro non mancasse, ha deciso di cessare l’attività. Vogliono fare una speculazione edilizia per fare profitti facili, distruggendo il nostro lavoro. Grazie al cosiddetto “Piano Casa”, approvato da Governo, Regione Lazio e Comune di Roma, nelle aree industriali oggi è possibile costruire a fini residenziali senza oneri concessori (senza spese per cambi di destinazione d’uso).
Vogliono distruggere delle officine storiche, ancora funzionanti, per costruire palazzi e realizzare un grande affare. Tutto ciò a ridosso della Nuova Stazione Tiburtina che, invece di rilanciare il lavoro dell’indotto ferroviario, produce solo speculazione e disoccupazione.
Noi abbiamo un’altra idea. Impedire il cambio di destinazione d’uso. Salvare le Officine di via U. Partini, per salvare il lavoro e impedire un’altra speculazione.

4. Vogliamo risposte. Non promesse
Durante i tavoli di trattativa sindacale con il Ministero dello sviluppo economico e con il Comune di Roma abbiamo ricevuto rassicurazioni e impegni sulla tutela dell’area di via U. Partini e sul nostro futuro occupazionale. Ma fino a oggi sono solo promesse e nessuna certezza. Le istitituzioni stanno lasciando libera l’azienda di distruggere un patrimonio comune. Non possiamo aspettare che sia troppo tardi. Vogliamo risposte chiare subito!

5. Vogliamo unirci.
L’occupazione è sostenuta anche da altri lavoratori e cittadini, movimenti e associazioni. Studenti, precari e lavoratori dei Treni notte uniti, perché la solidarietà oggi è fondamentale. La crisi e la disoccupazione dividono e scoraggiano. I governi invece di chiedere serietà alle imprese nella definizione dei piani insustriali, intendono smantellare i sistemi di tutela del lavoro conquistati negli anni (pensioni, ART. 18, Cassa integrazione straordinaria). Oggi dicono che è colpa dei lavoratori se i giovani sono precari e non trovano lavoro. Noi ci uniamo per dimostrare il contrario. Per rafforzare la nostra lotta e perché la nostra lotta può essere importante per la nostra città, per impedire che la speculazione e la rendita finanziaria-immobiliare distruggano definitivamente il lavoro e il territorio.

Uniamoci! Per difendere la nostra dignità e conquistare un futuro

OCCUPA/RSI via u.Partini (angolo Via Portonaccio)

I FEDELI ALLA TRIBU’ SALUTANO IL GRANDE CACCIATORE

16 febbraio 2012 Nessun commento

Volti smarriti per le strade della via
Compagni e amici che non ritorneranno
Nulla si crea e tutto si distrugge
In mezzo a questo gelo il tempo sfugge

Fuori c’è vento e fischia come un tempo
Chissà se arriverà un’altra primavera
C’è troppo vuoto in queste nuove stanze
Quest’aria gelida cancella le speranze

E allora scaldami
Fuoco rosso di rabbia e di calore
Salvami
Da questo tempo di freddo e disonore.

ROBERTO “PATATA” MASSI
15.02.02 – 15.02.12

UN VIAGGIO ATTRAVERSO LA PALUDE MALEODORANTE DELLA “MEMORIA CONDIVISA”: LA FOIBOMANIA

10 febbraio 2012 1 commento

foibomania

La storiografia moderna si è riempita di pidocchi revisionisti che pretendono di cambiare gli accaduti, la memoria, la toponomastica, i libri di testo […] “I morti -diceva Pavese- sono tutti uguali, partigiani e repubblichini” tutti travolti dal fato. Ma non erano uguali le loro storie, le loro idee.
La pietà è una cosa che fa parte del sentimento umano, solidale ma la pietà per le idee non ha senso, non si può avere pietà per le idee barbare, assassine, non si può revisionare l’orrore, si può al massimo dimenticarlo.

- Giorgio Bocca.

Cosa ha spinto, negli ultimi anni, una certa area politica a strumentalizzare un avvenimento di secondo piano, il cosiddetto eccidio delle foibe, sezionandolo accuratamente dal contesto storico d’appartenenza, gonfiandone fino all’inverosimile la portata, sovrapponendolo artatamente, in sede di elaborazione storiografica, ad avvenimenti successivi di ben più grande portata?
Non è sicuramente estranea a questa operazione l’ossessione che, da oltre 15 anni, la Destra (più o meno fascista) manifesta nervosamente: giungere alla tanto agognata pacificazione nazionale (fascismo/antifascismo) su basi paritetiche.
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SOLIDARIETA’ AI COLPITI DALLA REPRESSIONE

6 febbraio 2012 Nessun commento

Modena, 24 gennaio 2012. 4 persone agli arresti domiciliari e 10 con l’obbligo di firma, accusati di aver preso parte agli scontri con la polizia avvenuti a Modena in occasione del convegno di Fiamma Tricolore tenutosi il 28 ottobre scorso.

Torino, 26 gennaio 2012. 24 persone sotto custodia cautelare, 2 ai domiciliari, 15 con obbligo di dimora, 11 indagati a piede libero, innumerevoli perquisizioni, per gli scontri avvenuti in Val di Susa il 27 giugno e il 3 luglio. Le accuse da violenza privata, a lesioni, a danneggiamento e resistenza aggravata in concorso.

Esprimiamo piena solidarietà per tutti coloro che tra il 24 e il 26 gennaio, in diverse città italiane (Torino, Genova, Modena, Perugia, Roma), sono stati trattati come semplici numeri e spiattellati sulla cronache dell’intera penisola a dimostrazione, secondo l’opinione dei ben pensanti, di un Paese che punisce chi trasgredisce, che ha polso e sa gestire le situazioni.
Esprimiamo piena solidarietà per coloro che a Modena il 28 ottobre, data non del tutto casuale, si sono opposti alla presenza autorizzata e massicciamente tutelata nella loro città di alcuni nostalgici del periodo fascista, intenzionati a commemorare quanto avvenuto nel 1922. Esprimiamo quindi solidarietà per chi è stato costretto a difendere la propria realtà da un qualcosa che non dovrebbe più essere tollerato, accettato e minimamente condiviso.

Esprimiamo piena solidarietà per coloro che ormai da tempo si oppongono alla costruzione di una nuova ferrovia del tutto inutile, in quanto non giustificata da ragionevoli previsioni di traffico merci e passeggeri, dal costo insostenibile, che andrebbe a gravare interamente sulla spesa pubblica e quindi a proiettarsi sulle generazioni future erodendo ulteriormente risorse dedicabili a scuola, sanità, pensioni e stato sociale, e dall’impatto devastante e irreversibile sul territorio.
Esprimiamo il più totale disprezzo per uno Stato che ancora oggi permette ai nuovi fascismi di circolare per le strade in maniera indisturbata ed anzi protetta, per uno Stato che non ascolta le ragioni motivate della sua gente, per uno Stato che decide nel quotidiano di utilizzare la repressione come unica risposta al dissenso.