Lettera dal carcere dell'anarchico greco Bagelis Stazopoulos

tratto da Tokata, trad. Culmine


Dal 10 aprile 2010 sono prigioniero, assieme ad altri compagni che ho conosciuto lungo il mio percorso di lotte sociali, per la nota legge antiterrorista in regime di violenza e di guerra psicologica. Il mio arresto è avvenuto in maniera cinematografica e spettacolare, nel quartiere di Vittoria, tra 10 e 15 individui che mi puntavano contro le loro armi, mentre chiamavano i rinforzi della EKAM (gruppo d'azione repressiva antiterrorista), di fronte al timore di una qualche reazione da parte mia. Armati fino ai denti di fronte ad un disarmato. Certo che non mi è stato difficile capire quel che stava accadendo. Ho acquisito esperienze in questi anni di continui pedinamenti e persecuzioni, subiti sia nella mia casa paterna di Nikea che in quella di Peukakia in cui risiedevo. Per questo non ho prestato grande attenzione ad essi, pensando che si trattasse d'una tattica intimidatoria da parte delle autorità per finirla con la dissidenza, con quelli che lottano. Vecchia tattica dei meccanismi repressivi, dell'ordine del dominio, utilizzata in particolare durante i periodi di agitazione sociale. Ancora non sapevo quel che le autorità mi stavano preparando. Più volte mi son trovato senza prove, sia io che altri compagni, seduto sul banco degli accusati della ridicola giustizia, del potere in forma umana. Sono sempre stato assolto perché gli stessi sbirri non potevano sostenere le loro invenzioni. Ho vissuto come imputato e controllato dalle autorità per 9 lunghi anni. Nove anni di pedinamenti continui, nel tentativo di intimidire le mie azioni, penalizzando le mie relazioni personali, le idee ed i pensieri politici, che da anni ho espresso in maniera netta ed aperta.

E continuo a dirlo! Sono anarchico e lotto con tutte le mie forze per una rivoluzione sociale.
Durante il mio arresto, siccome già conoscevo come funziona l'antiterrorismo, non mi sorprese il fatto che mi avessero condotto là dove "cucinano le loro stupidaggini", al 12° piano del commissariato centrale della polizia ateniese - GADA. Lì, entri in un ufficio per essere identificato e negli uffici attigui vieni accusato di reati molto gravi. Questi sbirri, che hanno appreso il mestiere dai loro cugini torturatori della dittatura delle giunte militari, hanno pestato me ed i miei compagni mentre eravamo ammanettati. Con minacce ed insulti il ritmo delle botte incalzava sempre più. In seguito i magistrati ed i giudici delle indagini preliminari mi hanno spedito in carcerazione preventiva nel carcere di Trikala. Non è un caso, la scelta della "quinta fazione" per la mia reclusione è sta ben calcolata. Non sto qui a menzionare la particolare indecenza delle mie condizioni di vita nella "moderna" sala delle torture della democrazia. Basti solo dire che le vacanze della sete che mi stanno propinando van ben al di là di un qualsiasi fenomeno quotidiano. Che dire della giustizia che, con denaro pubblico, si occupa delle infrastrutture delle carceri e dei tribunali!!!

E' una vecchia tattica del potere, alleato con i media, quello di calunniare e penalizzare le lotte sociali e le relazioni personali di quelli che lo combattono. Non è la prima volta che accade qualcosa del genere, ma è la prima volta che sento sulla mia pelle l'incredibile brutalità, il cui obiettivo è di prendersi gioco della mia vita, diffamando sia la mia persona, le mie azioni, che i miei compagni, amici, familiari ed il vasto movimento sovversivo del quale faccio parte. In questo tentativo, la mia casa è stata ribattezzata come un covo con tetto fatto di canne, che invece ho trovato così quando l'ho affittata. La mia casa, il mio spazio personale, s'è abilmente trasformato in un pericoloso centro di operazioni. Il fatto che non abbiano trovato nulla in quella casa, probabilmente non ha alcuna importanza! Le continue "fughe" di menzogne e di volgare sovra-informazione si sono associate al cannibalismo, rivelando ancora una volta la mania vendicativa dei meccanismi e dei giornalisti verso chiunque osi opporre resistenza. Questa è solo una valutazione sulla violenza organizzata dei meccanismi e delle leggi criminali dello Stato e dei padroni che sovrastano la nostra vita.
Naturalmente, né la penalizzazione delle lotte, né la criminalizzazione di quegli individui che ripudiano il regime stabilito, sono nuovi né insoliti.
Quelli che lottano già lo sanno perfettamente. D'altro lato, quando durante un attacchinaggio uno viene fermato, ciò accade per aver sporcato ed affisso in luoghi proibiti, e non per le idee o per il contenuto sovversivo che, tuttavia, sono la vera causa della persecuzione stessa.
La mia posizione è contro il mito della legalità e della barriera artificiale dell'innocenza e e della colpevolezza. Mi dichiaro nemico del regime e avversario senza tregua dello Stato e del Capitale. Durante il mio interrogatorio al giudice istruttore ho detto che "non ripudio in nessuna maniera alcuna forma di lotta contro lo Stato ed il potere". Questo è l'unico motivo che hanno trovato per mandarmi in carcerazione preventiva e non le loro schifose accuse. Se si attendono da parte mia delle dichiarazioni rispettose verso la legge o dei cambiamenti di opinione, hanno fatto male i loro conti. Nella mia vita ho appreso a non trascinarmi a destra o a sinistra come un comunista pentito, un infame o un delatore. Non ho mai trascinato con me gli amici ed i compagni, né li ho abbandonati, denunciati, ripudiati di fronte a quelli che mi accusano per salvarmi. Nella mia vita ho tenuto la testa ben in alto, sono un uomo orgoglioso. Non mi piego, anche se la cosa ha dei costi. Se qualcuno apprende a vivere così schiacciato, mi vergogno sul serio per le sue conseguenze.

In questa casualità temporale, in cui l'indebitato ed in bancarotta Stato greco sotto l'egida del FMI si sforza di terrorizzare e di reprimere ogni azione ribelle perché spaventato dai "Dicembre" che verranno, il nostro dovere è allora quello di combattere per un crollo di tale portata.
Continuerò a lottare contro la sorveglianza ed il controllo della nostra vita, per la distruzione delle carceri. Per la rivoluzione sociale e per la libertà. Perché in questo mondo la libertà non si regala, si rivendica con battaglie e vincendo.

TERRORISTI, CRIMINALI E LADRONI SONO LO STATO ED IL CAPITALE.

ONORE AL GUERRIGLIERO ARMATO LAMBROS FOUNDAS

LIBERTA' A TUTTI I COMPAGNI CHE SI TROVANO NELLE GALERE PER LE LORO AZIONI DISSIDENTI


BAGGELIS STAZOPOULOS
Carcere di Trikala
10-05-2010

Gio, 03/06/2010 – 10:29
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