Sulle lotte in Italia, a partire dallo sciopero europeo – Note in libertà #14N #14nit

Sciopero europeo

Da http://www.wumingfoundation.com

[Avrete notato che, negli ultimi tempi, stiamo dedicando meno tempo ed energie a Giap. E' che siamo immersi nella scrittura, la stiamo praticando con febbrile intensità, studiamo e scriviamo a capofitto. E' il nostro specifico, scriviamo libri, raccontiamo storie, non saremmo noi se non lo facessimo. WM1 sta terminando Point Lenana, l'intero collettivo sta lavorando a L'armata dei sonnambuli.
Però, ecco, sarebbe un peccato se, proprio in una fase come questa, di conflitto sociale che si ravviva, Giap mancasse di essere lo spazio di confronto che è sempre stato. Il fatto che noialtri siamo un po' "ingolfati" e in semi-clausura non deve impedire a nessuno di utilizzarlo in tal senso. Inviteremo vari/e giapster a intervenire non solo come commentatori/trici, ma anche come guest blogger,  scrivendo post sulla fase che stiamo attraversando. Pensiamo a quel che ha fatto tempo fa Mauro Vanetti con Sfiga e rivoluzione, ma non è necessario che gli interventi siano altrettanto ambiziosi e articolati.
Intanto, per pungolarvi un po', alcuni appunti volanti ispirati agli eventi degli ultimi giorni, a cominciare dallo sciopero europeo di stamane.]
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A che punto è la notte? Nessuno può dirlo. Non sappiamo quante ore di buio ci siamo lasciati alle spalle, né quante altre abbiamo davanti. Gli orologi sono tutti in ritardo e le stelle sembrano ruotare a caso. Dall’altopiano si vede la prateria, punteggiata di piccoli lampi a ovest, a sud, a sud-est… Sono scintille. Ognuna fa storia a sé, perché la notte è umida e l’erba alta non si incendia. Tuttavia, potrebbe incendiarsi, se l’alba non tarderà e il primo sole asciugherà il terreno.
Nelle ultime ore le scintille si sono moltiplicate. Ciascuna brilla e si spegne senza unirsi alle altre, ma i piccoli lampi sono più vicini, chissà…
La domanda è: cosa può sconfiggere – o almeno ridurre – l’umidità che blocca le fiamme? Cosa può aiutare l’incendio a nascere e allargarsi?

Lo sciopero generale europeo ha toccato l’Italia, collegandola finalmente agli altri PIIGS dell’area mediterranea (Portogallo, Spagna e Grecia), proprio mentre partivano nuove lotte, se ne riaccendevano alcune “storiche” e svaporavano bluff padronali come quello della Fiat, che perde battaglia dopo battaglia nei tribunali del lavoro della Penisola. I picchetti dei facchini all’Ikea di Piacenza, quelli dei loro colleghi alla Coop Adriatica di Bologna, la collera dei lavoratori del Sulcis, gli operai che occupano la Sertubi Jindall di Trieste, i cittadini liberi e pensanti di Taranto in lotta contro l’ILVA, la Val di Susa che non demorde e rilancia l’offensiva contro il TAV, gli studenti che tornano nelle piazze, nuove occupazioni in molte città e scontri – o addirittura tumulti – ovunque si presentino i ministri di questo governo “tecnico”, il più ottusamente ideologico, asservito al capitalismo finanziario e impregnato d’odio sociale della storia della Repubblica.

Scontri Alcoa

Come? Berlusconi? Per favore, non spariamo cazzate. I clown del “centrodestra” (continuiamo a detestare quest’eufemismo) erano malvagi e corrotti, e hanno fatto parecchi danni, ma non sono mai riusciti a far passare controriforme e vessazioni come quelle che abbiamo subito negli ultimi dodici mesi, durante la nefanda “luna di miele” di Mario Monti con un’opinione pubblica strafatta di analgesici, che ancora non sentiva le rasoiate nella carne, guardava con fastidio le lotte di chi aveva già capito, e magari invocava le manette contro i facinorosi.

Il più grave problema di questo Paese, storicamente, è l’ignavia della piccola borghesia, che è la più becera d’Europa e oscilla perennemente tra l’indifferenza a tutto e la disponibilità a qualunque avventura autoritaria. Avventura “vicaria”, naturalmente, vissuta per interposto Duce che sbraita. Giusto un brivido ogni tanto, per interrompere il tran tran, godersi l’endorfina e tornare al proprio posto.
Finché non sente il dolore, l’italico cetomediume rimane apatico. Quando inizia a sentirlo, non sa dire cosa gli sia successo, blatera incoerentemente, dà la colpa ai primi falsi nemici che gli vengono agitati davanti (a scelta: i migranti, gli zingari, i comunisti, quelli che scioperano, gli ebrei…)  e cerca un Uomo Forte che li combatta.
In Italia come in poche altre nazioni, non c’è nulla di più facile che spingere l’impoverito a odiare il povero.

Ora la “luna di miele” è agli sgoccioli, l’effetto degli analgesici sta cessando, e anche la piccola borghesia torna a incazzarsi, ma a casaccio. La vedete? Si guarda di nuovo intorno in cerca dell’ennesimo duce. Porterà in palmo di mano chiunque le propini un buon diversivo, ricorra a retoriche nazionaliste da quattro soldi e mantenga l’attenzione su falsi eventi, nel senso di “false lotte”.
“Falsa lotta”, per capirci, è quella contro un falso nemico. Alba Dorata che sposta l’attenzione sui migranti mentre la maggioranza della popolazione greca lotta contro le politiche della Troika sta proponendo una falsa lotta. Ma ne abbiamo anche in Italia, a strafottere. Ne vengono proposte di continuo.

Tragica buffonata

E non sono un “falso evento” anche le primarie del “centrosinistra” (questo è invece un cacofemismo) dove tra amenità, pseudo-pantheon democristiani e scimmiottamenti della peggiore tv-spazzatura si invita la base del PD a scegliere il candidato premier? Ma il candidato premier per fare che? Il prossimo governo dovrà applicare il Patto di bilancio europeo (il cosiddetto “Fiscal compact”), cioè tagliare 50 miliardi di euro all’anno, e questo compito dovrà averlo ogni governo per i prossimi vent’anni! Il Patto è stato ratificato in parlamento, senza discussione, da tutte le forze che sostengono il governo Monti, PD in primis. Il PD ha anche votato senza colpo ferire l’inserimento del pareggio di bilancio nella Costituzione. In Italia il pareggio di bilancio lo ottenne Quintino Sella, e sapete come? Sparando sul popolo che protestava per la tassa sul macinato. Ve la ricordate? L’avete studiata a scuola, sin dalle elementari. Historia magistra vitae, giusto?
Le primarie. Ma per favore… Di che stiamo parlando? Si chiede alle mucche di scegliersi il macellaio più simpatico. Il PD dovrebbe guardare a quel che è successo in Grecia al Pasok.

Solo le lotte vere possono scacciare quelle false. E in Italia le lotte vere ci sono. Il problema – problema tutt’altro che nuovo, tanto che annoiamo noi stessi mentre battiamo per l’ennesima volta su questo chiodo – è che sono ancora disgiunte tra loro.
Cosa può congiungerle?
L’organizzazione.
“Organizzazione” intesa prima come processo (l’organizzarsi) che come soggetto (la forma organizzativa).
Ed è qui che, ogni volta, gli animi, le tradizioni e le fantasie si dividono:
di che natura dev’essere questo lavoro di organizzazione? A quali forme deve portare?
Bisogna usare in modo nuovo e migliore le forme che già esistono, crearne di radicalmente diverse oppure entrambe le cose?
Dinamiche locali virtuose possono essere “esportate” oppure funzionano perché agiscono sulla singolarità di un territorio, di una situazione?
Di sicuro possono fare da esempio, e riecheggiare altrove, come la lotta della Val Susa riecheggia nei discorsi e nelle pratiche dei cittadini e lavoratori di Taranto. Questo è già un punto di partenza.

E quale contributo può dare ciascuno di noi, partendo da quello che fa ogni giorno? E’ sufficiente dare il proprio apporto sui social network, condividendo, ritwittando, proponendo appelli e petizioni? Dove si colloca il punto oltre il quale informare in rete diventa mero “clicktivism”, attività consolatoria e sostitutiva? Servono a qualcosa le petizioni in rete, o sono solo tappe di un percorso obbligato ormai sclerotico? Per quella che è la nostra esperienza, le mobilitazioni migliori si sono avute quando si è fatto a meno dei percorsi obbligati, e si è lasciato spazio alla fantasia delle persone, che in questo modo hanno prodotto un’informazione e una guerriglia comunicativa molto migliori. Se non ti dò una petizione da firmare, non ti consento di accontentarti di firmarla, e questa frustrazione può spingerti a inventarti altro.

Osservazioni alla rinfusa, forse anche alla boia vigliacca. Molto più in là non riusciamo andare, almeno con le premesse del discorso.
Dite la vostra.
Usate Giap.
Prosit. [WM1]

***

A proposito di lotte in Italia, leggete l’appello di Struggles in Italy. Date una mano a queste compagne e compagni che fanno un lavoro meritorio, di autentica militanza internazionalista.
E ancora:

Για την ευρωπαϊκή απεργία και τους αγώνες στην Ιταλία – Wu Ming #14N
(Questo post in traduzione greca)

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