Enrico “Karin B” Rossi e le centrali a biomasse in lucchesia

rossi enricoIl Presidente della Regione, Enrico Rossi, in occasione della recente visita del Ministro Orlando alle zone alluvionate, si è speso a favore degli impianti a biomasse raccontando una serie di sostanziali e inaccettabili panzane. Rossi ha parlato genericamente di “filiera corta” e di “legname sparso in giro” che, a suo dire, se raccolto produrrebbe energia. A quale legname fa riferimento con precisione il presidente Rossi? A noi risulta che la potenziale produttività Toscana  economicamente sostenibile di  biomasse da aree forestali utili per il settore energetico si ferma ad appena 320.000 tonnellate annue. Anche aggiungendo a questo legname le 9.320 t/anno ricavabili dalla manutenzione degli alvei fluviali e del verde urbano, si avrebbe una produttività massima di  neppure 330.000 t/anno (Manuale Arsia – Stima della potenzialità produttiva delle agrienergie in Toscana- E.Bonari – pag.72 e tabella pag 85). Considerato che sul territorio regionale sono già attive innumerevoli centrali a legna che già utilizzano diverse decine di migliaia di tonnellate di cippato l’anno e considerato che 150.000 t/anno di legname sarebbero assorbite dall’enorme impianto dell’Alce di Fornoli, autorizzato col contributo istruttorio della Regione, ci si domanda con quale legname verrebbero alimentate le ulteriori decine e decine di impianti che Rossi ha in progetto per la nostra Regione. Purtroppo l’autorizzazione fornita ad ALCE  ha di fatto annullato qualsiasi velleità di attuazione di una programmazione energetica sulle biomasse da energia che, nella nostra provincia ed in quelle limitrofe, non ha più alcun senso. O forse dobbiamo leggere l’auspicio politico di Rossi relativo ai cosiddetti piccoli impianti come alternativi all’impianto autorizzato ad ALCE?

Ma la menzogna più spudorata che Rossi ha messo in campo a Gallicano è quella relativa all’assenza di inquinamento degli impianti a biomasse.

Tanto per capirci: l’ impianto da 1 MWe come quello progettato a Gallicano, e poi dichiarato illegittimo, era autorizzato ad emettere 1,2 tonnellate di PM10 all’anno, alle quali si sarebbero aggiunte altre tonnellate di polveri sottili secondarie formatesi a valle della ciminiera per le reazioni fotochimiche delle tonnellate di ossidi di azoto e di anidride solforosa emessi. Per non parlare dell’impianto dell’Alce, 150.000 t/anno di legno per produrre 16,5 MWe, autorizzato ad emettere annualmente tonnellate e tonnellate di polveri, monossido di carbonio, ossido di azoto, anidride solforosa, COT, ammoniaca, acido cloridrico, acido fluoridrico, oltre a metalli pesanti, IPA, diossine.

Rossi forse non sa, o non vuol sapere, che la combustione di legna, dopo quella del carbone, è quella che produce più polveri e che non esistono filtri in grado di fermare le nanopolveri, né tantomeno ci sono modi per impedire la formazione delle polveri secondarie.

Rossi dovrebbe sapere che è ormai dimostrata la stretta correlazione tra l’incremento della concentrazione di particolato e l’aumento dell’insorgenza di ictus, scompensi cardiaci e tumori polmonari, e dovrebbe sapere che le recenti analisi eseguite dall’ARPAT dimostrano che nella Mediavalle l’aria è già inquinata, “paragonabile a quella della Piana di Lucca”, con superamento del limite di legge proprio per il parametro polveri.

 

Le dichiarazioni del Presidente della Regione sono irricevibili, perché  cozzano con i dati reali.

28 ottobre 2013

COMITATI AMBIENTE E SALUTE DI  BAGNI  DI  LUCCA  E  BORGO  A  MOZZANO

***Commento al parere sulla centrale a biomasse legnose a Fornoli (LU), redatto dall’Ordine dei Medici di Lucca.

Il 7 settembre 2013 è stato pubblicato, sulla stampa locale, il parere del Consiglio dell’Ordine dei Medici di Lucca sui possibili rischi sanitari indotti dall’entrata in funzione della centrale a biomasse legnose che la società ALCE intende realizzare a Fornoli (LU), in sostituzione di un impianto per la produzione di tannino, gestito dalla stessa ditta.

Tale parere, scaricabile dal sito dell’Ordine

(http://www.ordmedlu.it/index.php/notizie/news/856-il-parere-dell-omceo-di-lucca-sulla-centrale-a-biomasse-di-fornoli) prende atto degli obiettivi della ALCE di dimezzare le emissioni del suo vecchio impianto e “evince, dai documenti ARPAT, che, nella Media Valle del Serchio, la maggiore fonte d’inquinamento da polveri sottili è costituita dagli impianti di riscaldamento domestico (in particolare dalla combustione inefficiente di legna) e dal traffico veicolare”.

Di conseguenza, l’Ordine dei Medici di Lucca stima che “il contributo di ALCE all’inquinamento risulterebbe quantitativamente trascurabile”.

Questo giudizio, a parere dell’Ordine è suffragato dal parere dell’ARPAT che afferma “per la Centrale ALCE sono state prescritte modalità di gestione e sistemi di abbattimento in grado di assicurare ampiamente emissioni di polveri sottili inferiori ai valori limite che forniscono oggettivi elementi di sicurezza intrinseca in risposta alle giustificate preoccupazioni dei comitati espresse durante la procedura autorizzativa”.

In sintesi, l’Ordine dei Medici giudica trascurabile l’impatto ambientale del nuovo impianto ALCE, e sposta la propria attenzione sull’ impatto delle altre aziende operanti in zona, del traffico, degli impianti di riscaldamento. Per tutti questi casi, l’Ordine dei Medici di Lucca, auspica l’adozione delle migliori tecnologie ecosostenibili.

L’impressione che si ha, leggendo il documento dell’Ordine dei Medici di Lucca, è che il parere espresso, derivi, quantomeno, da una valutazione affrettata e superficiale dei documenti.

E’ vero che l’ARPAT individua gli impianti di riscaldamento a legna e il traffico come possibile causa degli sforamenti delle concentrazioni di polveri sottili (PM10) registrati a Fornoli nel 2011, ma all’Ordine dei Medici di Lucca deve essere sfuggito il fatto che, nel 2011, l’ALCE risultava completamente inattiva.

Secondo questi risultati, l’Ordine dei Medici avrebbe dovuto chiedersi quale effetto produrrà, sulla qualità dell’aria di Fornoli, l’entrata in funzione della nuova ALCE, con la combustione di 150.000 tonnellate all’anno di legname e l’aumento del traffico pesante per il trasporto del legname e delle ceneri prodotte (6.700 tonnellate/anno).

Annualmente, nel pieno rispetto dei limiti alle emissioni, la nuova ALCE emetterà in atmosfera 5 tonnellate di polveri sottili, una quantità che la stessa azienda ha stimato superiore del 47%, rispetto alle polveri emesse dalla vecchia ALCE (Relazione del Dipartimento di Energetica “L. Poggi”. 2010).

A queste polveri, emesse direttamente dal camino della centrale a biomasse legnose, bisognerà aggiungere le polveri sottili secondarie, formatesi per reazioni fotochimiche delle emissioni di ossidi d’azoto (175 tonnellate/anno) e di anidride solforosa (51 tonnellate anno), che la nuova ALCE aggiungerà al “grande calderone” della valle di Fornoli.

L’Ordine dei Medici di Lucca è disponibile a sostenere che questo carico inquinante aggiuntivo sia trascurabile?

L’Ordine dei Medici di Lucca, e la stessa ARPAT, hanno presente che il primo articolo del D.L. 155/2010, prescrive che la qualità dell’aria deve essere migliorata quando, come nel caso di Fornoli, sono superati gli standard di qualità dell’aria, fissati dallo stesso decreto?

L’entrata in funzione della nuova ALCE migliorerà la qualità dell’aria di Fornoli? Permetterà il costante rispetto degli standard di qualità dell’aria?

L’Ordine dei Medici di Lucca giudica allarmistico il parere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) del 2006, in cui si afferma “poiché la ricerca non ha identificato concentrazioni di polveri sottili al di sotto delle quali non si verificano danni alla salute, occorre sottolineare che i valori guida suggeriti dall’OMS (20 microgrammi per metro cubo, inferiori ai valori guida attualmente in vigore in Italia 40 microgrammi per metro cubo: n.d.r) non garantiscono la totale protezione della salute umana?

L’Ordine dei Medici di Lucca non ha nessuna critica da fare alla scelta della nuova ALCE di non attuare nessun intervento di mitigazione (teleriscaldamento) sulle fonti emissive attive nella vallata di Fornoli, e conseguentemente di buttare nell’aria della valle, il calore residuo alla produzione di elettricità?

Genova 7 ottobre 2013

Dr. Federico Valerio

(Chimico Ambientale)

Il documento è sottoscritto da:

Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia

Tratto da Senzasoste

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