L’invasione dell’Etiopia nel ’35 e la barbarie del 2015: domenica 29 iniziativa a Livorno

“Nessuna pace col capitalismo”, striscione di apertura presente nel 2014 al corteo che si tiene ogni anno a Berlino per ricordare l’uccisione di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht da parte dei freikorps (gruppi paramilitari) del partito socialdemocratico, mandati da Ebert (primo presidente della Repubblica di Weimar).

Ottant’anni fa l’Italia fascista invadeva l’Etiopia

Colonialismo, imperialismo e barbarie

Conferenza-dibattito a Livorno

Domenica 29 novembre, ore 10,30

Sala riunioni del Dopolavoro Ferroviario di Livorno, viale Ippolito Nievo, 32

Gli attentati terroristici di Parigi hanno portato la barbarie in Europa. Hanno portato nelle vie trafficate di una metropoli occidentale quella morte e quella paura che in Siria, in Iraq, in Nigeria e in molti altri paesi sono la quotidianità per le popolazioni locali.

Non è facile, in questi giorni, sottrarsi alla propaganda di chi ci presenta un mondo diviso in buoni e cattivi, dove tutto il problema sarebbe quello di mettere d’accordo i buoni per poi colpire i cattivi.

Per ragioni di consenso elettorale, le correnti di destra buttano benzina sul fuoco. Parlano di guerra di religione, ma la religione c’entra al massimo come rivestimento ideologico o come droga, aggiunta a quelle più materiali, per dare ai cervelli ottenebrati di alcuni fanatici, il coraggio di farsi assassini e di togliersi poi la vita. In ballo però ci sono interessi economici e politici di cui i “martiri” di Allah sono gli inconsapevoli strumenti.

Le relazioni internazionali sono basate sui rapporti di forza. Le grandi potenze, quelle che oggi vorrebbero farsi custodi dei “valori della democrazia”, hanno sempre usato tutti i mezzi immaginabili per mantenere o conquistare le proprie sfere d’influenza. Spesso le organizzazioni terroristiche sono state loro creature, altre volte il risultato non voluto, l’effetto collaterale del loro intervento militare.

Comprendere la sostanza della politica mondiale è vitale per il movimento operaio e per i suoi militanti. Nella storia del colonialismo si trovano molti degli elementi, molti degli intrecci di interessi, che caratterizzano la politica estera delle grandi potenze anche oggi. Si trovano inoltre i semi di un sottosviluppo che muove spesso dalla distruzione, ad opera delle potenze coloniali, di tessuti economici e sociali precedenti e dall’instaurazione di un’economia di rapina.

Ottant’anni fa l’Italia di Mussolini invadeva l’Etiopia. Anche allora si trattava di “portare la civiltà”. La macchina della propaganda presentò la spedizione italiana come un’opera di civilizzazione e di liberazione degli abissini. La popolarità di una canzone come “Faccetta nera” testimonia della capillarità e dell’efficacia di tecniche di propaganda che allora erano modernissime. Ciò non toglie che le vere “faccette nere” subirono dagli occupanti italiani violenze, atrocità e oppressione.

Un argomento di indubbio interesse storico, diviene, alla luce degli ultimi fatti, anche l’occasione per una riflessione e una messa a punto più generale su quali siano le caratteristiche delle relazioni internazionali e su quale peso vi abbiano le considerazioni umanitarie.

Circolo operaio comunista L’Internazionale

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