Tra il XVI e XVII secolo prende forma il sistema di carcerazione moderno

Elementi della nascita del carcere moderno – prima parte

… durante il sedicesimo secolo si applicarono comunemente ai piccoli trasgressori le pene normali (anche di morte) riservate in precedenza ai criminali più pericolosi, secondo una concezione per cui al pesce piccolo veniva riservata la medesima sorte di quello grosso a causa dell’«inclinazione pericolosa della sua mentalità», ora l’andamento venne rovesciato e i tentativi di punire i vagabondi con metodi più umani, come il blando, i lavori forzati e le galere, sui orientarono verso l’uso delle prigioni, delle case di lavoro e correzione.

I piccoli criminali vennero condotti all’interno di queste dimore particolari, destinate ad ospitare la feccia sociale, attirando gradualmente dietro di sé coloro che s’erano resi colpevoli di reati più gravi. [R. Schmidt – Strafrechtsreform]

Workhouse…Di tutte le motivazioni che contribuirono a rafforzare l’idea del carcere come pena, la più importante fu senz’altro quella delprofitto, sia nel senso più limitato di rendere produttiva la stessa istituzione, che in quello generale di trasformare l’intero sistema penale in una parte del programma mercantilistico dello Stato. [..] Lo scarso interesse che lo Stato aveva riposto sino allora nella giustizia penale, era dovuto in buona parte al fatto che esso non si aspettava alcun profitto all’esecuzione della pena e cercava di trattare i detenuti nel modo meno costoso possibile; si riteneva che lo Stato non dovesse compiere nessun esborso impegnativo, eccettuato che per gli stipendi, i quali spesso, d’altro canto, ammontavano agli interessi sul prezzo d’acquisto di una carica ufficiale , come in Francia.

Il conto stipendi del “Parlement” parigino sotto Enrico III, ad esempio, ammontava a 100 mila livree mentre i pagamenti che coprivano voci generali, secondo l’ordinanza del marzo 1498, come il trasporto, il mantenimento dei detenuti e costi e stipendi di numerosi  funzionari inferiori, non raggiungevano le 1.000 livree.

L’evoluzione di questa attività scarsamente redditizia in un sistema parzialmente autosufficiente dal punto di vista del Tesoro e che tendeva a divenire un settore vantaggioso dal punto di vista delle politiche mercantilistiche, spianò la stradaall’introduzione del carcere come forma punitiva fondamentale.

…Mentre le radici del sistema carcerario affondano nell’epoca del mercantilismo, la promozione e l’elaborazione teorica di esso furono i compiti assolti dall’illuminismo. Abbiamo visto come, ancora a lungo nel corso del diciottesimo secolo, le case di correzione ospitassero, senza alcuna distinzione, condannati, vagabondi, orfani, anziani, pazzi; quasi nessuna discriminazione veniva posta in essere nel rinchiudere la gente e ogniqualvolta veniva introdotta la pena del carcere, chi deteneva il potere la usava allo scopo di  allontanare gli “indesiderabili”…. Non v’era alcun criterio definito per fissare, perché non v’era un concetto adeguato del rapporto necessario tra il delitto e la pena, cosicché essa era talvolta assurdamente breve e molto più spesso assurdamente lunga, sempre che venisse in qualche modo indicata.

… Il concetto di proporzionalità venne concretizzato in una gamma di pene, giuridicamente definite in relazione alla gravità del reato, il che divenne, fra l’altro, unoWorkhause2degli argomenti più efficaci nella lotta contro l’uso troppo frequente della pena di morte. Sia Beccaria che Voltaire ripresero la distinzione popolare tra il furto semplice e il furto unito a violenza come prova della necessità di variare le pene in accordo con i fatti in ogni singolo caso, problema che divenne la “raison d’être” delle definizioni formali così numerose della dottrina continentale.

Muovendo dalle rozze definizioni già esistenti, la gran parte dello sforzo teorico venne ora concentrato nello sviluppo di un elaborato sistema normativo in grado di riconoscere ogni più sottile distinzione tra i vari motivi e le varie modalità  di esecuzione; l’altro compito fondamentale che venne posto in luce fu quello di riconsiderare i metodi punitivi, a causa della allora prevalente severità delle pene in generale e dell’uso indiscriminato della pena capitale in particolare.

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