Perché le Olimpiadi?

Oggi, venerdì 5 agosto si aprirà ufficialmente la 31°edizione dei Giochi Olimpici a Rio de Janeiro in Brasile che si concluderanno domenica 21 agosto.

Come ogni Olimpiade, anche questa edizione è stata attraversata da manifestazioni e proteste di quei settori della popolazione che subiscono un peggioramento delle proprie condizioni e che denunciano uno spreco di soldi e un tentativo della classe dirigente di ammantarsi di una notevole rilevanza  internazionale socio – politica  e  culturale e, soprattutto, anestetizzare la rabbia proletaria e addormentare la lotta di classe con inni nazionali, bandiere e medaglie.

Le proteste vengono caricate violentemente e ferocemente dalla polizia.

Fin dal 1896, da quando nella Grecia moderna è stata istituita, o meglio inventata, la prima Olimpiade moderna è stato sempre così.

Non possiamo dimenticare i massacri che precedettero le Olimpiadi del 1968 in Messico.

A Città del Messico migliaia di studenti, nei giorni precedenti l’inaugurazione, entrarono in agitazione contro l’autoritarismo, per i diritti, per una maggiore libertà e si scontrarono con la polizia dal 24 al 27 luglio ’68. Il 30 luglio innalzarono barricate per la liberazione dei loro compagni arrestati e per la rimozione dei responsabili delle aggressioni poliziesche, per lo scioglimento del corpo dei Granaderos e il riconoscimento effettivo del diritto di manifestazione e di tenere assemblee. Ne seguirono scontri con 10 morti fra manifestanti e Granaderos e più di 1000 gli arresti. I dimostranti minacciarono il boicottaggio dei giochi olimpici e l’inizio della lotta armata. L’esercito invase l’università arrestando studenti e docenti. Il governo di Díaz Ordaz, nella notte tra il 2 e il 3 ottobre, diede ordine alla polizia di sparare sugli studenti che affollavano Plaza de las tres Culturas di Thalelolco a Città del Messico. Le vittime tra i manifestanti furono centinaia, moltissimi i feriti, fonti istituzionali parlarono di 34 morti, poi la cifra fu portata a 50, ma le stime più attendibili indicano oltre 300 vittime, tutte tra i manifestanti. La XIX Olimpiade, bagnata di sangue, iniziò “regolarmente” il 12 ottobre 1968; nessun atleta, maschio o femmina, abbandonò la scena della strage diventata scena di competizione “sportiva”.

Black OlimpiadSoltanto Tommie Smith e John Carlos espressero un segnale di grande importanza; «Perché dovremmo correre in Messico solo per strisciare a casa?»

E allora, da oggi, prima di scaldarci le mani applaudendo questo o quella ricordiamo quando e perché le moderne Olimpiadi sono state inventate.

Le Olimpiadi moderne non hanno nulla di sportivo. Sono state inventate con un preciso scopo politico-ideologico. Il nome Giochi olimpici è stato scelto per ricordare quelli antichi che si svolgevano in Grecia presso la città di Olimpia, nei quali si confrontavano i migliori atleti greci. Questi giochi iniziarono nel 776 (prima dell’era volgare p.e.v.). All’inizio era una manifestazione locale e veniva disputata unicamente un’antica gara di corsa. Successivamente si aggiunsero altri sport e i Giochi arrivarono a comprendere corsa, pugilato, lotta e pentathlon. Poi i Giochi divennero sempre più importanti in tutta la Grecia antica, raggiungendo l’apice nel VI secolo e nel V secolo p.e.v. Vi partecipavano solo i membri delle classi più facoltose, erano esclusi dalla partecipazione gli schiavi, i barbari, i sacrileghi, le donne, e chi non aveva antenati greci.

Il motivo: era la fine dell’800 e la borghesia trionfante in Europa, in nord America e in altre aree aveva bisogno di inventarsi una genealogia, delle origini che dessero risalto a una classe sociale quella dei bottegai, dei mercanti, degli usurai, e degli imprenditori, che non potevano vantarne un granché. Si dice che il compito di costruire questo “falso” fu affidato al barone Pierre de Coubertin, che propose di rivestire l’evento con cialtronerie romantiche come “importante è partecipare” quando compito di tutte e tutti era aver successo, vincere, questa finzione venne accettata. Il barone volendo imitare troppo il modello antico propose di precluderli al sesso femminile, ma la borghesia in ascesa non poteva accettarlo, e le donne furono ammesse. Le prime Olimpiadi dell’era moderna si svolsero ad Atene nel 1896.

Il senso: si inventò quindi un collegamento, del tutto arbitrario, con la cultura greca (avvenne anche nell’estetica e nell’arte, un secolo prima, con Johann Joachim Winckelmann e altri che cercarono di orientare l’ideale verso le statue greche esaltando il nudo di Fidia del Partenone, gli atleti di Lisippo; la bellezza ideale doveva corrispondere ai corpi degli atleti del tempo modellati dall’intensa attività ginnica; e non ditemi che questi modelli non c’entrano nulla nel predominio odierno del maschilismo e della sottomissione delle donne). L’ideologia che doveva incarnare l’Olimpiade moderna era totalmente diversa da quella praticata in Olimpia 2500 anni prima. Doveva impersonare i valori con cui la borghesia voleva egemonizzare il mondo intero, perché rispondenti all’ordine capitalistico: il successo come valore assoluto in contrasto con la vergogna della sconfitta (valido sia per gli individui che per gli aggregati commerciali, industriali e per gli stati), la gerarchia meritocratica, il valore della bandiera e dell’inno nazionale (il potere borghese si è costruito sugli stati nazione ed è ancora ad essi ancorato anche nelle fasi crescenti di mondializzazione). L’ideologia di dover vincere, di avere successo e, soprattutto, conquistare spazio sui media, è ormai totalizzante: se non vai sui media sei una “nullità”; il valore di ciò che fai è calibrato dai media. Un’ideologia che, drammaticamente, ha egemonizzato ampi strati della popolazione, che conquista larga adesione nelle giovani generazioni, distruggendo il valore della partecipazione politica.

Questa è il triste senso dell’Olimpiade moderna.

Ma si può sconfiggere; cominciando a schifare le Olimpiadi e l’ideologia che contengono.

Tratto da: contromaelstrom

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