fs si preoccupa per un danno d’immagine

Risulta ormai evidente il cinismo col quale viene portato avanti il progetto del sottoatraversamento tav a Firenze. Nessuna remora, da parte del gruppo fs, nel mettere a rischio cedimenti metà del centro storico fiorentino: l’unica preoccupazione è quella di un danno di immagine che deriverebbe dal polverone scatenato dalle accuse nei confronti di “Nodavia”, società vincitrice dell’appalto per la tratta tav fiorentina. Verso questa si ipotizzano reati per associazione a delinquere, corruzione, truffa, frode nelle pubbliche forniture, traffico illecito di rifiuti, violazione delle norme paesaggistiche e abuso d’ufficio (vedi qui). Di seguito pubbliachiamo un articolo tratto da www.gonews.it, in cui si palesano i tormenti di un tecnico italferr.

In una scuola si formano delle crepe, mentre il materiale messo durante i lavori di scavo a copertura della gallerie ha qualche difficoltà a superare i test di resistenza in caso di incendio, ma gli imprenditori cercano di nasconderlo temendo in alcuni casi l’effetto mediatico, in altri “gli oneri economici” e il “disastro economico”. E’ quanto scrive il gip nel decreto di convalida del sequestro del 17 Gennaionell’ambito dell’inchiesta sul sottoattraversamento della tav a Firenze.

Gli indagati sono 31, fra dirigenti di Italferr e Rfi, delle ditte che hanno vinto l’appalto e funzionati dei ministeri dell’ambiente e delle infrastrutture e delle autorità di vigilanza.

“La preoccupazione di Valerio Lombardi”, tecnico Italferr, scrive il gip, “non è legata ai rischi conseguenti le modalità di svolgimento dei lavori da parte di Nodavia”, la società vincitrice dell’appalto, “ma esclusivamente alle conseguenze che potrebbero derivare sul progetto qualora la notizia delle lesioni nella scuola fosse resa pubblica”:

“Ora ci attaccheranno – dice Lombardi in un’intercettazione – ci massacreranno su questa cosa, è un danno d’immagine”. Il presidente di Nodavia, Furio Saraceno, “é solo preoccupato per una eventuale interruzione dei lavori e quindi per i conseguenti oneri economici maggiori che sarebbe chiamato a sostenere”.

In un’intercettazione spiega: “Per me fermarmi, rifare il campo, sono costi in più… è una commessa che soffre”. Riferendosi ai conci, il materiale per i rivestimenti delle gallerie, Aristodemo Busillo, della Seli (l’azienda che ha fornito la fresa), invita un consulente che deve stilare una relazione a omettere che durante i test si è verificato troppo velocemente lo spalling (il collasso del materiale ad alte temperature): “Non dobbiamo farci scartare i 100 anelli che abbiamo prodotto – spiega in un’intercettazione – sennò buttiamo via qualche centinaio di milioni di euro”.

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