Amiata: occupato il comune di Arcidosso contro la geotermia

L’assemblea Monte Libero! ha occupato il comune di Arcidosso per protestare contro i faraonici progetti di Enel; la nota azienda italiana, recentemente protagonista di una disastrosa campagna pubblicitaria in rete (#guerrieri), ha intenzione di costruire nuove centrali nella zona del monte Amiata, nel grossetano, dove esiste già una centrale geotemica fin dagli anni ’50. Da anni gli abitanti della zona si oppongono all’ennesimo scempio ambientale denunciando le conseguenze disastrose sul territorio montano e su tutte le terre limitrofe che avrebbe un simile intervento.


Oggi 11 ottobre 2013, proviamo con questa occupazione simbolica a restituire questo spazio, il municipio di Arcidosso, al dibattito riguardo alle sorti del  territorio amiatino.  Sono ormai anni che le legittime proteste riguardo alle costruzioni delle centrali geotermiche da parte di Enel non vengono prese in considerazione da questo e da altri comuni nella zona e dopo Piancastagnaio  e le centrali esistenti a Bagnore, l’Amiata è costretta a subire la costruzione della nuova centrale a Bagnore 4 e il nefasto progetto di costruire una centrale idroelettrica a Castel del piano, minacciando un vero e proprio paradiso naturale.

Con quali conseguenze?

Prima fra tutte la contaminazione gravissima di arsenico delle falde acquifere della zona (ricordiamo che l’acquedotto del Fiora serve 700.000 utenti), senza parlare dell’inquinamento dell’aria prodotto da sostanze velenose provenienti dalle centrali e del più che evidente rischio terremoti dovuto alle trivellazioni effettuate nel sottosuolo.

Un bel risultato ottenuto da Enel inquinando a sua volta il dibattito politico mediante l’utilizzo di  forme di compensazioni varie; in primis rimpinguando le casse dei comuni,  proseguendo poi con le irrisorie proposte di lavoro per i residenti in zona, con il finanziamento di festival (Santa Fiora in primis) e inventandosi,  come ultima arma,  la retorica del teleriscaldamento.

Questo comune come altri non ne è immune e alla faccia di chi chiedeva chiarezza su questi progetti ha avvallato, attraverso le decisioni del consiglio comunale,  la politica di Enel-green power.

Politica che ben conosciamo e ha una storia molto lunga; 50 anni fa la diga del Vajont assassinava migliaia di persone;  in Toscana propone la bugia della geotermia come soluzione alternativa, a La spezia e a Civitavecchia avvelena con il carbone e arriva fino in Colombia imponendo con la forza nella regione del Huila, il megaprogetto idroelettrico del Quimbo.

Proprio dalle comunità  di pescatori in Colombia impariamo cosa sia un “municipio ribelle” ovvero cosa sia il rispetto della volontà popolare e ci solidarizziamo con le comunità che domani 12 ottobre (data simbolo  della scoperta dell’America) si mobiliteranno contro tale devastazione nonché appoggiamo la carovana internazionale che la rete Stop Enel ha organizzato per sostenere la resistenza al progetto “Quimbo”.

Inoltre questo è l’inizio di una settimana che vedrà molti territori mobilitarsi contro i megaprogetti in tutta Italia e che verrà attraversata dallo sciopero generale del 18 e dalla mobilitazione del 19 a Roma contro le politiche d’austerity.

Oggi Il municipio di Arcidosso è simbolicamente un municipio “ribelle”  dal quale si alza la voce di chi reclama un futuro diverso per questo territorio , di chi crede che l’acqua, la terra, la montagna, l’aria non abbiamo prezzo e non possano essere svenduti per nulla al mondo.

Con questo testo convochiamo una conferenza stampa per domattina alle ore 11, alla quale invitiamo a partecipare il sindaco di Arcidosso, il consiglio comunale intero, la stampa e la cittadinanza; nel frattempo rimarremo qui  con le porte aperte e per una volta il comune sarà della gente!

L’Amiata non si vende!

Monte Libero

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