TAV a Firenze. Oggi tacere è complicità

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COMUNICATO STAMPA

Firenze, 20 marzo 2015

Oggi tacere è complicità.

Mentre divampa lo scandalo della “Grandi Opere Inutili”, a Firenze i costi continuano a crescere senza controllo.

La politica nazionale e locale non può continuare a far finta di non vedere.

Il Comitato No Tunnel TAV di Firenze ripropone all’opinione pubblica una sommaria analisi del bilancio della società Nodavia (che dovrebbe realizzare il Passante TAV) che fu reso pubblico il 4 novembre scorso; da parte dei decisori politici seguì un silenzio colpevole.

In quella analisi – che si trova riassunta sotto – si mostrava come i costi del Passante TAV stessero crescendo fuori da ogni controllo. Dopo di allora non solo è seguito solo un imbarazzato silenzio, ma addirittura alcuni lavori del cantiere dei Macelli sono ripresi! Si sta provvedendo ad abbassare ulteriormente il livello dell’improbabile stazione sotterranea di 5 metri.

Dato che Nodavia non dispone di un “piano di utilizzo” approvato dal Ministero dell’Ambiente, le terre vengono tutte conferite in discarica con costi che saranno almeno triplicati rispetto agli accordi fatti; inoltre si utilizzano camion invece che treni.

La terra che viene estratta adesso non dovrebbe essere contaminata o inquinata da bentonite e altri additivi; teoricamente è la parte minima che potrebbe essere utilizzata senza problemi per risanamenti ambientali. Invece, per una assurda fretta (visto che ancora non è possibile scavare i tunnel per vari motivi), si continua con le poche lavorazioni eseguibili, senza curarsi dei disastrosi effetti economici che questo comporta.

Oggi, all’indomani dell’inchiesta della magistratura che ha spalancato ulteriormente una finestra sul sistema di malaffare nel mondo delle grandi opere, il Comitato torna ad interrogare la politica nazionale e locale su quanto sta accedendo nei cantieri della città.

Non è possibile ignorare che nei cantieri fiorentini si sta commettendo un furto di enormi risorse pubbliche.

La Società Italiana Condotte, subentrata a Coopsette nel controllo di Nodavia, si presenta come la virtuosa salvatrice del progetto; in realtà sta mettendo le mani su un tesoro di oltre mezzo miliardo di euro e persevera nello sperpero di denari pubblici!

Nardella, Rossi, tutti i consiglieri non possono tacere: o ci smentiscono con dati concreti, oppure devono intervenire per fermare lo scempio che si sta compiendo sotto i loro occhi. Continuare ad ignorare tutto questo vuol dire essere complici.

Il governo non può continuare a non voler vedere: le Ferrovie stanno gestendo soldi pubblici in maniera criminale e l’amministratore delegato Michele Mario Elia addirittura nega che ai Macelli si stia lavorando!

Le FS sono una società per azioni controllata al 100% dal Ministero del Tesoro!

Ogni mancato intervento concreto può solo dimostrare l’asservimento di tutta la politica italiana al malaffare che sta rovinando il bel paese.

Comitato NO TUNNEL TAV di Firenze

338 3092948

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Dal comunicato stampa del Comitato No Tunnel TAV del 4 novembre 2014

http://cdn.nove.firenze.it/slir/w360-h277/images/9/7/97cantiere-tav-pino-marzo.jpgNella “Relazione sulla Gestione” c’è una interessante analisi e cronistoria dei lavori, certamente di parte, ma che spalanca finestre sulle troppe zone d’ombra che hanno caratterizzato l’andamento dei lavori e rende manifesti i motivi della reticenza della politica a parlarne.

Riassumiamo anche noi; per quanto riguarda i costi e i relativi aumenti vertiginosi:

Coopsette si è aggiudicata i lavori per poco più di 700 milioni di euro, divenuti poi 770 per varianti intervenute. Nel gennaio 2013 le indagini della Procura della Repubblica di Firenze – con il sequestro di materiale, della fresa e di conti correnti – hanno reso problematico il proseguimento dei lavori. Nodavia, società creata espressamente per realizzare il Passante, avrebbe ripetutamente chiesto, si dice nel documento, la sospensione totale dei lavori al committente (RFI, cioè Ferrovie). Italferr, la società di progettazione di Ferrovie, avrebbe invece insistito per la prosecuzione dei lavori che non erano bloccati dai sequestri e/o dalla mancanza di autorizzazioni.

Le principali opere realizzate sarebbero: le piazzole di stoccaggio delle terre a Santa Barbara e i pali di ancoraggio della stazione AV ai Macelli, questi ultimi sovradimensionati alle necessità, secondo molti tecnici, ma utilissimi a generare alti costi e quindi alti profitti.

Nel documento di Nodavia si precisa che al 31 dicembre 2013 lo stato di avanzamento dei lavori era pari a € 209.179.654. Si tenga conto che nel SAL (stato avanzamento lavori) è compresa anche la realizzazione dello “scavalco” di Castello, il cui costo si aggira sui 90 milioni di euro. Il valore delle opere del sottoattraversamento vero e proprio (tunnel e stazione) sarebbe di circa 120 milioni di euro.

Nel capitolo sulle “riserve” ci sono dati inquietanti. Precisiamo, per i non addetti ai lavori, che le “riserve” sono la richiesta da parte del costruttore di maggiori prestazioni economiche dovute ad aumenti dei costi, insomma quanto viene preteso in più rispetto agli accordi fatti.

Nodavia rivendica un notevole aumento di costi – di conseguenza alte “riserve” – e attribuisce la responsabilità al committente (Ferrovie). L’aumento dei costi verificatosi sarebbe da imputare al procedere rallentato dei lavori, alla sotto-utilizzazione del cantiere, alla impossibilità di smaltire le terre di scavo come previsto, il tutto aggravato dal mancato stop ai lavori.

In questo momento al comitato non interessa stabilire a chi si debbano imputare tali responsabilità, ma preme soprattutto evidenziare la follia rappresentata dalla volontà di non interrompere i lavori.

Tali “riserve” ammonterebbero a

  • € 421.384.866 (quattrocento milioni) al 31 ottobre 2013,
  • € 528.184.977 (cinquecentoventotto milioni) al 30 aprile 2014.

A quanto ammontino oggi, novembre 2014, non è dato sapere, ma possiamo inferire che, se la dinamica è la stessa, saremo ad oltre € 600.000.000 (seicento milioni!).

Questi sommari conti mostrerebbero come i costi dei “non-lavori” del Passante comportino un aumento di oltre il 500%. In 6 mesi le “riserve” sono aumentate di € 106.800.111 (oltre cento milioni).

Quando si hanno “riserve” nell’esecuzione di un’opera, di solito è il direttore dei lavori che stabilisce la congruità della richiesta. Tale figura sarebbe a garanzia degli interessi del committente e da questo pagato, invece nel caso della figura criminogena del general contractor, il direttore dei lavori è alle dipendenze e pagato dal costruttore stesso! Possiamo immaginare quali interessi saranno principalmente tutelati. Ovviamente in simili situazioni si ricorre spesso ad un arbitrato (anche nella “Relazione sulla gestione” se ne accenna) che stabilisca un ammontare concordato di tali “riserve”, ma al Comitato non interessa sapere in anticipo l’importo esatto che raggiungeranno queste spese, ma piuttosto denunciare l’aumento dei costi che è stato e continua ad essere una follia.

Comitato NO TUNNEL TAV di Firenze

338 3092948

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