Nasce l’assemblea contro la metropoli

Siamo un gruppo di persone che hanno deciso di mobilitarsi sulla spinta degli ultimi attacchi repressivi che la lotta No-Tav ha subito. Il nostro impegno a sostegno di questa lotta nasce dalla consapevolezza di cosa la differenzia dalle altre, e di quanto per questo faccia così paura ai poteri dominanti. L’eccezionalità di questa lotta risiede per noi soprattutto nella molteplicità dei comportamenti e dei legami che essa ha saputo creare: la Val Susa ha saputo negli anni adeguarsi ai livelli di scontro che lo stato gli ha imposto, evitando di cadere nella trappola della divisione tra buoni e cattivi. Fondamentale per noi è stata inoltre la capacità del movimento di saper superare le differenze ideologiche a favore dell’obiettivo comune. Un movimento popolare eterogeneo al cui interno non trovano spazio tentativi di egemonizzazione e anzi la varietà delle pratiche di opposizione messe in atto vengono correttamente valutate come una ricchezza. Partendo da questi presupposti, la nostra volontà è quella di poter ricreare queste dinamiche anche al di fuori della Val Susa, perché i No-Tav ci hanno dimostrato che solo così vincere è possibile.
Perché allora chiamarla Assemblea contro la Metropoli? Perché per noi anche la Val Susa è metropoli! Nella nostra società infatti ogni luogo è asservito alle logiche capitaliste su cui la metropoli si regge e si riproduce: dopo aver trasformato tutto in merce diventa fondamentale garantire il flusso e lo scambio delle stesse. Per questo vorrebbero ridisegnare e ridefinire il territorio della Val Susa, per velocizzare il flusso delle merci e delle persone ad esso collegate, e al contempo per estendere il dominio capitalista anche là dove ancora esistono dei luoghi che ad esso non si sono completamente asserviti.
Diventando la circolazione dei flussi più importante dei luoghi stessi, tutto si sta trasformando in un enorme non-luogo, uno spazio senza identità, dove le peculiarità vengono lette solo in funzione del profitto economico che se ne può ricavare. Ciò che al giorno d’oggi nominiamo tessuto urbano non è altro che un non-luogo tenuto insieme, prodotto e governato da un continuum di dispositivi che costringono tutto e tutti a funzionare. La metropoli è essa stessa il dispositivo dei dispositivi. Quel che ci circonda, la dimensione spaziale nella quale l’essere umano contemporaneo si muove, è qualcosa di sostanzialmente eterogeneo, una coltre urbana unica, una serie infinita di centri storici museificati e riserve naturali, aree verdi recintate con orario di accesso e zone industriali, immense aziende agricole e falde acquifere inquinate, sconfinate basi militari polifunzionali, quartieri dormitorio e vie della movida. Compartimenti stagni, ognuno con la sua precisa funzione: è questa la metropoli contemporanea. Il termine dispositivo designa, dunque, una metodologia di governo e potere il cui scopo è di gestire, controllare e orientare, in un senso che si pretende utile, i comportamenti, i pensieri e i desideri degli uomini.
Tutto ciò però non poteva essere imposto solo con la violenza (polizia, carcere, l’istituzione scuola..), per questo i dispositivi che ci circondano hanno fatto sì che abbracciassimo e facessimo proprie le ragioni del nostro stesso assoggettamento (l’idea di progresso, la famiglia, la televisione, il buon cittadino, l’etica del lavoro…). Mai prima d’ora gli esseri umani si sono trovati riuniti in così grandi quantità e mai, nello stesso tempo, si sono ritrovati così separati gli uni dagli altri. È nella metropoli che l’uomo giunge a sperimentare pienamente la propria solitudine.
Grandi opere, piani regolatori, l’urbanistica stessa delle nostre città.. questi sono i mezzi più efficaci a disposizione della nostra controparte per controllare il territorio e chi quotidianamente lo attraversa. Contro questi dispositivi intendiamo quindi lottare come Assemblea contro la metropoli. Lotte che se vogliono essere vincenti dovranno muoversi in maniera autonoma, in quanto è ormai sempre più chiaro a chiunque che le istituzioni non sono un nostro interlocutore, ma l’espressione diretta delle classi dominanti, con i loro interessi di profitto.
Basta infatti guardare al nostro stesso territorio e alle modifiche che vorrebbero apportarvi (ampiamento dell’aeroporto, l’inceneritore di Case Passerini, il tunnel Tav con i suoi recenti scandali..) per accorgersi che impianti nocivi e grandi opere non sono altro che uno sperpero colossale di denaro, utile soltanto a rimpinguare il bancomat di partiti e mafie.
Non abbiamo un’idea complessiva di ciò che l’Assemblea Contro la Metropoli debba e possa essere, sappiamo però che al suo interno troverà spazio di discussione e modi di organizzazione chiunque voglia cambiare realmente il mondo che ci circonda, senza paletti ideologici né automatismi da riproporre. La continuità che ci prefiggiamo non sarà dettata da altro se non l’appoggio alle lotte reali che si svilupperanno nel nostro territorio e non solo.

L’assemblea si tiene tutti i giovedì alle 18.00 allo spazio comune La Polveriera in Via Santa Reparata n°12. Per chi fosse interessato, ci stiamo occupando di No Expo e del corteo dell’11 aprile contro inceneritore e aeroporto.

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