Sciopero della spesa nel carcere di Brissogne

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Nel carcere di Brissogne (Aosta) le bombolette del gas segnate per la spesa il 14 agosto, e arrivate il 20, sono state pagate 2.50 euro al posto di 1.50 euro, quasi il doppio del loro prezzo fino a quel momento. Le sbrigative motivazioni fornite dalla direzione affermano che il rincaro è dovuto al fatto che le nuove bombolette distribuite sono dotate di una valvola di sicurezza che non permette la fuoriscita di gas nel caso si svitasse il fornello. Ma l’aumento di questo bene indispensabile, senza il quale non è possibile neanche farsi un caffè, si sta verificando in parecchie carceri e non sembra legato alla novità dell’articolo.
Ad Aosta i detenuti, in principio, si sono rifiutati di comprare le bombolette, smaltendo e condividendo quelle rimaste di riserva in cella. Per la seguente spesa, dal 21 Agosto, si sono organizzati, in molti, per uno sciopero della spesa. Non aquistano più i prodotti della ditta che commercia il gas e che si occupa della gestione di vitto e sopravvitto del carcere valdostano, esclusa solo dal commercio di tabacco e di valori bollati. La ditta in questione è la “Ias Morgante srl”, affiliata al colosso “Arturo Berselli & C. Spa”, società che dal 1930 vince i bandi indetti dal Ministero della Giustizia per il mantenimento dei detenuti della quasi totalità delle carceri dell’ Italia.
Non si sa dire con certezza da cosa dipenda questo diffuso rincaro del prezzo del gas – dipende forse da un generale aumento del costo del gas, magari collegato al conflitto in Ucraina? Oppure dalle politiche dei prezzi del sopravvitto? – di certo questo sciopero della spesa, nel suo piccolo dà una buona indicazione su come creare danno a chi, sulle spalle dei detenuti, ci guadagna.

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