Newsletter del 17 Giugno

IL NUCLEARE CHE AVANZA…
Il verbo Avanzare ammette sia la forma transitiva che intransitiva. Nella sua  forma transitiva Avanzare ha il  significato di “procedere”, “andare avanti” ecc.  Nella sua forma intransitiva l’uso comune lo classifica con il significato di “rimanere come residuo”, “essere in più”, appunto: Avanzare…

La rinascita del nucleare italiano avanza con decisione, il piano per realizzarlo si chiama Programma nucleare Italia definito da Enel e la francese EdF (Électricité de France è la maggiore azienda produttrice e distributrice di energia in Francia), avviato da Enel e Confindustria dal mese di gennaio e prevede la ricostruzione di una filiera nazionale dell’atomo cioè un’industria italiana del nucleare, con un indotto ampio e articolato non solo per la componentistica dell’ “isola nucleare” ma per tutte le forniture civili e meccaniche delle centrali.

In soldoni: una bella torta da 30 miliardi di euro.  Proprio niente male in tempi di crisi come questi come, del resto, sottolinea Fulvio Conti AD di Enel «Questo è un momento importante per l’Italia perchè in un contesto di grave difficoltà economica a livello mondiale, che mette a dura prova il nostro tessuto produttivo e occupazionale, prende avvio un progetto di rilancio infrastrutturale con pochi precedenti nella nostra storia per dimensione e qualità».


Il « Supply Chain Meeting » (da gennaio a giugno) con l’obiettivo di mappare le conoscenze e le competenze in materia nucleare esistenti in Italia ha costituito il primo passaggio di questo programma che porterà alla successiva fase di qualificazione delle imprese, per arrivare poi all’invito alle gare d’appalto. Nel corso di questi incontri (Roma 19 gennaio, Torino 24 aprile, Mestre 19 maggio) Enel ha illustrato alle aziende di tutto il territorio nazionale il processo di coinvolgimento e della qualificazione nei progetti per la costruzione di centrali atomiche con la tecnologia EPR (reattori di 3° generazione costruiti dalla francese AREVA) che saranno realizzati in Italia. Questa fase ha praticamente creato un consistente gruppo di industrie che hanno la capacità produttiva adatta per garantire la fabbricazione di tutto ciò che permetterà la costruzione delle centrali nucleari. Queste industrie sono registrate in un apposito portale.
La seconda fase è appena iniziata e prevede una serie di incontri con le industrie registrate e le relative associazioni territoriali: il giorno 8 giugno ci sono stati due incontri uno a Milano nella sede di Assolombarda e a Brescia in quella dell’Associazione industriale. Hanno partecipato 130 aziende lombarde.

IL NUCLEARE CHE AVANZA…


Bosco Marengo (AL), dicembre 2009, il movimento antinuclearista attende con ansia l’udienza davanti al TAR Piemonte per il ricorso presentato contro la costruzione di un deposito di scorie nucleari. Tutto nasce quando il governo dispone per decreto che la Sogin, già Fabbricazioni Nucleari (Enea), avvii la dismissione del sito di Bosco Marengo, dove sono custoditi 550 fusti di combustibile nucleare. Immediata la protesta di Medicina democratica, Legambiente, Pro Natura e Movimento per la Decrescita Felice, che ricorrono al Tar del Piemonte: «Il decreto è illegittimo – sostengono – perché contrasta con la legge del 2003 che impone che i materiali radioattivi siano custoditi in un sito nazionale super-sicuro, peraltro non ancora individuato». Le operazioni di smantellamento dell’impianto nucleare e il seppellimento «a tempo indeterminato» delle scorie radioattive, farebbero di Bosco Marengo un deposito autorizzato: «Il primo fra quelli che Sogin, il braccio armato del governo, vuole imporre nel Paese».
Ansia mista a speranza quella delle associazioni che hanno proposto il ricorso, speranza che « la pronuncia del TAR, se a noi favorevole, diventerà un precedente con enorme valenza per tutto il territorio nazionale».


E così è stato….


Ad aprile 2010 il TAR del Piemonte ha dato ragione al Governo e alla SOGIN, ha autorizzato il deposito nucleare a Bosco Marengo, creando così un precedente valido per tutti gli ex siti nucleari che da ora in poi sono destinati ad essere depositi di se stessi.
Perfetto!
Il Governo, la SOGIN spalleggiati dalla Regione Piemonte, dalla Provincia di Alessandria, dal Comune di Bosco Marengo hanno vinto: visto che i fusti radioattivi sono già stoccati a Bosco Marengo, il loro “seppellimento” non ne aumenterebbe la pericolosità! Realizzeranno così un depostito dove tombare le scorie nucleari per un periodo di tempo “provvisorio e indeterminato” in una zona ad alta densità di popolazione e a rischio sismico.

In Piemonte si trova la maggior quantità di rifiuti radioattivi risultato della stagione nucleare passata e sono suddivisi su tre siti:


1) a Saluggia, nell’impianto Eurex (Enriched uranium extraction) per il riprocessamento del combustibile nucleare, operazione volta principalmente al recupero del plutonio, materiale che serve soprattutto nell’ambito del nucleare militare :  lì sono stati accumulati negli anni diversi di questi elementi di combustibile, diverse barre perché dovevano servire per poter, nel tempo, recuperare sempre più plutonio perché era un materiale strategico: è rimasto il materiale su cui si è lavorato, 5 chili di plutonio . Poi c’è il deposito Avogadro che contiene oggi l’85% dei rifiuti nucleari nazionali, di fatto esso rappresenta già adesso il Deposito Unico di cui si parla, vicinissimo alla Dora Baltea che è uno dei più grandi affluenti del Po ad appena un chilometro e mezzo a monte del più grande acquedotto del Piemonte che ha i suoi pozzi a valle di questi impianti nucleari.
2) a Trino dove c’è la centrale nucleare, proprio in riva al Po c’è il nocciolo stesso della vecchia centrale.
3) a Bosco Marengo, nell’impianto di fabbricazione di combustibile necessario al funzionamento delle centrali. In questo impianto sono accumulati rifiuti radioattivi, in gran parte uranio naturale e uranio arricchito.


FERMIAMO IL NUCLEARE!
Il nucleare avanza, un radioso futuro radioattivo ci attende… Ma noi non lo vogliamo! Siamo retrogradi? No! E’ che delle brame di profitto e di iper-produzione energetica che ci spacciano come necessarie non vogliamo sentir parlare! A noi non interessano ricette e alternative in grado di garantire il funzionamento di questo sistema. A noi interessa costruire un’alternativa a questo sistema e alla sua immane produzione di nocività.
Il nucleare non serve, il nucleare fa male, il nucleare non è smaltibile, il nucleare è militare.

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Dansette