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feature di indymedia toscana
Una Bolzaneto Clandestina
La giornata di domenica 10 aprile e quella di lunedì 11 saranno ricordate per l’istituzione di una Bolzaneto clandestina allestita per la tifoseria del Livorno, notoriamente antifascista e antirazzista.
Bolzaneto perchè la strategia e il comportamento delle forze dell’ordine hanno ricalcato i comportamenti cileni inaugurati in occasione delle giornate di Napoli e perfezionati in occasione di quelle del G8 genovese. Clandestina perchè il media mainstream, diviso tra i pezzi di colore sulle tifoserie e criptici lanci d’agenzia su ciò che stava accadendo, ha sostanzialmente smorzato l’attenzione sulla vicenda. Solo nella serata del 10 aprile, astutamente il ministro Pisanu ha deviato l’attenzione generale parlando di stadi da chiudere a causa di “tifoserie violente” badando bene ad evitare un serio bilancio sui fatti di Roma avvenuti prima, durante e dopo Livorno-Lazio.
Le perquisizioni a carattere intimidadorio manganelli puntati, insulti, gente completamente spogliata con vestiti sequestrati perchè “di chiara simbologia politica” sono cominciate dal mezzogiorno della domenica fino a quindici minuti prima della partita.
Sono stati sequestrati tutti gli striscioni antifascisti (ma anche bandiere e felpe lasciando gente seminuda), compreso quello in ricordo della strage del Moby Prince, mentre svastiche, celtiche e croci uncinate hanno potuto tappezzare l’Olimpico.
Ma gli eventi drammatici sono cominciati alla stazione San Pietro di Roma a treno fermo.
La polizia, secondo numerose testimonianze raccolte, ha inondato i vagoni di gas lacrimogeni e urticanti che hanno creato una pesantissima situazione sanitaria sul treno con malori e principi di asfissia poi ha violentemente caricato dentro vagoni senza risparmiare colpi e usando ogni mezzo per aprirsi dei varchi. Tutte le persone sono state catturate, ammanettate e messe in ginocchio sul marciapiede del binario. Secondo diverse testimonianze i comportamenti nei confronti dei fermati sul posto sono stati dei piu’ pesanti con pestaggi
e minacce delle peggiori.
Una volta portati in 250 in Questura ecco la notte alla Bolzaneto: pestaggi gratuiti alla gente che dormiva ammassata sul pavimento, intimazioni del tipo “canta Faccetta nera” seguite da minacce, manganelli passati sul corpo delle ragazze per mimare uno stupro, aggressioni improvvise per terrorizzare: il copione già consolidato nel 2001.
I rilasci, in un clima di preoccupazione per possibili e annunciati agguati di fascisti fuori dalla questura, sono avvenuti alla spicciolata.
A Livorno già montano le prime proteste.
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