NON CI SONO “BUONI” E “CATTIVI”:
C’E’ IL SISTEMA E I NEMICI DEL SISTEMA
Dalla politica di “lacrime e sangue” alla politica di “lacrimogeni e sangue”. Il primo passo è compiuto, la prima mutazione qualitativa, in direzione regressiva, può dirsi realizzata. Ad essa hanno contribuito, più o meno consapevolmente, tutti i partiti che si riconoscono, con sfumature diverse, in questo Sistema.
Il nostro Paese si trova stritolato nelle spire di una crisi che attanaglia tutti i protettorati (nazioni europee in prima linea) del moribondo gigante unipolare a stelle e strisce e il matrimonio d’interesse tra capitalismo e democrazia rappresentativa, con buona pace di Sinistra e Destra nostrane, si avvia ad un prossimo, imminente divorzio.
Mentre questa crisi totale, provocata dagli organismi finanziari sovranazionali -che de facto dettano l’agenda politica di ciascun singolo governo europeo- distrugge in forma criminale ciò che nell’ultimo ventennio è rimasto in piedi dello Stato sociale, la nostra classe politica non trova di meglio da fare che offrirci lo spettacolo rivoltante del litigio infinito per chi sia l’interlocutore e l’esecutore più affidabile dei diktat che, proprio dalle centrali bancarie e finanziarie europee, provengono e per giunta, con crescente arroganza.
Sarebbe a dire: affidiamoci a chi ha scientemente provocato il male per sconfiggerlo! Un paradosso..
La verità è che il nostro Paese si trova schiacciato sotto il tallone dell’imperialismo economico, beninteso, non di un altra nazione ma di quello Stato Transnazionale (grandi capitalisti, banche, finanza) che da oltre vent’anni governa indisturbato -e di sicuro non nell’interesse dei popoli- il cosiddetto “occidente libero”. Le classi politiche e di governo “locali” altro non fanno che esercitare il ruolo di comitati di propaganda delle decisioni prese altrove, proprio per questa ragione, i loro sbandierati interventi di cosmesi correttiva non daranno mai risposta alcuna alle piaghe sociali del III millennio. Crediamo, al contrario, che una ripresa decisa dell’antagonismo e della lotta di classe, nel nostro e negli altri paesi, debba necessariamente partire dall’analisi profonda, prima, e dalla recisone decisa, poi, di questo nodo epocale.
E invece.. la Sinistra neoliberista si accoda a quanti, prendendo a pretesto 6 macchine bruciate nel corso di un corteo, invocano leggi speciali, fermi e arresti di polizia preventivi, daspo ecc. ecc.
All’interno di questa “sindrome di Weimar” si consuma la parabola pavloviana del deputato Antonio Di Pietro capace di passare – nel giro di 2 settimane- dal massimalismo radicale del “ci scappa il morto in piazza” all’invocazione di una nuova legge Reale!
Le emergenze di questo Paese si chiamano: precarietà e povertà diffusa nell’universo giovanile, diritto alla casa e allo studio negati, disoccupazione dilagante, 4 morti sul lavoro ogni giorno.. potremmo andare avanti a lungo..
Qualcuno, invece, grazie al mistificatore e sapiente uso dei mezzi d’informazione, ha interesse nel farci credere che il vero mostro, da esporre al pubblico ludibrio, sia un ragazzino immortalato dai flash mentre tira un estintore in piazza.. Per favore non fateci ridere, anche perché, potrebbe essere proprio una risata quella che presto vi seppellirà.
Per la costruzione di un polo anticapitalista
Un nemico! Un fronte! Una lotta!
LA CACCIA ALLE STREGHE
Rispondiamo alle menzogne, ai teoremi assurdi, alle congetture deliranti elencando i fatti:
la Rash Roma ha sfilato lungo il corteo senza bastoni od altri oggetti “impropri”, portando bandiere e striscione, mettendoci la faccia, a volto scoperto. Se avessimo avuto intenzione di scatenare una “guerriglia urbana” per le strade della nostra città saremmo stati così sprovveduti da avere una presenza tanto riconoscibile?
Il punto è proprio questo: abbiamo marciato con un profilo netto, organizzato, visibile e di massa tutto il contrario, cioè, del castello accusatorio fatto di “organizzazione informale”, a piccoli gruppi, pronti ad infiltrarsi negli spezzoni altrui di corteo per scatenare violenze e per giunta, sempre ben attenti a celare la propria identità dietro un anonimato fatto di maschere e cappucci.
Quello che ci viene imputato, a torto, quindi, è immediatamente smentibile e confutabile dalla prova dei fatti, del materiale video e delle foto.
Ripetiamo, per chi fosse ostinatamente duro di comprendonio, quanto segue: nello spezzone che abbiamo contribuito ad organizzare, hanno sfilato migliaia di giovani che sarebbero arrivati in piazza San Giovanni, con le altre decine di migliaia di persone, se all’altezza di via Labicana non fossero stati travolti da un “carosello” di volanti della polizia che a circa 80 kmh ha di fatto investito i manifestanti e spezzato in due il corteo. Ovviamente non vedremo mai foto e articoli con titoli ad effetto su questa vicenda palesatasi IN UNA ZONA DOVE NON STAVA AVVENENDO NESSUN INCIDENTE.
La Rash Roma non ha bruciato macchine né distrutto madonnine, chi insinua il contrario, mente ben sapendo di mentire: le nostre pratiche sono altre e si svolgono, ogni giorno, nei quartieri alla luce del sole.
Forse è proprio questa presenza, il nostro radicamento nella conflittualità territoriale che a qualcuno sembra dare fastidio.
A breve, pubblicheremo la nostra analisi riguardo la sproporzionata deriva securitaria che, guarda caso, segue la partecipata manifestazione di sabato 15 ottobre e che accumuna il, fino a ieri “radicale” Di Pietro con il ministro Maroni e i fascisti di Casa Pound.
LA SANTA ALLEANZA DEI DEMENTI
L’Unità + Terra:
La mancanza di capacità analitica, il pressappochismo, l’assoluta incomprensione di fenomeni diversissimi tra loro e il gettarli nel medesimo calderone fatto di una mostruosa ignoranza (del presente come del passato) fanno di queste due testate la retroguardia dell’informazione.
Le “Tre frecce” simbolo dell’antifascismo da quasi un secolo, attraverso le penne di questi signori, diventano segno dell’estrema destra.
Povero Gramsci…
GRANDE E’ LA CONFUSIONE SOTTO AL CIELO…
Sabato abbiamo sfilato vedendo gli “indignati” di partito dare dei fascisti agli antifascisti. Avevano con loro le immancabili bandiere arcobaleno della “pace”, bandiere che si sono ben guardati dallo sventolare e portare in piazza pochi mesi fa, quando il nostro Paese ha partecipato attivamente ai criminali bombardamenti su obiettivi civili di un altro paese: la Libia. Abbiamo ascoltato il loro capo parlare in nome di un movimento del quale non farà, con buona sua pace, mai parte.
Dobbiamo forse ricordare a tutti la condotta ambigua e da “infiltrati” di Vendola e della sua Sel, degli Ezio Mauro e di varie testate come la Repubblica, su temi come l’acqua bene pubblico e comune, sulla guerra in Libia, sulla TAV, sulla precarietà? Potremmo andare avanti a lungo…
Oggi ci tocca leggere sull’Unità, da cui una volta per tutte, in un sussulto di dignità, si dovrebbe avere la decenza di togliere il nome del fondatore in rispetto ad una figura di ben altro spessore rispetto al giornalismo odierno, che le “tre frecce” antifasciste sono il logo di un network d’estrema destra…
Dietro le “tre frecce”, sabato, hanno sfilato qualche migliaio di militanti antifascisti, soprattutto giovanissimi, che hanno scandito slogan lungo tutto il corteo contro crisi e palazzo, banche e finanza, politicanti e giornalisti d’accatto, e che sarebbero arrivati in piazza san giovanni con le altre decine di migliaia di persone se all’altezza di via Labicana non fossero stati travolti da un “carosello” di volanti della polizia che a circa 80 kmh ha di fatto travolto i manifestanti e spezzato in due il corteo. Ovviamente non vedremo mai foto e articoli con titoli ad effetto su questa vicenda palesatasi in una zona dove non stava avvenendo alcun incidente.
Siamo noi gli indignati dagli “indignados” dei partiti della Sinistra liberale, liberista, ipocrita e moralista.
Questi signori, infatti, una volta deposto Berlusconi quale cambiamento epocale sono disposti ad offrirci? Una politica di maggiore attinenza a quanto stabilito dai centri economici-finanziari di Bruxelles? Cioè maggiore genuflessione ai vampiri dell’alta finanza, all’imperialismo economico delle banche targate UE? Ma non erano questi gli unici responsabili, nell’assordante silenzio di una politica ridotta a comitato d’affari, della crisi che stiamo subendo?
E’ vero, nel corteo, e non lo neghiamo, sono stati compiuti atti di teppismo puerile, gesti irrazionali da frustrati, ma di fronte alla piaga sociale di una generazione cui è negato il lavoro, la casa, un futuro, cioè diritti e bisogni essenziali,il problema, per media, opinionisti d’accatto e pennivendoli, può inevitabilmente e puntualmente ridursi a fiumi d’inchiostro e parole sull’operato di qualche ragazzino che, evidentemente, non ha altro mezzo per esprimersi?
Se la giornata di sabato ci ha insegnato qualcosa, è che questo Paese ha bisogno di un soggetto politico forte che sia ingrado di chiudere i conti con le caste politiche di ogni colore, porre al centro del suo agire le parole d’ordine della Giustizia Sociale, della Sovranità nazionale e dell’Indipendenza.
Al giornalista dell’Unità chiediamo maggiore attenzione ricordandogli di pesare bene le parole, perchè ogni parola ha un peso.
Un nemico, un fronte, una lotta!
FOTO 15 OTTOBRE
HOSTEL, comunicato ore 13.30:
L’invio del reparto celere ci ha costretto a lasciare l’occupazione dell’ex ostello della gioventù.
Invitiamo, quindi, i compagni a non convergere su viale delle Olimpiadi.
Ricordiamo i motivi della nostra azione: denunciare la mancanza di spazi formali per la gioventù.
Il 15 ottobre si avvicina, una giornata di grande mobilitazione soprattutto giovanile ma Roma – le sue Istituzioni – nega accoglienza ai giovani.
E’ una vergogna che la capitale sia l’unica grande città europea a non avere un ostello della gioventù, i locali di viale delle Olimpiadi, infatti, sono da mesi oggetto di palesi manovre speculative.
Gioventù verso il 15 ottobre, avanti con la lotta!
(sezione fotografica in aggiornamento)
OCCUPATO L’OSTELLO DELLA GIOVENTU’ …VERSO IL 15 OTTOBRE
L’Ostello della Gioventù ha chiuso. Uno dei luoghi simbolo dell’accoglienza e della libertà di movimento per generazioni di giovani da diversi mesi ha serrato i battenti. La Roma di alemanno raggiunge così un altro primato negativo, quello di essere l’unica città europea a non avere più una struttura ricettiva per le migliaia di giovani che ogni anno provano ad attraversare la nostra città a costi contenuti.
Per anni L’Aig (associazione internazionale ostelli della gioventù) ha chiesto aiuto alle istituzioni, chiedendo contributi ed investimenti per rendere competitiva la struttura ma senza avere risposte. L’ostello ha chiuso perché a Roma, evidentemente, l’accoglienza deve essere monopolio delle strutture del vaticano e foraggiare unicamente l’opera romana pellegrinaggi con buona pace delle tanto osannate leggi del mercato. Ma l’ostello ha chiuso anche perché si trova all’interno di una zona, il Foro Italico, da tempo soggetta alle attenzioni della grande speculazione. Il CONI, proprietario della struttura, già con i mondiali di nuoto, che rimarranno celebri più per le vicende giudiziarie che per quelle sportive, provò a rientrarne in possesso per provare a colmare i buchi di bilancio causati dalla diminuzione dei contributi statali. Ci riprova oggi, spalleggiato dalla giunta alemanno, con una operazione che nelle dichiarazioni vorrebbe essere di riqualificazione di tutta l’area ma che in realtà non è altro che una svendita al neo presidente della Roma che ne farà degli uffici amministrativi.
L’Ostello della Gioventù ha chiuso. La gioventù lo riapre. Un luogo simbolo e generazionale non può chiudere. In vista della mobilitazione europea del 15 ottobre abbiamo deciso di riappropriarci di questo spazio e di restituirlo ai suoi naturali protagonisti, i giovani e le giovani d’Europa che come noi hanno deciso di non piegarsi ai ricatti della BCE e ai profeti della riduzione degli stipendi, delle privatizzazioni, della svendita del patrimonio pubblico e dei beni comuni, della liberalizzazione dei servizi pubblici e della contrattazione aziendale, della precarizzazione del lavoro e del pareggio di bilancio costituzionalizzato. Ci vogliono sempre più poveri e sempre più succubi di una ideologia che ha definitivamente svelato la sua natura fatta di impoverimento, razzie, guerre, repressione. Noi non piegheremo la testa ed il 15 ottobre comincerà la nostra marcia contro i pescecani del 3 millennio. Accampati sulla riva sinistra del Tevere accoglieremo quanti e quante in questi giorni volessero condividere con noi la strada verso il 15 ottobre.
GIOVENTU’ VERSO IL 15 OTTOBRE .
IL PETARDO DELL’ADUNATA
La RASH Roma pubblica il seguente documento, al quale partecipa attivamente assieme ad altre realtà; promuove l’elaborazione teorica e il dibattito e invita le realtà militanti a portare il loro contributo.