Sesto comunicato di Marcelo e Freddy

Dalla Unidad de Detención Nº11 di Neuquén – Argentina

  • Alle nostre famiglie, alle amiche, agli amici, alle compagne e ai compagni che ci sostengono e ci accompagnano giorno dopo giorno da diverse parti del mondo.
  • A tutte le persone coscienti che lottano per una nuova e miglior vita.
  • Alle organizzazioni popolari, ai collettivi e alle individualità di Neuquén e di tutta l'Argentina..

1- Siamo stati trasferiti dal carcere 41 di Junín de los Andes, in cui eravamo detenuti dal nostro arresto della metà di marzo di quest'anno, alla Unidad Penal Provincial Nº11 di Neuquén.

La traduzione è stata effettuata venerdì 13 giugno dalle 23, quando agenti di polizia sono venuti in carcere per prendersi le nostre cose e farci salire su un cellulare, con cubicoli di 1 metro per 1 metro, per portarci alle Unidad 11 dove siamo arrivati alle 6 di mattina.

Siamo rimasti 15 giorni nel padiglione Nº 6, destinato ai transiti, agli ingressi, alle punizoni e all'isolamento in celle sprovviste di luce, di acqua e con la reclusione 24 ore su 24.

Domenica 29 giugno siamo stati inviati al padiglione Nº2 del carcere, chiamato di Massima Sicurezza. Per questo s'è fatto ricorso al tribunale di Zapala, per mezzo di un "habeas corpus", per chiedere la normalizzazione del nostro regime penitenziario.

Giovedì 3 luglio, attraverso l'inganno di un trasferimento a Zapala, ci hanno fatto uscire e tornare al padiglione Nº 6, relegati questa volta ad un regime di punizione ed isolamento, con la scusa di comodo: "per ragioni di sicurezza...". Intanto ci vietano qualsiasi contatto con l'esterno senza spiegazione alcuna, contravvenendo alle normative vigenti per tutti i detenuti in Argentina.

L'argomento secondo il quale siamo dei terroristi inzia ad essere ricorrente nel linguaggio degli agenti penitenziari, permettendo e giustificando tutte le misure attuate contro di noi. Ci sequestrano vestiti, libri, fanzines, riviste e persino matite e documenti personali. Siamo in isolamento con regime di punizione per "ordini superiori...". Non viene rispettato il nostro diritto ad avere colloqui, veniamo vessati con perquisizioni quotidiane e battitura continua delle sbarre, per assicurarsi che non siano state tagliate. Il commissario Saldia, il vice-commissario Riquelme e il capo Mauro sono i carcerieri incaricati di eseguire gli ordini impartiti dal capo provinciale di tutto il servizio carcerario di Neuquén, passando al di sopra della risoluzione giudiziaria che sostiene che dobbiamo essere trattati al pari di qualsiasi altra persona.

2- La nostra attuale situazione giudiziaria in Argentina ha a che vedere con 3 processi:

- Detenzione e porto d'arma da guerra (giustizia provinciale)

- Petizione per rifugio umanitario (giustizia federale)

- Espulsione (giustizia federale)

Ognuno di questi processi ha un suo iter e i suoi tempi, in tal senso nessuno può prospettare o interpretarne il destino.

Con queste righe noi riaffermiamo la nostra decisione a sollecitare, avallare fino alle ultime conseguenze il nostro diritto al rifugio umanitario, considerando che la realtà della repressione sociale e la persecuzione politica in Cile sono innegabili, così come viene perseguitato e represso il popolo nazione Mapuche nella sua lotta per la libera determinazione, così come vengono perseguitati e repressi i settori organizzati dei combattenti popolari venuti dal povero popolo cileno a lottare per l'emancipazione dal giogo del capitale selvaggio, distruttore di vite e del pianeta intero.

Siamo perseguitati per credere nella rivoluzione sociale, per voler vivere con autonomia, in comunità, senza la tortuosa pressione del lavoro salariato, per affratellarci con altri popoli che lottano. Siamo perseguitati perché viviamo nella quotidiana realtà di resistenza allo stato di polizia cileno, non protetti dalla formalità istituzionale dei vecchi gruppi di sinistra e dei diritti umani che oggi funzionano al riparo di una democrazia per i ricchi, trafficando con la storia di lotta e negando tutte le attuali forme di combattimento anticapitalista presenti dall'altro lato della Cordigliera.

Il principale scopo della repressione e del controllo sociale è quello di rendersi invisibile, quotidiano, progredendo con le persone divenute insensibili, impedendo la solidarietà collettiva. In tal senso chiediamo un sguardo attento alla situazione sociale cilena, specie al comportamento delle polizie, dei giudici, delle prigioni, delle mobilitazioni sociali... Guardare per comprendere meglio come si vive questo quartiere chiamato America latina e come potremmo stringerci le mani in modo da continuare a rafforzare la fratellanza storica dei popoli in lotta. Tessendo reti, rompendo frontiere, condividendo e affratellando esperienze.

3- Ringraziamo una ad una le espressioni di affetto, preoccupazione, solidarietà attiva ed impegno permanente da parte di tanti che persino non conosciamo fisicamente. Allo stesso modo rivolgiamo un appello e invitiamo tutte e tutti coloro che vogliono dare il loro apporto, che lo facciano come meglio credono, rivendicando il diritto a vivere liberi e degni, informando, chiedendo, diffondendo la nostra situazione e quella di tutte e tutti le/i prigioniere/i del capitalismo e dei suoi stati.

Siamo ancora in queste celle-buche, ancora ridiamo e sognamo una vita felice!

Solo la lotta ci rende liberi!

Fino a che ci sarà miseria ci sarà ribellione!

No all'espulsione- Rifugio umanitario adesso!

Freddy Fuentevilla Saa

Marcelo Villaroel Sepúlveda

Prigionieri politici miristi e libertari


8 luglio 2008- Neuquén- Argentina

Desde la Unidad de Detención Nº11 de Neuquén – Argentina

A nuestras familias, amigxs y compañerxs que nos acompañan y apoyan día a día desde diferentes lugares del mundo.

A toda la gente consciente que lucha por una nueva y mejor vida

A las organizaciones populares, colectivos e individualidades de Neuquén y de toda Argentina..

1- Hemos sido trasladados desde la alcaldía 41 de Junín de los Andes, donde nos encontrábamos desde nuestra detención a mediados de marzo de este año, hasta la Unidad Penal Provincial Nº11 de Neuquén.

Este hecho se produjo el viernes 13 de Junio a las 23hs cuando personal policial ingreso a la alcaldía 41 para requisar nuestras pertenencias y subirnos a un carro celular con cubículos de 1 metro por 1 metro en los que tuvimos que viajar hasta la llegada a la Unidad 11 a las 6 de la mañana.

Permanecimos 15 días en el pabellón Nº 6 lugar de transito, ingreso, castigo y aislamiento en celdas llamadas buzones, sin luz alguna, sin agua y las 24hs encerrados.

El domingo 29 de junio fuimos enviados al pabellón Nº2 de la unidad, denominado de MÁXIMA SEGURIDAD. Para ello hubo que recurrir a la cámara de justicia de Zapala a través de un HABEAS CORPUS, para pedir la normalización de nuestro régimen.

El jueves 3 de Julio, previo engaño de traslado a Zapala, fuimos sacados del pabellón y devueltos al pabellón Nº 6, confinados a un Régimen de Castigo y Aislamiento, bajo el argumento-comodín de "...por razones de seguridad..." mientras tanto se nos niega todo tipo de comunicación con el exterior sin explicación alguna y contraviniendo las propias normativas que rigen para todxs lxs presxs en Argentina.

El argumento de que somos terroristas empieza a ser recurrente en el lenguaje de la policía que opera en la unidad, y con ello se permiten y justifican cada una de las medidas en nuestra contra. Se nos requisa la ropa, los libros, fanzines y revistas, también lápices y documentación personal. Se nos aisla con régimen de castigo por "ordenes superiores".. No se nos respeta el derecho a Visita y se nos hostiga con requisas diarias y barroteo continuo (golpe con fierros en los garrotes para cerciorarse que no hay cortes). Son el Comisario Saldia, el sub Comisario Riquelme, el Principal Mauro los encargados de implementar las ordenes impartidas por el Jefe Provincial de todo el Servicio Carcelario de Neuquén; pasando por encima de la resolución judicial que indica que debemos ser tratados del mismo modo que cualquier otra persona.

2- Nuestra situación judicial actual en la Argentina comprende 3 procesos:

- Portación de Arma de Guerra (justicia provincial)
- Petición de refugio humanitario (justicia federal)
- Expulsión (justicia federal)

Cada proceso corre en forma paralela y con tiempos propios, en este sentido nadie aun puede adelantar resoluciones o interpretar certera o equívocamente el destino de cada proceso.

En esta línea Reafirmamos nuestra decisión de Solicitar, Tramitar hasta las ultimas consecuencias nuestro derecho de Refugio humanitario, puesto que la realidad de represión Social y persecución Política en Chile es innegable y así como se persigue y reprime al Pueblo Nación Mapuche y su lucha por libre determinación, también se reprime y persigue a los sectores organizados de Combatientes Populares venidos del Pueblo Pobre Chileno en su lucha por emanciparse del Yugo del Capital Salvaje, destructor de vidas y del planeta entero.

Somos Perseguidos por creer en la Revolución Social, por querer Vivir con Autonomía, en Comunidad, sin la Presión Tortuosa del trabajo Asalariado, por hermanarnos con Otros Pueblos que luchan; Somos Perseguidos porque vivimos en la realidad diaria de Resistencia al Estado Policial chileno y no cobijados en la Formalidad institucional de los Viejos Grupos partidarios de izquierda y de Derechos Humanos que hoy funcionan al Alero de una Democracia para ricxs, Traficando con la historia de lucha y negando todas las actuales formas de Combate anti capitalista que se dan al otro lado de la cordillera.

El Principal logro de la Represión y el control social esta en hacerse cotidiano e invisible y así avanza insensibilizando a la gente, impidiendo la solidaridad Colectiva. En este sentido pedimos una mirada con atención a cerca de la situación social en Chile, particularmente el comportamiento de las Policías, lxs Jueces, las Prisiones, las movilizaciones Sociales... Mirar para comprender mas y mejor como se vive en este barrio llamado Latinoamérica, y como podemos estrechar manos que continúen Fortaleciendo la Fraternidad histórica de los Pueblos en lucha. Tejiendo Redes, rompiendo Fronteras, compartiendo vivencias, hermanando experiencias.

3- Agradecemos cada una de las muestras de cariño, preocupación, Solidaridad Activa y compromiso permanente de mucha gente que incluso físicamente no conocemos. Del mismo modo convocamos e invitamos a todas y todos lxs que sientan y quieran aportar, que lo hagan como mas les represente, reivindicando el derecho a vivir Libres y Dignxs, informando, preguntando, difundiendo, nuestra situación y la de todxs lxs presxs del capitalismo y sus estados.

Aun permanecemos en Celdas-Buzones, AUN reímos y soñamos una Vida Feliz!!

¡¡Solo la lucha nos hace libres!!
¡¡Mientras exista miseria habrá rebelión!!
¡¡NO A LA EXPULSIÓN- Refugio humanitario YA!!

Freddy Fuentevilla Saa
Marcelo Villaroel Sepúlveda
Prisioneros Políticos Miristas y Libertarios
8 de julio de 2008- Neuquén- Argentina

Sab, 12/07/2008 – 13:32
tutti i contenuti del sito sono no-copyright e ne incentiviamo la diffusione