Settimo comunicato di Freddy e Marcelo

I compagni, che continuano a stare in isolamento e senza diritto ai colloqui, fanno pervenire alla rete di appoggio il seguente comunicato.

Alle reti d'appoggio, alle nostre famiglie, a tutte e tutti!

  • Di nuovo, dalla Unidad de detención Nº11 di Neuquén (Argentina), scriviamo queste righe che evadono e viaggiano per salutare tutti i nostri, amici e compagni di strada, famiglie e persone che ci accompagnano in questo difficile e intenso momento in cui dobbiamo lottare le 24 ore per preservarci vivi, forti e degni nel mezzo dei continui attacchi che vengono dallo stato di polizia cileno, con la complicità attuale della polizia provinciale di Neuquén, qui in Argentina.
  • E' da oltre un mese che, con l'eccezione di 3 giorni, siamo rinchiusi 24 ore su 24, senza vedere la luce naturale, con restrizioni a vedere altri detenuti di questa unità e sotto un regime di "massima sicurezza" per essere considerati "detenuti terroristi". Con questo motivo vengono giustificate tutte le misure di persecuzione quotidiana, sorvolando alla grande tutti i diritti concessi dalle leggi argentine ai detenuti.
  • Dal punto di vista giuridico, il nostro "reato" -porto e detenzione di armi- è frequente in Argentina, pertanto consideriamo che debba essere trattato in quanto tale. Tuttavia la realtà supera sempre qualsiasi legalità, la quale viene utilizzata ad uso e consumo delle classi dominanti.
  • Siamo provati da tanti colpi, diffamazioni e persecuzioni. Provati ma non abituati. Preparati, pronti, ma non dediti a divenire carne da carcere. Sappiamo che si tratta del costo da pagare per voler vivere liberi e felici. E' il costo che hanno dovuto pagare migliaia di proletari nella storia, in questa guerra di classe che non abbiamo iniziato noi, ma della quale siamo parte attiva e che porteremo avanti fino alla fine dei nostri giorni.
  • Resistiamo a far parte del paesaggio deprimente del sistema carcerario, così come non rinneghiamo le nostre vite consegnate con orgoglio alla lotta sovversiva. Consideriamo la persecuzione e la punizione come un messaggio diretto di criminalizzazione verso tutti coloro che lottano contro lo Stato e il Capitale, sprezzanti carcerieri di tutti i tentativi d'emancipazione. Accettiamo questa nuova sfida che c'impone la vita come la certezza di saperci affratellati ed accompagnati da un'infinita rete di donne e uomini che da diverse parti del mondo propongono, diffondono, apportano ed agiscono per ottenere la nostra liberazione.
  • E' in questo cammino che oggi vogliamo stringere un abbraccio sincero a tutte le persone coscienti della nostra complessa situazione, in questa giornata internazionale di solidarietà attiva con la nostra causa, con il fine di sostenerci nella nostra richiesta di rifugio umanitario per poter affrontare e denunciare il carattere socialfascista della democrazia cilena al comando della signora Michelle Bachelet.
  • La concertazione democratica, ovvero la coalizione di partiti di centrosinistra che governa il Cile da 18 anni lo fa in concomitanza con la destra più conservatrice, ideologicamente sostenitrice della dittatura di Pinochet. Lo fa mantenendo lo stesso ordine giuridico-politico basato sulla costituzione del 1980 e che serve da supporto legale per il mantenimento di una serie di leggi repressive e sotto un discorso civico che ha sempre preteso delegittimare le espressioni organizzate di malcontento. In fondo, in nome della pace sociale vengono sostenuti argomenti che riaffermano il diritto dello stato ad esercitare la violenza repressiva.
  • L'istituzionalità democratica (Stato di polizia), nata nel 1990 con tutti i crismi autoritari ereditati fino ad oggi dal dispotismo di Pinochet, che ci si è portati dietro in maniera sfacciata dai governi della concertazione ha costruito una immagine internazionale del Cile quale esempio di transizione dalla dittatura alla democrazia. Ma la realtà interna ci mostra un paese che affronta una quotidianità di sfruttamento capitalista che mantiene sottomessa in una vita di merda la gran parte dei 16 milioni di abitanti del Cile.
  • Un esempio sul costo della vita: 1 chilo di pane in Cile equivale a 8.5 pesos argentini, una bombola di gas di 15 chili a 90 pesos argentini, un affitto a 700 pesos quando il salario minimo di cui vive la gran parte delle famiglie proletarie si aggira sugli 850 pesos. Tenendo conto che in Cile è quasi tutto più caro, di quale equità e giustizia sociale ci parlano i capitalisti? Quella che li favorisce nei loro lucrosi investimenti?
  • Allo stesso modo la protesta sociale e la ribellione popolare vengono considerate "delinquenza". I nuclei ed i gruppi organizzati sotto pensieri e ideologie proletarie di liberazione vengono considerati "terroristi"; per essi viene applicata la drastica e temuta Ley Antiterrorista (18314)promulgata nel 1984, in piena dittatura, che è servita ad arrestare e processare in democrazia più di 600 persone legate ad organizzazioni rivoluzionarie. Dal 2000, quando andò al potere Ricardo Lagos, questa legge è stata utilizzata per arrestare numerosi attivisti, militanti, dirigenti e autorità ancestrali del popolo-nazione mapuche.
  • Così stanno le cose ed in pieno vigore e competenza della "giustizia militare", che processa e condanna civili, dobbiamo comprendere che l'armamentario contro-insorgente e antisovversivo è ben oliato fin nei suoi più fini dettagli. Ed il sistema carcerario cileno è quello nel quale si è più investito, come luogo di annullamento sicuro che chiunque osi o pretenda ribellarsi.
  • E' questo il posto che ci attende se non riusciamo a restare in Argentina e poter ricostruire così le nostre vite, con le nostre famiglie, senza persecuzione permanente da parte della polizia e dei suoi servizi d'intelligence. Per questo lottiamo e ci appelliamo a tutti coloro che ci accompagnano e ci sostengono.
  • Per mettere a nudo e denunciare il carattere socialfascista del governo della Bachelet, il suo sistema giuridico-politico-penitenziario, il suo stato di polizia e le sue procure militari! Per rivendicare la lotta per l'abolizione delle carceri, la solidarietà permanente verso tutti i detenuti e detenute, che vogliamo fuori, vivi e liberi!

Solidarietà attiva a tutti i/le prigionieri/e!
No all'espulsione, Sì al rifugio umanitario!

Solo la lotta ci rende liberi!
Fino a che ci sarà miseria, ci sarà ribellione!

Freddy Fuentevilla Saa
Marcelo Villaroel Sepulveda
Prigionieri politici miristi e libertari d'origine cilena

Unidad de Detención Provincial Nº11
Neuquén
Patagonia Argentina

Martedi 15 luglio 2008


LOS KOMPAS SIGUEN EN CELDAS BUZON, ES DECIR ENCERRADOS LAS 24HS, SIN
VISITAS, SIENDO EL UNICO CONTACTO LXS COMPAÑERXS DE ZAINUCO, QUIENES
ACERCAN LOS COMUNICADOS A LA RED DE APOYO PARA SU DIFUSION

COMUNICADO PUBLICO Nº 7

A las redes de Apoyo, a nuestras familias , a todas y todos!!

• Una vez mas, desde la unidad de detención Nº11 en Neuquen,
escribimos estas letras que se fugan y viajan para saludar a todxs lxs
nuestros, amigxs y compañerxs de ruta, familias y personas que nos
acompañan en este instante difícil e intenso en el que debemos
combatir las 24hs para preservarnos vivos, fuertes y dignos en medio
de los continuos embates venidos del estado policial chileno y en
actual complicidad con la policía provincial de Neuquen, acá en
argentina.
• Hace ya un mes, con excepción de 3 días, nos mantienen 24 hs
encerrados, sin ver luz natural, con un vinculo mínimo con las demás
personas detenidas en esta unidad y bajo un regimen de "alta
seguridad" por ser considerados "presos terroristas". Con este
argumento todas las medidas de hostigamiento diario se justifican
pasando por encima de todos los derechos que se consignan en las leyes
argentinas para todas las personas presas.
• Desde el punto de vista jurídico, nuestro "delito" es habitual
en Argentina: la portacion de armas y nosotros consideramos que
debiera tratárselos en concordancia con la proporción del hecho por el
que se nos juzga. Sin embargo la realidad sobrepasa siempre cualquier
legalidad que, a su vez, es usada a gusto y conveniencia de las clases
dominantes.
• Estamos curtidos de tanto golpe, difamación, hostigamiento y
persecución. Curtidos mas no acostumbrados. Preparados, dispuestos,
mas no adictos a ser carne de presidio. Pero sabemos que es el costo
que hay que pagar por querer vivir libres y felices. Es el costo que
han debido pagar cientos de miles de proletarios a lo largo de la
historia, en esta guerra de clases que no empezamos nosotrxs, pero de
la que somos parte activa y que llevaremos hasta el fin de nuestros
días.
• Nos resistimos a naturalizarnos como parte del paisaje
deprimente del sistema carcelario, así como no renegamos de nuestras
vidas entregadas con orgullo a la lucha subversiva. Asumimos nuestra
persecución y castigo como un mensaje directo de criminalización de
todxs lxs que luchan de frente contra el Estado y el Kapital, verdugos
carceleros permanentes de todos los intentos de emancipación. Asumimos
este nuevo desafío que nos impone la vida con la certeza de sabernos
hermanados y acompañados por una red infinita de mujeres y hombres que
desde diferentes trincheras y lugares del mundo proponen, difunden,
aportan y accionan en pos de nuestra liberación.
• Es en este camino que hoy queremos estrecharnos en un abrazo
sincero con toda la gente conciente de nuestra compleja situación que
se convoca hoy para esta jornada internacional de Solidaridad Activa
con nuestra causa que tiene por finalidad apoyarnos en nuestra
petición de Refugio humanitario y asi confrontar y denunciar el
carácter social fascista de la democracia chilena al mando de la
señora Michelle Bachelet.
• La concertación democrática, coalición de partidos de centro
izquierda que gobierna en Chile hace ya 18 años, la hace en
concomitancia con la derecha mas conservadora y sostenedora ideológica
de la dictadura de Pinochet. Lo hace manteniendo el mismo orden
jurídico-político basado en la constitución de 1980 y que sirve como
soporte legal para la mantención de una serie de leyes represivas y
bajo un discurso cívico, que siempre ha pretendido deslegitimar las
expresiones organizadas de descontento, se exponen los argumentos que
reafirman el derecho del estado a ejercer la violencia represiva en
nombre de la paz social.
• La institucionalidad democrática (Estado Policial) nacido en
1990 con todos los enclaves autoritarios heredados hasta hoy de
despotismo pinochetista y arrastrados descaradamente por los gobiernos
concertacionistas han construido una imagen internacional de Chile
como ejemplo de transición entre dictadura y democracia. Sin embargo
la realidad interna nos muestra un país altamente confrontado en una
cotidianeidad de explotación capitalista que mantiene sometido en una
vida de mierda a la inmensa mayoría de los 16 millones de habitantes
que tiene Chile.
• Por ejemplo, hablando del costo de la vida: 1 kilo de pan en
chile equivale a $8.5 en Argentina. Una garrafa de gas de 15kg cuesta
$90 argentinos. Un alquiler promedio es de $700 y el sueldo mínimo con
el que viven la mayoría de las familias proletarias ronda los $850.
Teniendo en cuenta que en chile casi todo es mas caro, ¿de que equidad
y justicia social nos hablan lxs capitalistas?, por supuesto, solo la
que los favorece a ellxs y a sus jugosas inversiones.
• Asimismo la protesta social y la Rebeldía Popular es
considerada "Delincuencia". Los núcleos y grupos organizados al alero
de pensamientos e ideologías proletarias de liberación son
considerados "terroristas" y se les aplica la drástica y temida Ley
antiterrorista (18314) formulada en 1984, en plena dictadura, y que ha
servido para encarcelar y procesar en Democracia a mas de 600 personas
vinculadas a organizaciones revolucionarias y desde el 2000 en que
asumió Ricardo Lagos, también esta ley se ha usado para encarcelar a
numerosos activistas, militantes, dirigentes y autoridades ancestrales
del Pueblo Nación Mapuche.
• Así las cosas y con la plena vigencia y competencia de la
"justicia militar" que juzga, procesa y condena a civiles, debemos
comprender que la maquinaria contrainsurgente i antisubversiva esta
aceitada hasta en sus mas diminutas piezas. Siendo el sistema
carcelario chileno donde mas se ha invertido, como lugar de
aniquilamiento seguro para todo aquel que ose o pretenda rebelarse.
• Es este el lugar que nos espera de no lograr nuestro objetivo
de quedarnos en argentina y poder así reconstruir nuestras vidas, con
nuestras familias, sin persecución ni hostigamiento permanente de las
policías y sus servicios de inteligencia. Por esto peleamos y
convocamos a todxs lxs que nos acompañan y apoyan.
• A desnudar y denunciar el carácter social fascista del
gobierno de la Bachelet, su sistema jurídico-político-penitenciario,
su estado policial y sus fiscalias militares!! A reivindicar la lucha
por la abolición de las karceles y la permanente solidaridad con todxs
lxs presxs, a quienes queremos en la kalle, vivxs y libres!!

¡¡Solidaridad Activa con todos lxs presxs!!
¡¡No a la expulsión, Si al refugio humanitario!!

¡¡Solo la lucha nos hace libres!!
¡¡Mientras exista Miseria habrá Rebelión!!

Freddy Fuentevilla Saa
Marcelo Villaroel Sepulveda
Prisioneros políticos miristas y libertarios de origen chileno

Unidad de Detención Provincial Nº11, Neuken, Patagonia Argentina
Martes 15de Julio de 2008

Mer, 16/07/2008 – 15:59
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