1° Maggio di lotta a Livorno: striscioni in città e presidio contro il lavoro festivo

1 maggio non si lavoraQuesta mattina i compagni di alcuni collettivi politici e sindacali livornesi riuniti sotto la sigla #boicottalosfruttamento hanno celebrato il Primo Maggio con iniziative articolate tramite affissioni di striscioni, presidi, e anche un volantinaggio fuori da un supermercato cittadino aperto in questa data simbolo delle lotte per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.

Tra gli striscioni, oltre a uno contro il lavoro nel giorno festivo, anche uno contro il Jobs Act di Renzi, uno contro Cgil-Cisl-Uil, e uno per Federico Aldrovandi e contro i poliziotti che hanno applaudito i colleghi che l’hanno ucciso.

Redazione – 1 maggio 2014

Di seguito il testo del volantino distribuito fuori dal supermercato.

Il lavoro nei giorni di riposo settimanali e nei festivi è una questione che riguarda sempre più lavoratori in tutta Italia.

Ad essere privati di questo fondamentale diritto conquistato con dure lotte decenni fa, sono principalmente i lavoratori del commercio e della distribuzione, grazie a veri e propri colpi di mano, che negli ultimi vent’anni, governi di ogni colore, hanno tentato di fare. Senza stare qui a ripercorrere tutta la cronistoria che ha visto liberalizzati gli orari di apertura degli esercizi commerciali, basta solo ricordare l’ultima e sicuramente più efficace manovra: il famoso decreto “Salva Italia” (entrato in vigore nel gennaio del 2012) del governo Monti, che, tra le altre cose, liberalizzava completamente i giorni e gli orari d’apertura di qualsiasi esercizio commerciale.no jobs act no renzi

La crisi del commercio non è collegata alle aperture domenicali e festive e alla liberalizzazione degli orari, ma alla mancanza di reddito diretto e indiretto dei consumatori. Il decreto “Salva Italia”, infatti, non ha per niente determinato una crescita occupazionale bensì la chiusura di migliaia di esercizi commerciali e per i lavoratori aumento dei carichi di lavoro, maggiore precarietà, flessibilità, salari da fame, annientamento del rispetto dei tempi di vita e di lavoro, del riposo domenicale e festivo. In un settore già caratterizzato dall’utilizzo sfrenato di contratti part-time e da una enorme disinvoltura nella gestione dei turni (spesso definiti giorno per giorno), le aperture domenicali e festive si configurano come l’ennesimo attacco alla vita sociale e familiare delle lavoratrici e dei lavoratori, che lavorano tanto e male, percependo salari bassissimi e non riuscendo a passare con le proprie famiglie nemmeno i giorni di festa.

cgilcisluilservi_È questa la direzione in cui vanno le aperture domenicali e festive: aumento dei carichi di lavoro, netto peggioramento delle condizioni di vita delle lavoratrici e dei lavoratori.

Non possiamo far altro che opporci a tutto ciò.

IL 1 MAGGIO NON SI COMPRA NÉ SI LAVORA!

#Boicottalosfruttamento

sap infami

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