Prodi miraggi petroliferi

Di Luca Pardi, da http://aspoitalia.wordpress.com/

prodi

“L’Italia non è povera di petrolio e di metano, ma assurdamente, preferisce importarli piuttosto che aumentare la produzione interna. Nell’ultimo decennio abbiamo pagato all’estero 500 miliardi di euro per procurarci la necessaria energia. Un lusso che non possiamo più permetterci.”.

In un articolo uscito il 18 maggio su Il Messaggero, il prof. Romano Prodi, parlando del mancato sfruttamento delle risorse di idrocarburi (gas e petrolio) italiani, si rammarica per l’occasione perduta. Prodi afferma che potremmo arrivare ad una produzione di idrocarburi di 22 Mtep di produzione (annua) entro il 2020, corrispondente ad un raddoppio della produzione attuale. Tali affermazioni tendono a far apparire permanenti acquisizioni che sono in realtà l’ennesima una tantum ai danni dell’ambiente e forse anche delle tasche dei cittadini. Il quadro delle riserve provate di idrocarburi secondo la BP statistical review 2013 è riportato nella seguente tabella..

Riserve, consumi e produzione di idrocarburi in Italia in Mtepa.

(dati BP statistical review 2013)

riserve provate

consumo annuo 2012

riserve/consumo

produzione

Petrolio

186

64,0

3 anni

5,4

Gas

47,8

61,8

9 mesi

7,0

Totale

234

125,8

a tep = tonnellate equivalenti di petrolio 1 tep = 7,4 barili. 1 m3 gas naturale = 8.69 10-4 tep

.

Le riserve italiane di gas naturale ammontavano nel 2012 a 55 miliardi di metri cubi. Equivalenti a 47.8 Mtep. Le riserve provate di petrolio riportate nella stessa review ammontano a 1.4 miliardi di barili pari a 186 Mtep. Una quantità considerevole, ma sempre piccola se confrontata ai consumi del paese. Nella stessa tabella sono riportati i consumi nazionali di idrocarburi e il rapporto fra riserve e consumi che indica approssimativamente la durata di queste riserve, al livello di consumo attuale se, idealmente, venissero interamente estratte. L’ultima colonna della tabella riporta la produzione nazionale annua di idrocarburi. Al tasso di produzione attuale, pari a circa 12 Mtep anno le riserve si esaurirebbero in 19 anni circa. Se raddoppiassimo il tasso annuo di estrazione la durata si dimezzerebbe. Di fronte a queste considerazioni generalmente i petrolieri estraggono l’asso dalla manica: la crescita delle riserve. Esaminiamo anche questo aspetto. In Figura 1 è riportata l’evoluzione storica della consistenza delle riserve provate di gas italiano dal 1980 al 2012 in migliaia di miliardi di metri cubi (Trilioni di m3). Non ci sono dubbi le riserve di gas sono stazionarie da 5 anni e corrispondono a meno del 40% di quelle del 1980.

riservegasitaliaPer quanto riguarda il petrolio la situazione è quella riportata in Figura 2. Le riserve sono effettivamente cresciute considerevolmente, ma ad un livello comunque ben poco entusiasmante. Come abbiamo visto nella Tabella precedente, le attuali riserve corrispondono al consumo di soli tre anni.

riservepetrolioitalia

Ci sono inoltre le questioni legate all’effettiva possibilità di estrarre il 100% delle riserve dichiarate. Come noto, solo una parte delle riserve provate sono economicamente estraibili.

Il paese da qualche anno è sottoposto ad una incessante propaganda pro energia fossile. Ne abbiamo parlato recentemente in relazione al tentativo di far assumere impegni ai governi europei in materia di sfruttamento delle risorse fossili non convenzionali con il metodo della fratturazione idraulica.

Il martellamento mediatico serve di solito a far diventare verità accertata fenomeni che sarebbero motivo di dibattito e sottoporre a dibattito fenomeni che sono scientificamente accertati (si veda il caso del battage negazionista sul riscaldamento climatico globale).

Venerdì scorso, sul magazine del Corriere della Sera, Jean Marie Colombani se la prendeva con la politica energetica europea ripetendo acriticamente la solita litania della raggiunta indipendenza energetica degli Stati Uniti. Un mito che, nella mente delle persone, sta diventando realtà semplicemente grazie al fatto di essere ripetuto. Abbiamo sentito, grazie al servizio della trasmissione di Rai 3 Report, sullo shale gas il presidente Amato (Giuliano) affermare senza tentennamenti che in tre anni gli USA avrebbero raggiunto l’autosufficienza energetica. Affermazioni che sappiamo essere prive di un minimo di razionalità, ma che hanno l’effetto di diventare convincenti solo grazie a chi le pronuncia. Oggi è arrivato il turno del prof Prodi con le sue “Occasioni perdute”. Il prof Prodi si sta meritevolmente occupando in questi mesi dell’emergenza del lago Chad la cui scomparsa imminente è una delle tante catastrofi indotte dalle emissioni di CO2, e ora come un Mr Hyde si presenta con il suo spot pro-fossili.

Stiamo effettivamente perdendo molte occasioni in Italia, in Europa e nel Mondo intero, ma la più grande è proprio quella di non aver la capacità di abbandonare il modello energetico basato sull’uso indiscriminato delle fonti fossili. Un modello comunque destinato a terminare per il progressivo venire meno del petrolio e del gas. Un modello i cui benefici sono ormai tutti nel passato e i cui costi continueremo a pagare per generazioni a venire.

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