[Empoli] Sciopero e presidio dei lavoratori in appalto

Licenziati e poi assunti di nuovo in una situazione paradossale che va avanti ormai da quattro anni. Adesso, però, trenta operai di una cooperativa che lavora in appalto per la D+F di Spicchio, azienda del gruppo Bindi di Milano che produce prodotti di pasticceria per la colazione, hanno deciso di dire basta e stamani (martedì) hanno scioperato per due ore, rimanendo in presidio davanti alla sede di via Limitese.

I dipendenti minacciano di restare le braccia incrociate fino a quando i vertici aziendali non si siederanno ad un tavolo per parlare della situazione che li tiene in scacco ormai da troppo tempo.

Lo stabilimento di Limite conta 100 dipendenti, 30 di questi si occupano di mansioni particolari come la pulizia dei macchinari e delle celle ma anche dell’inscatolamento dei prodotti finiti. La politica dell’azienda è stata quella di delegare questa fase della produzione alle cooperative. Niente di strano, se non il fatto che in quattro anni i 30 operai si sono ritrovati assunti e licenziati da quattro cooperative diverse, cambiate dall’azienda, che si sono succedute nell’incarico. Questo ha creato non poca confusione ma soprattutto ha finito per gravare in prima persona sugli operai che hanno perso tutti i diritti che spetterebbero ad un normale lavoratore. «I continui cambi di appalti – spiega Matteo Cesari, delegato Rsa della Logic (di fatto l’attuale cooperativa che gestisce il loro lavoro all’interno dell’azienda) – ci fanno perdere i nostri diritti. Non maturiamo gli scatti di anzianità, i permessi, niente di niente di ciò che ci spetterebbe perché di fatto il datore di lavoro chiude e riapre sotto altre spoglie. In quattro anni abbiamo subito, spesso senza preavvisi, il cambio repentino di quattro cooperative. Il problema è stato anche il fatto che ci sono stati brevi periodi in cui siamo rimasti fermi, senza lavorare, ma l’azienda non ha chiesto neppure la cassa integrazione, senza capire sinceramente il perché.

Di fatto siamo rimasti giorni senza lavorare e senza ammortizzatori sociali, stiamo pagando in prima persona le scelte politiche dell’azienda madre. Per giunta le ore che siamo rimasti a casa perché disoccupati, ci sono state considerate come ferie. Il colmo».Alla protesta messa in piedi dagli operai davanti all’azienda è intervenuto anche il sindacato nelle vesti della Filcams Cgil di Empoli che sta portando avanti la battaglia. «Quello che vogliamo ottenere è in primis un incontro con i vertici aziendali – sottolinea Massimiliano Fabozzi del sindacato – per cercare di capire il perché di questi cambi frequenti e repentini di cooperative.

Da parte nostra ci impegniamo a portare avanti questa battaglia e speriamo che a settembre, in un tavolo che vogliamo creare tra lavoratori e azienda, si trovi una soluzione definitiva. Perché cambiando cooperativa di continuo si va solo a ledere la dignità dei lavoratori».

Fonte : Il Tirreno

da Clash Worker

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