Repressione sindacale a Ponte a Niccheri: la Asl 10 trasferisce un delegato Cobas
GRAVE EPISODIO DI REPRESSIONE DELLE LIBERTA’ SINDACALI
DIREZIONE DELL’ASL 10 TRASFERISCE FUORI DALL’OSPEDALE DI PONTE A NICCHERI UN RAPPRESENTANTE SINDACALE COBAS CON L’INTENTO DI IMPEDIRNE E LIMITARNE L’AZIONE.
UN ATTO RITORSIVO, DISCRIMINATORIO E INTIMIDATORIO!!!
Da alcuni settimane i COBAS dell’ASL 10 sono impegnati a contrastare lo smantellamento dell’Ospedale di Ponte a Niccheri cercando di impedire la chiusura del punto prelievi, il trasferimento della sierologia, il continuo taglio dei posti letto e il persistente blocco degli organici dovuto al blocco delle assunzioni, l’aumento dei carichi di lavoro, il peggioramento della qualità dei presidi, l’utilizzo scorretto di molti istituti contrattuali, l’aumento delle liste di attesa dovute ai tagli di personale e al sottoutilizzo dei comparti di sala operatori.
Uno smantellamento in grande stile accompagnato da un decadimento dei servizi a favore di un mercato privato sempre più alla ricerca di nuovi profitti.
Non è piaciuta alla Direzione aziendale che Andrea Calò, dirigente sindacale provinciale e aziendale dei Cobas, sia in prima linea in questa azione di contrasto, che lo faccia proprio da dentro l’ospedale che sono intenzionati a ridimensionare e che trovi sempre più consenso fra i lavoratori.
Non è piaciuto alla Direzione aziendale che i Cobas continuassero a denunciare le esternalizzazioni e gli appalti, la logica spartitoria negli assetti dirigenziali, la cessione di servizi e attività alle lobbie delle associazioni del volontariato e/o l’ingresso del terzo settore al 118 e sull’emergenze territoriali.
Ma soprattutto al Direttore Generale & soci non è piaciuto che riprendesse fiato un sindacato che rompe la luna di miele che c’è con CGIL, CISL,UIL, la loro subalternità e complicità, che sveglia una RSU inesistente e che contrasta i soprusi, le continue violazioni contrattuali sui diritti, che respinge intimidazioni, ricatti e che non chiude gli occhi allo strapotere.
Quindi il Direttore Generale, con la complicità di qualche scherano alla ricerca di una riconferma della propria posizione organizzativa, ha pensato bene di deportare Andrea Calò lontano da Ponte a Niccheri, in un luogo dove non ci sia contatto con gli altri lavoratori. Un tentativo di relegarlo al “confino”, in un qualche ufficio isolato dove gli sarà impossibile svolgere alcunché di attività sindacale e di denunciare le malefatte della Direzione. (con le dovute differenze, la logica ricorda quanto accadeva negli anni ’50 del secolo scorso alla Fiat, con la famosa “officina 24”). Insomma colpirne uno per educarne cento.
Ma il Direttore Generale ha fatto male i conti perché il provvedimento, emesso in fretta e furia, ha una evidente natura ritorsiva, intimidatoria, discriminatoria e comunque lesiva dei diritti contrattuali e soprattutto di ciò che prevede lo Statuto dei Lavoratori ( Legge 300/70) ed è quindi illecito.
I COBAS hanno così deciso di impugnare, insieme al lavoratore, il trasferimento coattivo, chiedendo all’azienda di avere la ragionevolezza di annullare l’atto e di riportare il lavoratore al suo luogo di assegnazione precedente. In caso contrario non resteranno che le vie giudiziarie che saranno sostenute presso il Tribunale competente, chiedendo il rispetto di quanto prevede lo Statuto dei Lavoratori e il contratto di lavoro.
Stiano tranquilli il Dr. Paolo Marchese Morello & Soci che i COBAS continueranno, senza lasciarsi intimidire, ad esercitare l’azione sindacale A TUTELA DI LAVORATORI E UTENTI E A DIFESA DEL SERVIZI SANITARIO PUBBLICO
Firenze 30 luglio 2014
Cobas ASL 10
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