#16O: Chi ha paura della verità?

Riceviamo e pubblichiamo da Movimento di Lotta per la Casa:

Giovedì mattina centinaia di studenti sono scesi in piazza contro la “buona scuola” renziana, il lavoro gratuito, le privatizzazioni e la precarietà a cui intere generazione sono state condannate.La questura già dal concentramento in piazza S. Marco ha palesato la sua intenzione di negare agli studenti la libertà di manifestare, blindando le vie di uscita dalla piazza con sbarramenti di celere e camionette di polizia e carabinieri.

“Il corteo, dopo essere stato costretto dalle forze dell’ordine a un ridicolo girotondo per le vie del centro, ha cercato di evitare i blocchi imposti con spiegazioni al limite del ridicolo dai carabinieri, e intravedendo via della Vigna Nuova sguarnita con determinazione si è preso la libertà di sfuggire al controllo imposto. La reazione non si è fatta attendere e al tentativo hanno risposto dapprima agenti DIGOS spintonando via i ragazzi, poi con due cariche di alleggerimento i carabinieri hanno fatto indietreggiare i cordoni degli studenti scontrandosi con la loro giusta rabbia.”

La verità su quella giornata è stata già ben descritta nel comunicato diffuso dagli studenti e ignorato dai media, troppo impegnati fin dal giorno dopo a dare spazio alla versione delirante e ipocrita diffusa dalla questura. Un racconto ridicolo che ci chiama in causa e accusa il Movimento di lotta per la casa di aver preso con la forza la testa del corteo per poi attaccare un cordone di forze dell’ordine.

Impossibile non prendere parola di fronte a così tanta falsità. Se oggi scriviamo queste righe non è certo per prendere le distanze da chi giustamente in quella giornata si è messo in gioco a difesa della libertà di movimento e ha sfidato con coraggio un vergognoso e vigliacco dispositivo di polizia: gli studenti caricati giovedì hanno tutta la nostra solidarietà, e qualsiasi lotta di chi oggi alza la testa di fronte alla macelleria sociale del governo Renzi avrà sempre il nostro sostegno e la nostra complicità.

E’ con questo spirito, e non certo quello della strumentalizzazione (tanto meno della sovradeterminazione), che alcuni nostri compagni giovedì erano in piazza con gli studenti, come nel pomeriggio eravamo con gli operai dell’area dell’osmannoro. Un fatto che solo sulle pagine de La Repubblica diventa un fatto scandaloso. Un fatto normale, invece, che si spiega dentro un rapporto reciproco di appoggio che il movimento quotidianamente costruisce con gli studenti, con i lavoratori in lotta, con i comitati contro la devastazione del territorio e le nocività. Una ricchezza che si è verificata in tutte le più importanti iniziative di lotta dell’ultimo anno in città.

La convergenza tra lotte che vedono soggetti sociali diversi mobilitarsi contro gli effetti devastanti della crisi evidentemente preoccupa molto chi governa, che oggi cerca di arginare questo processo con una valanga di menzogne e una buona dose di manganellate.

Al di là delle falsità, infatti, quello che i media non dicono è che il 16 ottobre, da Torino a Palermo, questa convergenza si è espressa in centinaia di iniziative di lotta che hanno visto migliaia tra studenti, lavoratori, disoccupati e occupanti di case mobilitarsi uniti contro le politiche del governo Renzi nella giornata auto-convocata di “sciopero sociale”.

Solo a Firenze la giornata ha visto due picchetti anti-sfratto a tutela del diritto alla casa per chi non può permettersi un affitto, il corteo degli studenti, una protesta di disoccupati e precari contro il caro-vita alla Coop della Piagge e un corteo di lavoratori contro il jobsact.

Insomma, giovedì mattina non abbiamo visto nè orchestrato regie occulte né colpi di mano. Abbiamo visto un corteo arrabbiato di centinaia di studenti frustrato e represso da una questura arrogante e nervosa che pensava di poter comandare una manifestazione come si porta al pascolo un gregge di pecore. Abbiamo visto tantissimi studenti degli istituti tecnici e dei professionali esprimere la voglia di ribellione di una generazione precaria che fin dalla scuola vuole essere abituata al lavoro gratuito. Abbiamo visto tantissimi giovani migranti di prima e seconda generazione portare in piazza la rabbia di chi vive le periferie e si vuole ribellare al futuro di miseria a cui si è già stati condannati: una rabbia non recintabile che in via della Vigna Nuova ha semplicemente cercato di farsi spazio.

Non c’è dubbio che chi ha mentito lo ha fatto sapendo di mentire. Ma se nei palazzi del potere ci dovesse essere qualche credulone, dobbiamo dargli una brutta notizia: a sfidare i divieti della questura e ad affrontare i manganelli della polizia per difendere la propria libertà di movimento non sono stati “i soliti antagonisti della lotta per la casa” ma una nuova generazione meticcia che ha iniziato a ribellarsi alla povertà e allo sfruttamento. E ha già capito che i diritti si conquistano a spinta.

Per quanto ci riguarda, il clima da caccia alle streghe che si sta cercando di costruire intorno ai percorsi di lotta per la casa non ci stupisce. Noi andiamo avanti, continuando a denunciare una Questura che contro i movimenti sociali di questa città sta mettendo in campo gli strumenti repressivi più vili e vergognosi, dalla criminalizzazione a mezzo stampa all’aggressione squadrista passando per divieti a manifestare e manganellate.

Solidarietà agli studenti in lotta!

Libertà di movimento per tutti/e!

Movimento di Lotta per la Casa Firenze

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