Teatro di Cascina: non esiste teatro senza lavoratori e lavoratrici

Con l’ottenuto impegno del Presidente della Fondazione Sipario ONLUS a riesaminare l’intera situazione a fine mese, si è concluso positivamente Giovedì 12 il primo “round” di una vertenza (come ne occorreranno sempre più nel Terzo settore), anche occupazionale, condotta, insieme ad altri, dai Cobas Lavoro privato di Pisa, di cui seguono alcune considerazioni sul settore “cultura”.

I teatri sembrano diventati un lusso che le amministrazioni locali non vogliono piu’ sostenere, un insostenibile costo a carico della cittadinanza.

Noi vogliamo dimostrare l’esatto contrario, perché è scontato che la comunità debba sostenere scuole, istruzioni e sanità fuori dalle logiche cosiddette di mercato: non si fanno profitti sulla salute e sulla istruzione.

Ma a pensarla in questo modo siamo sempre meno e se curarsi è diventato un lusso, un domani andare a teatro potrebbe essere una impresa per pochi e non certo a costi accessibili

I teatri sono strutture complesse dentro le quali operano una molteplicità di figure solo apparentemente non comunicanti : artisti, tecnici, maschere, amministrativi, addette alle pulizie, alla direzione, programmazione e distribuzione degli spettacoli, una moltitudine di figure che si muovono insieme, con tempi e modalità diverse ma risultano tutte indispensabili per mantenere in vita un teatro e le sue attività.

La Fondazione Sipario Onlus è un teatro conosciuto e apprezzato e non solo in Toscana, i suoi spettacoli sono richiesti in lungo e largo nella penisola. La città del teatro di Cascina in questi anni avrebbe meritato un utilizzo migliore e più intensivo ma questa ipotesi non è mai balenata alla Regione Toscana, alle istituzioni locali ed alla stessa Università; la struttura avrebbe bisogno di manutenzione, ma resta uno spazio che, utilizzato a dovere, rappresenterebbe una offerta culturale ragguardevole.

Nel corso degli ultimi dieci anni è stato accumulato un debito che oggi gli enti proprietari non vogliono risanare, anzi con la cancellazione delle Province è rimasto solo il Comune di Cascina a farsi carico di questa struttura che produce una quantità ragguardevole di iniziative.

La direzione della Fondazione ha deciso che il solo modo per contenere le spese è quello di cancellare dei posti di lavoro, i lavoratori e il sindacato la pensano diversamente e presenteranno un piano alternativo di contenimento dei costi.

Ai cittadini chiediamo di sostenere le istanze dei lavoratori e delle lavoratrici perché non prevalgano logiche confindustriali in un luogo deputato alla cultura, perché l’amministrazione comunale rispetti gli impegni di salvaguardare l’occupazione tutta assunti prima di Natale.

Non sono in gioco solo dei posti di lavoro ma lo stravolgimento di un teatro, di un luogo di produzione culturale. Un domani i teatri potrebbero essere concepiti solo per pochi e con una forza- lavoro solo a giornata, malpagata, sotto utilizzata e ricattata da figure manageriali che con la cultura hanno poco a che spartire, scambiando l’universalità della offerta culturale con il business.

da Alternativa di Classe

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