ChemChina compra Pirelli coi soldi della statunitense J.P. Morgan

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Segnaliamo un’ interessante notizia: come si può notare, diversi paesi (e, in particolare, capitali) sono coinvolti in questa acquisizione, dalla Cina all’Italia, dalla Russia agli Usa. Fusioni e acquisizioni al tempo dell’imperialismo globale, dove la concentrazione di capitale aumenta e i grandi gruppi diminuiscono, aumentando però le loro dimensioni.

Generalmente, le grandi acquisizioni da parte di aziende di Stato come ChemChina sono sostenute dalle quattro grandi banche di Stato cinesi. Al contrario l’acquisto – al prezzo di 7,7 miliardi di dollari – di Pirelli da parte del colosso della chimica di Pechino è stato interamente finanziato dalla banca d’affari statunitense J.P. Morgan.

A rivelarlo è il Wall Street Journal, secondo il quale la presenza di J.P. Morgan – in veste di consulente e finanziatrice del mega accordo – potrebbe rispondere a una precisa strategia da parte dei governanti del Partito comunista cinese: spingere le aziende di Stato (SOE) – l’urgenza della riforma delle quali è tornata per l’ennesima volta al centro del dibattito politico a Pechino – a dipendere maggiormente dal mercato e meno dalle banche di Stato nella loro spinta per “diventare globali”.

J.P. Morgan è considerata tra le principali responsabili della crisi che nel 2007-2008 si è abbattuta sul sistema finanziario statunitense e i cui effetti si sono poi propagati in Europa. Nel novembre 2013, la banca d’affari si accordò con il Dipartimento della Giustizia Usa per il pagamento di una multa da 13 miliardi di dollari, per la gestione spericolata di prodotti finanziari basati su mutui ipotecari considerati tra i più tossici all’origine della grande crisi. In quell’occasione J.P. Morgan ammise che i suoi funzionari erano perfettamente consapevoli che i prodotti messi in vendita erano pericolosi, non conformi alle linee guida della società e che stavano ingannando gli investitori che li acquistavano.

Il quotidiano finanziario statunitense ricorda inoltre che negli ultimi mesi (per proteggere il sistema finanziario cinese dagli effetti sui bilanci di insolvenze miliardarie relative ai debiti dei governi locali) le banche di Stato cinesi sono state costrette a far ricorso ai prestiti degli investitori e ciò impedisce loro di essere generose come in passato nel sostegno ai giganti nazionali.

Quello tra ChemChina e Pirelli è il quinto accordo in ordine di grandezza raggiunto tra un’azienda si Stato cinese e un partner straniero.

Ieri sera è stato firmato l’accordo che prevede l’ingresso del colosso chimico ChemChina nella società leader del settore degli pneumatici e che porterà il gruppo controllato dal governo di Pechino a detenere la maggioranza dell’azienda italiana.

Camfin, la finanziaria (al 50% dei russi di Rosneft) che attualmente detiene il 26,193% di Pirelli, venderà il suo intero pacchetto azionario al colosso di Pechino.

Camfin (con un debito di 380 milioni di euro a fine 2013) cederà a ChemChina il pacchetto a 15 euro per azione, per un valore complessivo di 7,7 miliardi di dollari.

Parte dei proventi verrà reinvestita in una newco, partecipata a maggioranza dai cinesi, che materialmente lancerà l’Opa (offerta pubblica di acquisto) su Pirelli”.

Al termine di una serie di complessi passaggi, ai cinesi andrà un pacchetto azionario di maggioranza tra il 50,1% e il 65%, con relativi cambiamenti nell’assetto del management aziendale.

Secondo quanto anticipato dall’agenzia Reuters, Tronchetti Provera rimarrà alla guida del gruppo per cinque anni, fino al 2021. La sede dell’azienda e le tecnologie resterebbero italiane. Si insiste sul fatto che verrebbe preservata l’”italianità” di Pirelli, ma non si hanno notizie sul futuro dei due stabilimenti italiani, di Bollate e Settimo torinese.

L’accordo arriva mentre Continental e Michelin (rivali di Pirelli) stanno cercando opportunità in Asia. L’unione di Pirelli a un colosso di Stato da 36 miliardi di fatturato garantirà al gruppo della Bicocca “cinese” un notevole vantaggio rispetto alle concorrenti, mentre, grazie all’acquisizione di Pirelli,ChemChina acquisirà la tecnologia necessaria per produrre pneumatici di alta gamma.

23 marzo 2015

da http://www.cinaforum.net/

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