Livorno – Borghezio e Questura provocano ma il Coordinamento Lavoratori tira dritto

Borghezio dopo il no del bar Dolly cerca un luogo in centro e vicino al corteo come provocazione. Forse l’iniziativa si terrà all’hotel Granduca.

coordinamento striscione comuneC’è una cosa che balza subito agli occhi in tutta la vicenda della presenza di Borghezio a Livorno ad una iniziativa di campagna elettorale nel tragitto del corteo del Coordinamento Lavoratori: la sfrontatezza. Un corteo preparato con mesi di anticipo coinvolgendo in modo capillare tutte quelle vertenze per il lavoro e tutti quei soggetti in difficoltà che hanno voluto unirsi al coordinamento, si è ritrovato quasi oscurato da questo personaggio di bassa lega. Leggendo i social network, i più accorti hanno definito questo fatto con una definizione sempreverde e che risale ai tempi delle tensioni degli anni ’70: “provocazione”.

Certo, in gergo politico questa è una provocazione. Un soggetto dichiaratamente fascista, offensivo, provocatorio e che istiga all’odio, razziale e non, espulso più volte dall’Europarlamento di Bruxelles per i suoi atteggiamenti xenofobi e famoso solo per gesti come disinfettare vagoni dove sedevano persone di pelle scura, è chiaramente un provocatore. Ma in questo caso pensiamo che da parte di Borghezio e delle istituzioni ci sia stato un salto di qualità. La provocazione non è stata preparata per stanare qualche facinoroso o raccattare qualche denuncia da parte della Questura, questa volta tutto è stato fatto in concomitanza con un corteo di licenziati, disoccupati, precari, sfrattati. È un livello superiore di provocazione.

Vi siete mai chiesti perché ogni sera in tv trovate Salvini a parlare in qualche trasmissione che tratta ininterrottamente di rom? Semplice, per non parlare di altro. E questo a prescindere da cosa uno possa pensare dei rom, dell’immigrazione o della società multiculturale o multirazziale. L’ordine dall’alto è PARLARE DI ALTRO che non sia reddito, lavoro, diritto all’abitare, banche e saccheggio globale. E a Livorno l’ordine è stato recepito perfettamente.

Un paese con un debito che cresce quotidianamente nonostante i tagli sanguinosi perché succhiato da banche e crisi, un paese col 50% di disoccupazione giovanile, 1 milione di posti di lavoro persi dal 2008 e centinaia di sfratti al giorno, un paese dove una piramide di banchieri e faccendieri tira le briciole a politici e giornalisti per drenare le ultime risorse disponibili, potrebbe essere sull’orlo di una rivolta. I Borghezio e i Salvini servono per deviare, per dividere e parlare d’altro.

Giusto quindi il comunicato del Coordinamento che coglie questo punto e dice: “Macché Borghezio, domani parliamo di lavoro, salario e diritti”. È questo che il governo teme, è questo che di conseguenza teme la Questura. Meglio un Borghezio a spargere un po’ di livore e luoghi comuni. Perché per una questura è molto più facile gestire una società in cui un Borghezio convince le persone che se domani ammazziamo tutti gli immigrati ci sarà una casa per tutti gli italiani, rispetto a una società in cui persone ogni giorno provano a rispondere alla crisi e al saccheggio cercando di scovare speculazioni e luoghi abbandonati per dare una casa a chi è per la strada o persone che portano solidarietà ai lavoratori a rischio licenziamento per dare manforte alla loro lotta per la dignità e l’esistenza. Loro preferiscono chi nella crisi spara verso il basso rispetto a coloro che sparano verso l’alto. Anche perché Questura e Prefettura sapevano da settimane di questo evento.

Nel 2006 a Livorno Borghezio ha preso la sua razione. Vedremo, Livorno è una città fantasiosa. Regala sempre spunti inaspettati. Di sicuro il corteo non si lascerà provocare e andrà per la propria strada. Quindi anche noi, come il Coordinamento, invitiamo tutti e tutte a partecipare al corteo, senza timori di scontri che non ci saranno e con la voglia di portare in piazza le proprie idee, il proprio disagio e le proprie soluzioni in modo deciso ma composto.

Redazione – 17 aprile 2015

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MACCHE’ BORGHEZIO, CHE DOMANI SI PARLI DI LAVORO SALARIO DIRITTI. COMUNICATO STAMPA.

Apprendiamo dalla stampa la notizia della revoca del comizio leghista con la presenza di Borghezio presso il bar Dolly in piazza Grande. Un comizio organizzato proprio in una delle piazze che vedrà il passaggio del corteo.

In ogni caso la manifestazione non avrebbe risposto ad alcuna provocazione di questo soggetto.

Rinnoviamo quindi l’invito a tutti i lavoratori e lavoratrici, ai precari, ai disoccupati e alle loro famiglie a partecipare in massa al corteo pacifico ma determinato che rivendicherà lavoro salario e diritti.

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