Il caldo vento che viene dalla gelida Finlandia: l’occupazione dell’Università di Helsinki

Yliopistovaltaus

Esasperati del costante scadimento dell’educazione e dagli indiscriminati tagli alla ricerca, vari attori sociali hanno deciso di occupare l’università di Helsinki. Dopo uno sciopero in vari settori lavorativi, studenti universitari e non, dipendenti dell’università e solidali vari, hanno occupato – venerdì 18 settembre 2015 – l’edificio universitario di Porthania. L’occupazione si è protratta per 8 giorni, risultando così la più lunga della storia della Finlandia.

La scintilla che ha infiammato la prateria è stata certamente lo sciopero coordinato dai sindacati di base: lavoratori delle aziende dei trasporti, porti marittimi, fabbriche varie tra cui quelle dell’industria della carta hanno paralizzato il paese (e la città di Helsinki in particolare) per tutta la giornata di venerdì.
Lo sciopero, in termini tecnici, non era generale, ma è stato comunque supportato da studenti e lavoratori di molti settori. In particolare – nonostante la paralisi del trasporto pubblico – i lavoratori dell’università hanno potuto parteciparvi anche senza scioperare direttamente contro le loro condizioni lavorative. La solidarietà è quindi risultata fortissima, mentre il discorso sui tagli al mondo dell’educazione e della ricerca è stato facilmente diffuso nello sciopero.

Durante la manifestazione l’intenzione di occupare l’università si è diffusa tra studenti, lavoratori e disoccupati. L’occupazione ha così unito un movimento che agisce contro i tagli alla politica di istruzione e di austerità in generale e lavora per la democratizzazione del sistema educativo. Il movimento a livello nazionale comprende il personale e gli studenti di diversa formazione, dall’educazione della prima infanzia fino alle università.
L’occupazione indipendente e politica è partita dalle comunità universitarie contro le politiche di austerity. Allo stesso tempo, è stato anche un contributo nell’ampio fronte contro i tagli ed una dimostrazione di solidarietà con la manifestazione dei sindacati di venerdì. L’occupazione ha comunicato di far parte del movimento universitario internazionale che si oppone alle politiche di austerity e alle riforme dell’educazione orientata al mercato.

I tagli senza precedenti minano drasticamente il ruolo dell’università nella società. Le annunciate trattative coi dipendenti saranno impossibili da effettuare senza distruggere il livello di ricerca e di insegnamento. Soprattutto però, gli occupanti di Porthania mettono in discussione la sostituzione dei finanziamenti statali – sempre più ridotti – con la crescente cooperazione commerciale. Infatti, anziché essere finanziati dalle istituzioni, il governo e la dirigenza dell’Università di Helsinki vorrebbero che i ricercatori venissero sovvenzionati da compagnie, quindi fondi privati per ricavarne profitto. Viene denunciato come sempre più spesso, e definitivamente se il piano di misure dovesse passare, i ricercatori debbano fornire all’Università i risultati delle ricerche che le compagnie vorrebbero utilizzare a scopi commerciali. Se una nuova “scoperta” non riproduce il capitale, non vale la pena di investirvi (e già il termine in sé è chiaro).

Non è molto diverso per gli insegnanti: insegnare quello che vale nella società di oggi, investire su materie che possano un domani dare modo al capitale di riprodursi – un taglio alla filosofia e alle scienze “obsolete”, storie e letterature e linguaggi non globalizzati. Tagliamo piani di studio e cattedre.
La comunità universitaria ha già sofferto di continui tagli dei finanziamenti, di riforme strutturali, di riduzioni di personale e di riforme curriculari durante il precedente governo. Queste riforme fanno parte di una spirale costante di cambiamento e sviluppo che non porta al miglioramento di ricerche, di studi, o della comunità universitaria in sé. Il cambiamento più netto per la posizione sociale dell’università è stata la legge sulle università del 2009, che ha permesso la centralizzazione del potere di gestione dalla comunità universitaria al management e al consiglio dell’Università. Il management (all’inglese, gerarchico e con lo sguardo ai profitti) presso l’Università di Helsinki ha mostrato una risposta acritica del pubblico riguardo ai tagli all’istruzione. Essendo questo inaccettabile  le persone dell’università stanno prendendo i loro spazi per dimostrare che l’autonomia delle università non è in vendita.

Il primo giorno si è immediatamente costituita un assemblea generale nell’aula magna.
I tre aspetti centrali ribaditi dall’assemblea sono stati: a) l’opposizione totale alle politiche di austerity; b) la contrarietà alla volontà di governo e padronato universitario di mantenere una rigida scala gerarchia di potere; c) l’indizione di uno sciopero generale.
Tutto è stato deciso tramite il raggiungimento del pieno consenso. Dopo aver capito gli umori dei partecipanti all’assemblea, è stata quindi stilata una lista di problemi e dei cambiamenti positivi che si desiderano.
La democrazia diretta gestita da lavoratori, insegnanti e studenti dell’università è una priorità per l’assemblea, in contrapposizione alla gerarchia dei poteri detenuti da  cancelliere, rettori, e presidi.
Il movimento che è iniziato dall’occupazione dell’Università di Porthania continua la propria attività attraverso l’organizzazione di assemblee generali, dove saranno effettuati i piani per un attacco che copre l’intero sistema educativo, e per la proclamazione in uno sciopero generale.
Gli occupanti, nonostante la fine dell’occupazione stessa, hanno organizzato un network e lavorano all’organizzazione della protesta. Nuovi e più forti contatti con i sindacati di base, associazioni di lavoratori, e gruppi di studenti di qualsiasi tipo vengono allacciati per allargare la resistenza.

“L’occupazione è stata una delle esperienze più belle della mia vita. Il senso di comunità che ho sperimentato a Porthania mi ha convinto che possiamo ottenere tanto insieme, organizzare e creare un sistema educativo che si basa sui bisogni delle persone, non sul business”, ha detto Leevi Salmi, un partecipante dell’occupazione.
L’occupazione di Porthania incoraggia tutti/e a occupare la propria scuola. Dare alla gente di tutte le età la possibilità di partecipare nella cura e nella presa di decisioni sulle questioni che li riguardano è la migliore istruzione che ci sia.

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