Un report del terzo atto di Class Unions: discussione e comunicati di solidarietà

L’atto terzo di Class Unions, che si è svolto domenica 29 novembre, ha coinvolto una trentina di lavoratori ed Rsu appartenenti a vari settori: metalmeccanico, del commercio, della sanità, delle Poste, del settore chimico e di quello agro-alimentare.

I compagni sono intervenuti focalizzando la discussione sui rinnovi dei contratti nazionali e su altre vertenze che si stanno sviluppando, in particolare nel settore della logistica e dei Cmp delle Poste.

Il titolo del terzo atto era “un contratto che è tutto un programma”. Il nostro ragionamento è il seguente: in tutti gli attuali rinnovi contrattuali emerge evidente un programma unico e unificante da parte padronale. A questo è necessario reagire recuperando una nostra capacità programmatica su orario, diritti e salario.

In generale, è emerso dall’analisi dei contratti un arretramento decisivo e trasversale a tutte le categorie, che vede addirittura all’interno delle piattaforme sindacali alcune significative richieste che la classe padronale ha avanzato negli ultimi anni.

Nella piattaforma Fiom per il CCNL del metalmeccanici, redatta peraltro in forma fumosa e poco chiara, si accetta ad esempio la logica delle tutele crescenti del Job’s Act, considerando la disponibilità a non applicare l’articolo 18 ai nuovi assunti per un periodo da determinare; a questo si aggiunge il consenso ad alcuni concetti propri dell’accordo sulla rappresentanza del 10 gennaio quali la esigibilità degli accordi (non si può scioperare contro l’accordo), le deroghe al contratto nazionale in fase di contrattazione aziendale, le clausole di raffreddamento (che in caso di rottura delle trattative imbrigliano l’azione di lotta del sindacato). Tutti elementi che limitano fortemente l’attività sindacale e penalizzano i lavoratori.

L’attacco a diritti e salari è il minimo comune denominatore di tutti i rinnovi contrattuali, che ormai da anni non servono più ad adeguare gli stipendi al reale costo della vita, ma al contrario prevedono, come nel caso dei chimici, una significativa restituzione di salario da parte dei lavoratori alla classe padronale, e nel caso della distribuzione cooperativa la richiesta di diminuire la retribuzione di straordinari e festivi. Nel commercio, settore tra i più bassi per i livelli salariali, con la liberalizzazione degli orari è inoltre in atto un decisivo abbassamento della qualità della vita a causa dell’obbligo ormai diffuso al lavoro domenicale e in orari che non consentono ai lavoratori una qualificata vita sociale e familiare.

Sotto attacco in più categorie anche il diritto alla malattia, in particolare relativamente al pagamento dei primi tre giorni che spettano alle aziende. Al contempo, trasversale è anche la creazione di un vero e proprio welfare aziendale, nella gestione del quale spesso sono coinvolti a pieno titolo i sindacati stessi; nelle categorie dei metalmeccanici, dei chimici, del commercio si propongono senza alcun timore sanità integrativa e welfare gestito dall’azienda: un progetto che va di pari passo con la destrutturazione dello stato sociale attuata dai governi che si sono susseguiti nel nostro paese. Al carattere di universalità proprio dei servizi sanitari e di previdenza sociale, si va così a sostituire un modello di welfare americano, che lega il servizio di alta qualità al posto di lavoro e alle coperture assicurative.

Relativamente alle vertenze attuali più significative e non strettamente legate ai rinnovi contrattuali, è stato dato risalto a quella del settore della logistica con l’assemblea autoconvocata del 28 novembre e le mobilitazioni del Si-Cobas. Quello della logisitca è un settore chiave, particolarmente frammentato non solo per l’elevato numero di cooperative che vi operano e per le varie tipologie di addetti, ma anche per l’elevata presenza di lavoratori immigrati provenienti da paesi diversi. Importante anche la mobilitazione che sta maturando nei Centri di Meccanizzazione Postale, oggetto di pesante ristrutturazione da parte di Poste Italiane con conseguenti esuberi; un processo che con tutta evidenza si lega alla progressiva privatizzazione che le Poste stanno subendo in questo periodo, mentre già da tempo va avanti la dismissione di un servizio essenziale, quello postale, in favore della gestione di prodotti finanziari.

In riferimento a queste due vertenze, Class Unions ha condiviso due comunicati di solidarietà, ai quali se ne aggiungono altri: uno in solidarietà a due Rsa di Montedomini licenziate con un evidente atto ritorsivo, e non reintegrate dal giudice; uno relativo agli interventi delle forze dell’ordine delle scuole occupate e sgomberate con la forza, in particolari negli istituti superiori Isa e Alberti; e un comunicato in solidarietà ai compagni del movimento fiorentino.

Di seguito i comunicati letti durante il terzo atto

Comunicati di solidarietà

L’atto terzo di Class Unions esprime solidarietà e fa proprio il comunicato dei lavoratori del Cmp di Sesto Fiorentino. Esprimiamo tutta la nostra contrarietà al ridimensionamento di uno dei poli produttivi più importanti del comune di Sesto. Invitiamo tutte le strutture sindacali e quelle territoriali, come le case del popolo, a prepararsi alla mobilitazione per la difesa del Cmp. Diamo ovviamente da subito la nostra disponibilità a portare avanti una campagna in solidarietà ai lavoratori del Cmp nelle aziende e nelle realtà associative coinvolte in Class Unions.

L’atto terzo di Class Unions esprime solidarietà alla campagna di repressione e criminalizzazione delle occupazioni studentesche avvenuta attorno all’occupazione del liceo artistico Isa e con il successivo vergognoso sgombero del liceo Alberti. L’unità tra studenti e lavoratori deve essere uno strumento anche per evitare che la repressione si abbatta sulle nostre rispettive lotte.

L’atto terzo di Class Unions ritiene che la mobilitazione in corso nella logistica sia senza dubbio una punta avanzata e una fonte di ispirazione per tutte le categorie. Saluta positivamente il successo dell’assemblea autoconvocata di sabato 28 a Bologna e dello sciopero Si Cobas dello scorso ottobre e si impegna a portare nel polo della logistica attorno a Capalle e nel Macrolotto le ragioni della mobilitazione dei lavoratori della logistica.

L’atto terzo di Class Unions esprime la solidarietà a tutti i compagni del movimento fiorentino coinvolti nel processo che ha preso il via dal 2011 ad oggi, portando a ben 86 denunciati. Attraverso il cosiddetto “reato associativo” si cerca di mettere sotto processo un’intera stagione di lotte e un intero movimento che si è opposto al fascismo, ai Cie, agli attacchi ai nostri diritti politici e sociali. Aderiamo all’ Appello di solidarietà per i compagni e le compagne imputati e al corteo del 13 febbraio.

L’atto terzo di Class Unions aderisce alla compagna di solidarietà per il reintegro di Cristian e Olivia e impegna le realtà che hanno dato vita al percorso di Class Unions a portare avanti questa campagna, convinti che la lotta contro i licenziamenti sindacali e politici e la solidarietà tra lavoratori siano due elementi fondanti della nostra azione presente e tanto più futura.

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